“Now will arrest this man.
Can you help me or stop me but either way I will do my duty.”
Che la qualità di Gotham non fosse nemmeno lontanamente paragonabile ad alcune pellicole cinematografiche dedicate all’ Uomo Pipistrello, l’abbiamo sempre saputo e onestamente, neanche ci speravamo.
La serie è un prodotto diverso, con delle sue dinamiche che vogliono raccontare il contesto e l’universo in cui il giovane Bruce è cresciuto ed è poi diventato il Cavaliere Oscuro che tutti conosciamo. A questo punto della stagione, la domanda che sorge spontanea è: Gotham, riesce nell’impresa? Al momento, no.
Questo episodio evidenzia i pregi e i difetti, che a partire da “LoveCraft”, la serie ha cominciato a inanellare in puntate che non si distinguono particolarmente per originalità o grande approfondimento di trama, senza parlare di alcune discutibili scelte, che ci hanno fatto pensare di assistere alla visione di Scuola di Polizia. Guardando “Welcome Back, Jim Gordon”, ci rendiamo conto di quanto manchi quella tensione narrativa, l’ambientazione cruda e noir che abbiamo visto in “Penguin’s Umbrella”; Gotham è diventato un poliziesco normalissimo, con casi settimanali, qualche battuta simpatica (forse) e una grande strizzata d’occhio facilona ai fans di Batman.
Gordon si ritrova, ancora una volta, faccia a faccia con la corruzione, sempre più dilagante tra i suoi stessi colleghi: il caso si sviluppa come da ormai tredici puntate a questa parte, con Jim cavaliere senza macchia che cerca di far trionfare la giustizia, senza corrompere il suo spirito.
Il vero cambiamento, positivo ai fini della puntata e non solo, sta nel fatto che questa volta il nostro detective, è costretto ad usare gli stessi metodi poco ortodossi dei suoi nemici, comprendendo che spesso i mezzi per raggiungere un giusto fine, non sono affatto nobili. Per quanto questa novità nell’animo di Jim sia necessaria e funzionale alla storia, convince poco la scena della supplica da parte di Delaware, esagerata e troppo teatrale. Il resto dell’episodio si concentra su Oswald, vero aspetto positivo della serie mentre l’abisso, si tocca con la gestione della vendetta da parte di Fish.
Possibile che un personaggio, fin dal principio, razionale e calcolatore, commetta una serie di errori così nettamente in contrasto con il comportamento avuto fino a questo momento? Ci sono poi le rocambolesche e più che sbrigative avventure di Butch per salvare Miss Mooney: insomma, una scena poco credibile dietro l’altra, giusto per non eliminare Jada Pinkett Smith (alzi la mano chi ha davvero creduto che Fish potesse morire! Noi di certo no). Senza nemmeno accennare alle inutili storyline di contorno, di cui salviamo l’interazione tra Bruce e Ivy. E’ questo ciò che vogliamo da Gotham? Una miscela insipidina di fatti che si salvano per il rotto della cuffia e che si appoggiano all’accennata mitologia Batmaniana? No e ancora no.
Pur apprezzando alcuni lati della serie, ormai non basta più accalappiare lo spettatore sbandierando il nome di Gordon, Penguin e compagnia bella: se una storia ci deve essere, che si abbia il coraggio di pescare nella vastità del materiale di partenza e di osare, senza ricorrere a stratagemmi che ormai ben conosciamo.
- La puntata introduce un dei tanti “avatar” della corruzione all’interno del dipartimento di polizia di Gotham: Arnold Flass. Comparso per la prima volta su Batman #404 del 1987, Flass è uno dei pupilli del Commissario Gillian Loeb, nonché primo partner di Jim Gordon quando questi si trasferirà da Chicago a Gotham City per il suo nuovo impiego. Come il suo principale, viene presentato come un poliziotto corrotto e sul libro paga della mafia, oltre che violento e tendente all’abuso di potere. Quando Batman, Gordon e Harvey Dent lavoreranno assieme per incastrare Carmine Falcone e i suoi collaboratori, il trio prometterà a Flass una pena leggera in cambio della sua testimonianza e collaborazione, cosa che riceveranno. Da allora non si vedrà molto spesso sulle pagine di Batman, fatta eccezione per Batman: Dark Victory #3 del 2000, in cui viene ucciso.
- Nel caso ve lo siate persi, viene rivelato il nome di battesimo di Fish Mooney: Maria Mercedes.
- Anche se molti potrebbero pensare che il Giudice “Bam-Bam” possa essere un riferimento al James “Bam-Bam” Bamford di Arrow, in verità ci si riferiva a Richard Ambrose.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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What The Little Bird Told Him 1×12 | 6.43 milioni – 2.2 rating |
Welcome Back, Jim Gordon 1×13 | 6.06 milioni – 2.1 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.