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Glee 4×18 – Shooting StarsTEMPO DI LETTURA 6 min

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Glee nasce e cresce certamente come commedia, ma nel corso di queste quattro stagioni ha toccato numerosi temi importanti e tutt’altro che spensierati come il bullismo, la gravidanza teen e il suicidio adolescenziale. E in un telefilm che vuole supportare i teenager di tutto il mondo nell’affrontare i vari drammi collegati all’adolescenza e non solo, non poteva certo mancare un tema che purtroppo ricorre sempre più spesso negli ultimi anni, soprattutto negli Stati Uniti: le terribili, ma sempre più frequenti, sparatorie nelle scuole. Ryan Murphy ha avuto molto coraggio nel scegliere di affrontare un tema così importante e pesante: episodi del genere rischiano sempre di cadere nel clichè e nel vuoto buonismo, ma l’episodio è stato perfetto, ricreando al meglio la situazione e considerando i punti di vista di tutte le persone implicate, dalle vittime ai “carnefici”.
L’arma vincente dell’episodio sta nel disarmante realismo scelto per rappresentare la tragedia, una tragedia non annunciata, inaspettata, che irrompe nella normalità di una giornata qualsiasi, lasciando un segno indelebile nella vita di tutte le persone coinvolte. 

La puntata inizia come tante altre in sala canto, con Mr Shue che rivela gli avversari della regionali. A quel punto interviene Brittany con una delle sue strampalate storie: secondo le sue fonti (poco attendibili) un’asteroide si sta per schiantare sulla terra e lei non potrà dedicarsi pienamente alle regionali, prima di aver dedicato il suo tempo a qualcuno che ha trascurato ultimamente…e ovviamente stava parlando di Lord Tubbington, il gatto più figo e più amato da tutti i gleeks del mondo! Sam è un po’infastidito da ciò, in effetti chiunque ha potuto notare che la neo coppia Brittany-Sam ultimamente non sembra neanche una coppia, ma per amore è disposto ancora una volta a seguire le follie della cheerleader bionda coinvolgendo anche il resto del Glee Club. L’avvertimento di Brittany si trasforma nell’argomento della settimana delle Nuove Direzioni: Last Chance, tema che si rivelerà poi profetico, e che spinge tutti i membri del Glee Club a confessare i proprio sentimenti nascosti e a comportarsi come se fosse l’ultima occasione per farlo. 
A proposito di ciò devo soffermarmi sugli unici due nei della puntata: le storyline di Ryder e della Beiste. Trovo che la Beiste ultimamente abbia già sofferto abbastanza, perchè farla lanciare in questa missione suicida alla conquista del signor Shue, quando sappiamo tutti che lui ha occhi solo per Emma? E soprattutto, perchè adesso? Ho trovato questo parte assolutamente inutile e fuori luogo. Per quanto riguarda invece la storia di Ryder e la sua instancabile ricerca della misteriosa Katie, ha decisamente stufato! Sono ormai due o tre episodi che si va avanti senza mai giungere ad una soluzione, anche se io, come molti altri, sono convinta che la donna misteriosa sia in realtà Unique.
Tornando al tema centrale della puntata, il dramma comincia proprio nel bel mezzo di una prova del Glee Club, la lezione sta per cominciare, ma il battito delle mani del signor Shue coincide proprio con il primo sparo, che lascia tutti smarriti, attoniti.  Con il secondo sparo allo smarrimento si sostituisce il terrore, il panico, l’istinto di sopravvivenza che spinge tutti a nascondersi, a chiudersi dentro, cercando di lasciar fuori l’orrore e il pericolo.  Ma una volta creato uno spazio semi-sicuro, l’orrore che si voleva chiudere fuori s’insinua nella stanza e nei cuori dei ragazzi, il cui pensiero va subito alle persone care lasciate fuori, i propri genitori e gli amici del Glee Club: Tina e Brittany infatti non sono nella stanza del coro e più passano i minuti, più cresce la consapevolezza per loro chiusi dentro, più aumenta l’ansia per coloro che sono rimasti fuori. Le scene strazianti non si contano in questo episodio: la confessione di Kitty, i singhiozzanti tentativi di Marley di contattare la madre, lo scatto di Sam arrabbiato e disperato nel sapere Brittany fuori da sola impaurita e la consapevolezza di non poter fare niente per lei. La scena della madre di Marley ben rappresenta quello che si puà provare in una situazione del genere: vediamo una donna adulta costretta a nascondersi dietro un armadietto, in lacrime e preoccupata per la figlia, tormentata tra il desiderio di correre al cellulare per mettersi in contatto con lei e la paura di rischiare la propria vita semplicemente muovendosi, di fare quel passo falso che potrebbe portarla a non rivedere mai più il volto di Marley. Personalmente la scena che mi ha toccato di più è stata quella di Brittany: sola e spaventata si chiude dentro ad un bagno, in piedi sul water, paralizzata dalla paura di trovarsi da un momento all’altro faccia a faccia con il suo assassino, una paura che le fa trattenere le urla e il respiro, ma non le lacrime. Penso che chiunque abbia trattenuto il fiato quando vediamo aprirsi la porta del bagno e abbia gioito vedendo di fronte a Brittany il professor Shuester, venuto a cercarla e a portarla in salvo.
La sparatoria si è conclusa pacificamente senza vittime, ma comunque ha lasciato segni indelebili in tutti i ragazzi del liceo. Vedere i ragazzi sconvolti, costretti a passare sotto i metal detector, a guardare i poliziotti perquisire i loro armadietti sono altri elementi realistici che mostrano come queste tragedie lascino inevitabilmente delle conseguenze anche nei sopravvissuti.
Sconvolgente è stata poi la scoperta del colpevole: l’insospettabile Becky. Certo non si è mai distinta per particolare bontà d’animo e più volte ha mostrato di sentirsi un po’ un outsider, ma mai nessuno si sarebbe aspettato un gesto del genere, anche solo il pensare di poterlo fare. Eppure, pur non giustificando la violenza, ancora una volta Glee si mostra dalla parte delle minoranze, non limitandosi a condannare, ma cercando di indagare le motivazioni, la disperazione che porta a impugnare una pistola contro gli studenti della tua stessa scuola.
Ulteriore elemento sorpresa è il fatto che Becky non venga condannata per il suo gesto e che nessuno scopra l’identità del colpevole: Sue, infatti, da sempre propensa alla protezione di Becky, si prende la colpa e per questo viene inevitabilmente licenziata, costretta ad abbandonare, seppur con onore, il McKinley.

PRO:

  • Il realismo con cui viene trattata la vicenda della sparatoria.
  • Grandi performance recitative da parte di tutto il cast: Becca, Melissa, Chord in testa a tutti.
  • Rivalutazione del ruolo di guida ed educatore del signor Shue che ultimamente si era un po’perso.
  • I messaggi di addio dei ragazzi alla fine dell’episodio: fiumi e fiumi di lacrime. 

CONTRO:

  • L’inutilità delle storyline di Ryder e Katie e della confessione della Beiste.

Episodio stupefacente che riesce a rappresentare una tematica delicatissima senza scadere nel clichè; 40 minuti impregnati di ansia, paura, tristezza, sollievo e commozione che incollano lo spettatore alla tv e gli lasciano molti spunti di riflessione.

VOTO EMMY

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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