Glee nasce e cresce certamente come commedia, ma nel corso di queste quattro stagioni ha toccato numerosi temi importanti e tutt’altro che spensierati come il bullismo, la gravidanza teen e il suicidio adolescenziale. E in un telefilm che vuole supportare i teenager di tutto il mondo nell’affrontare i vari drammi collegati all’adolescenza e non solo, non poteva certo mancare un tema che purtroppo ricorre sempre più spesso negli ultimi anni, soprattutto negli Stati Uniti: le terribili, ma sempre più frequenti, sparatorie nelle scuole. Ryan Murphy ha avuto molto coraggio nel scegliere di affrontare un tema così importante e pesante: episodi del genere rischiano sempre di cadere nel clichè e nel vuoto buonismo, ma l’episodio è stato perfetto, ricreando al meglio la situazione e considerando i punti di vista di tutte le persone implicate, dalle vittime ai “carnefici”.
L’arma vincente dell’episodio sta nel disarmante realismo scelto per rappresentare la tragedia, una tragedia non annunciata, inaspettata, che irrompe nella normalità di una giornata qualsiasi, lasciando un segno indelebile nella vita di tutte le persone coinvolte.
La sparatoria si è conclusa pacificamente senza vittime, ma comunque ha lasciato segni indelebili in tutti i ragazzi del liceo. Vedere i ragazzi sconvolti, costretti a passare sotto i metal detector, a guardare i poliziotti perquisire i loro armadietti sono altri elementi realistici che mostrano come queste tragedie lascino inevitabilmente delle conseguenze anche nei sopravvissuti.
Sconvolgente è stata poi la scoperta del colpevole: l’insospettabile Becky. Certo non si è mai distinta per particolare bontà d’animo e più volte ha mostrato di sentirsi un po’ un outsider, ma mai nessuno si sarebbe aspettato un gesto del genere, anche solo il pensare di poterlo fare. Eppure, pur non giustificando la violenza, ancora una volta Glee si mostra dalla parte delle minoranze, non limitandosi a condannare, ma cercando di indagare le motivazioni, la disperazione che porta a impugnare una pistola contro gli studenti della tua stessa scuola.
Ulteriore elemento sorpresa è il fatto che Becky non venga condannata per il suo gesto e che nessuno scopra l’identità del colpevole: Sue, infatti, da sempre propensa alla protezione di Becky, si prende la colpa e per questo viene inevitabilmente licenziata, costretta ad abbandonare, seppur con onore, il McKinley.
PRO:
- Il realismo con cui viene trattata la vicenda della sparatoria.
- Grandi performance recitative da parte di tutto il cast: Becca, Melissa, Chord in testa a tutti.
- Rivalutazione del ruolo di guida ed educatore del signor Shue che ultimamente si era un po’perso.
- I messaggi di addio dei ragazzi alla fine dell’episodio: fiumi e fiumi di lacrime.
CONTRO:
- L’inutilità delle storyline di Ryder e Katie e della confessione della Beiste.
Episodio stupefacente che riesce a rappresentare una tematica delicatissima senza scadere nel clichè; 40 minuti impregnati di ansia, paura, tristezza, sollievo e commozione che incollano lo spettatore alla tv e gli lasciano molti spunti di riflessione.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.