Game Of Thrones 5×08 – HardhomeTEMPO DI LETTURA 8 min

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Sembra ieri che alcuni si crogiolavano nel piacere di vedere in un solo blocco le prime quattro puntate di questa attesissima quinta stagione di Game Of Thrones, mentre altri si professavano infastiditi da cotanta propensione all’illegalità e, stoici, attendevano settimanalmente di vederle comunque illegalmente. E forse proprio questi paladini della legalità sono quelli che si sono goduti meglio la visione di questa stagione già vicina al termine. Come testimoniano le recensioni della presente stagione a cura del team di Recenserie, la serie ha viaggiato finora sul binario di una pacata ma buona fattura che, se da un lato non ha raggiunto i picchi di intrattenimento di precedenti stagioni, dall’altro non ha mai deluso gli spettatori che si sono approcciati alla visione della settimanale ora di sangue, sesso e complotti sapendo che non sarebbe mai andata buttata. Tutto questo per arrivare a dire che l’ottava puntata è finalmente riuscita a superare lo scoglio della mera bontà ed approdare nella terra della figaggine. Il tutto, peraltro, grazie ad un bel cambio di programma rispetto ai tanto osannati libri, vale a dire la battaglia in stile Signore degli Anelli/The Walking Dead che occupa gli ultimi incredibili venti minuti di questo episodio.
Ultimi venti minuti che sorprendono specialmente perché, in realtà, la puntata era iniziata un po’ come tutte le altre: lentamente; saltando di qua e di là tra Continente Occidentale e Orientale, Approdo del Re e Barriera; facendo progredire la trama a lenti e piccoli passi con la sensazione che spesso non si stia progredendo affatto e, ricadendo dunque, in un filler-non filler.
La puntata inizia già bene col confronto che tutti aspettavano, dopo l’incontro nel finale di “The Gift“, tra Tyrion e Daenerys. Il primo sfoggia la sua usuale arguzia, la seconda la sua usuale – e non del tutto comprensibile – propensione a fidarsi di ogni aspirante consigliere che incontra per strada. Sicuramente la resa del loro misurato e, allo stesso tempo, schietto dialogo non ha disatteso le aspettative e promette di regalare perle di saggezza e fine ironia del Nano preferito dei Sette Regni ancora per un bel po’, visto che in queste cinque stagioni il meglio di sé l’ha dato ai tempi in cui era Hand of The King ad Approdo del Re. E il povero Ser Jorah Friendzone? Questo peregrinare avanti e dietro per la Regina avrà infine uno scopo? È quasi meglio un destino da Stoneman/Zombie relegato nell’antica Valyria che questo perdurante violento calpestamento della propria dignità.
Personaggio per cui difficilmente si può, invece, avere compassione è la Queen Regent che Benioff e Weiss, non paghi di aver fatto godere praticamente la totalità dei fan di Game of Thrones sbattendola in galera come una poveraccia, mostrano in una condizione che difficilmente avremmo mai immaginato per il suo personaggio. Sofferente ma pur sempre orgogliosa, pur sempre Lannister, la leonessa rifiuta persino l’acqua pur di non piegare la testa di fronte a nessuno – men che meno di fronte all’uomo che lei ha elevato al punto di avere quel potere, anche su di lei – salvo poi inginocchiarsi a terra a leccare il pavimento alla ricerca di poche gocce d’acqua. L’inabilità politica di Cersei si è dimostrata seconda solo alla sua convinzione di essere una Governante pari a suo padre ma costretta ai margini delle decisioni solo perché donna. E ne paga tutte le conseguenze, abbandonata anche da ciò che resta della sua famiglia (Tommen, Jaime e Kevan).
Passando per Arya, in training per diventare una servitrice del Dio dei mille volti, e per le cui scene è inutile spendere parole perché si può affermare con una certa sicurezza che dall’inizio della stagione non stanno sbagliando un colpo con la sua storyline, vuoi per il fascino mistico del luogo in cui si trova, vuoi per gli interrogativi che suscita sul futuro della bimba badass più figa della TV, vuoi perché Maisie Williams non potrebbe incarnare meglio il suo personaggio che si è fatto apprezzare dal primo momento in cui è apparso sullo schermo.
Non si può dire, però, lo stesso per la sorella, il cui destino sembra essere quello di passare di carceriere in carceriere, piegandosi ai voleri di coloro che decidono per lei. Il tanto vituperato cambio di rotta rispetto alla sua storyline dei libri (che è di un noioso allucinante, peraltro) con tanto di stupro matrimoniale, potrebbe portare a problemi di coerenza con le evoluzioni letterarie ma non è necessariamente negativo per l’evoluzione della serie. A stridere, invece, è questa versione incoerente e quasi bipolare di Sansa che passa dal far credere di essere finalmente diventata donna forte e risoluta a piegarsi ai voleri di chi la tiene sotto controllo, per poi rischiarsela con paroloni e frecciatine pesanti, senza mai passare ai fatti. Non un moto di vera ribellione, non un tentativo di scappare anche finendo a perderci qualche arto, solo parole. C’è da sperare che alle parole succedano prima o poi anche i fatti, ad esempio, la scoperta che i suoi fratellini minori sono ancora vivi sarà l’ennesimo big event che sfumerà in un nulla di fatto (per lei) oppure sarà la volta buona?
Si diceva che gli ultimi venti minuti sono stati il punto di svolta della puntata che, altrimenti avremmo comunque piacevolmente guardato ma non apprezzato e terminato con la bocca che ancora si muoveva a formare le parole “che figata”.
Benioff e Weiss fanno il botto. Forse volevano farsi perdonare per quella “The Watchers On The Wall” che aveva fallito nel raggiungere la tensione narrativa ricercata, dimostrandosi poco incisiva e vibrante. Così, come se già non bastasse la tensione che accompagna le scene di Jon e Tormund alle prese con la titanica impresa di convincere i Bruti ad affidarsi ai loro più acerrimi nemici, dal nulla, improvviso e inaspettato, arriva l’Inverno. Lo scontro, la carneficina, la fuga finale dimostrano, se ce ne fosse stato ancora bisogno, come l’idea di Jon di unire le forze per combattere gli Estranei e il loro esercito di Non-morti fosse l’unica via plausibile. Alla HBO devono aver fatto un corso intensivo di suspense e tensione recentemente perché l’intera parte della battaglia è stata resa perfettamente: forte, incisiva, efficace, ben studiata; nonostante a tratti sembrasse un crossover tra The Walking Dead e Titanic. Certo, alcuni elementi – vedi la telefonatissima “morte” della mamma bruta che lascia le figlie sulla scialuppa dicendo “ci vediamo di là” – possono aver un tantino diminuito l’entusiasmo per un susseguirsi di scene che ha tenuto gli occhi di tutti incollati allo schermo. E persino quando si pensava che il climax fosse raggiunto (Jon che uccide l’Estraneo con l’acciaio di Valyria – e badate che questa è roba grossa anche per i lettori che nei libri avevano solo teorie al riguardo) in realtà mancava ancora il finalone con Darth Maul in versione Regina delle Nevi che aggiunge un altro po’ di soldati al suo esercito di zombie. Non solo una sequenza ben confezionata, dunque, ma anche un promemoria, o forse una conferma, di quello che dovrebbe essere l’approdo finale di tutte le vicende che si stanno narrando. Ghiacci, Valyria, Non Morti e Draghi. Questi elementi iniziano a collegarsi tra loro svelando indizi sugli sviluppi futuri.
Dato l’evolversi di queste macro-dinamiche di intrecci inattesi o di lontana origine (vedi anche l’incontro Tyrion-Dany) si potrebbe pensare che questa stagione, caratterizzata da puntate sempre ben fatte ma anche un po’ rilassate, presentando un lento e graduale progredire degli eventi, sia un po’ una transizione verso nuove vicende finora inesplorate che preparano al dispiegarsi di una trama finale che vedrà tutti quegli elementi che abbiamo ritenuto superflui o riempitivi in qualche modo, indispensabili.
È sufficiente, quindi, una battaglia sanguinosa, per quanto ben sviluppata, a rendere un episodio veramente meritevole di lode? Fin quando non si arriverà a quelle vicende che costituiscono il fine di questa narrazione è solo questo che dobbiamo attenderci dallo show? Puntate di lento progredire intervallate da puntate di sempre lento progredire ma includenti qualche scena entusiasmante? Allo stesso modo, la domanda si potrebbe riformulare: è sufficiente un susseguirsi di scene placide in una puntata con 20 minuti di entusiasmanti e accattivanti scontri per dire che invece la puntata non meriti la lode?
Chi scrive protende per una risposta negativa a quest’ultima, approvando l’episodio per la boccata d’aria ghiacciata fresca rispetto al tram tram quotidiano delle storyline di questa stagione, sperando ovviamente che la resa così avvincente e stimolante non diventi solo un una tantum sporadica che fa gridare al “miracolo”, ma si distribuisca sapientemente su tutti gli episodi rimanenti, o meglio su tutte le stroyline, aspettando di essere stupiti dall’attesissima, viste le precedenti stagioni, nona puntata in arrivo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Costruzione e resa degli eventi oltre la Barriera con avvincente combattimento
  • Storyline di Arya procede di bene in meglio
  • Sansa scopre che Bran e Rickon sono vivi: è l’ennesimo evento – non evento per smuovere le sue azioni?
  • Ser Jorah: quale utilità per il suo peregrinare?
  • Sansa (solo) parole
  • Riusciranno gli autori a rendere avvincenti anche altre storyline finora deboli o ci si deve accontentare di grandi battaglie e carneficine per smuovere le acque?

 

Una puntata che unisce il modo un po’ pacato di far progredire gli eventi in questa stagione e una sequenza di eventi inaspettati ma resi così bene da far difficilmente dimenticare l’episodio. Non resta che attendere una settimana per sapere cosa Benioff e Weiss hanno in serbo per la temibile nona puntata.

 

The Gift 5×07 5.40 milioni – 2.5 rating
Hardhome 5×08 7.01 milioni – 3.4 rating

 

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