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Ulisse aveva detto di essere “Nessuno” all’enorme, spaventoso Ciclope, con un solo occhio, e come sempre era riuscito a salvarsi. Ma con i propri mostri è sempre così facile? Lo sappiamo, Ulisse è furbo, tenace, addirittura superbo; ma noi siamo in grado di prenderci gioco del nostro nemico? Anche in “The Bed’s Too Big Without You”, nella nuova puntata di Grey’s Anatomy, abbiamo a che fare un terribile Ciclope, il Male, il Dolore, il Mostro. Se ciclopico è il tumore che sta mangiando dal di dentro una paziente di Meredith, Bailey e Maggie, ciclopico è anche l’uomo quando non riesce a guardare la realtà nella sua interezza. I tre dottori devono conoscere il nemico per poterlo combattere, divengono Feaci al servizio di Ulisse, devono chiudere gli occhi e fidarsi solo delle proprie mani. Se Ulisse con la sua sola arguzia è potuto uscire dalla grotta, salvandosi dal bestiale Ciclope, nessuno è coraggioso, saggio e perspicace come il “figlio” di Omero, in “The Bed’s Too Big Without You” si naviga in acque perigliose, non si è sempre pronti alla battaglia.
Una cosa è certa è un eterno ritorno quello che Grey’s Anatomy mette in scena: personaggi, tematiche, situazioni, vicende, si ripetono come in una stanca e dolorosa coazione a ripetere, una litania che alla fine risulta pesante e tediosa. Mancanze, attese, dolori e fatiche si ripropongono, ma non con la freschezza e franchezza “della vita”, ma con il pesante fardello di qualcosa che volente o nolente capita. Ci si lascia, si parte, si promette di stare insieme nonostante tutto, ci si ripete che, per il proprio bene, seguire la propria strada è la scelta migliore, ma Grey’s Anatomy insiste e persiste nel suo percorso.
Il tema intorno al quale “The Bed’s Too Big Without You” ruota è la solitudine che si intreccia alla guerra contro il proprio Mostro. Ognuno ha il proprio Ciclope. Ognuno ha la proprio grotta da cui scappare. Ognuno si sente solo anche in mezzo agli altri. Poco importa se si è arrabbiati, disperati, soli nel proprio letto vuoto, impreparati ad avere una nuova storia, credenti e pieni di fede, il proprio mostro è lì, non farà sconti, crescerà e tu dovrai essere pronto all’impatto. “The Bed’s Too Big Without You”, come è evidente fin dal titolo, parla della solitudine dell’eremita e ci sono due possibilità: o si annega o ci si salva. Meredith, sola nel letto, ora troppo grande, privata della sua persona (Cristina) e del Dottor Stranamore, si butta nel lavoro, intessendo un’amicizia con Maggie, decide che è quella la strada che deve percorrere. Molto più complessa è la situazione di April e Jackson, in attesa di un figlio con una malattia congenita, sono soli, un po’ perché estremamente diversi – sequenza emblematica quella della cucina – , un po’ perché il dolore divide, almeno in un primo momento.
Se April è credente fino al midollo, Jackson è figlio della scienza, se April vuole comunque quel bambino dalle ossa fragilissime, Jackson vuole evitargli qualunque tipo di dolore – al bimbo e a loro. Sole sono anche Amelia e la dottoressa Hermann, unite nella battaglia: la prima convinta che il suo tentativo non sarà vano, la seconda, affannata nella corsa contro il tempo. Penosa e piuttosto noiosa la solitudine di Owen e Callie che continuano a dire di non essere ancora pronti per uscire con altri, per mettersi in discussione, per tornare a vivere.
Una cosa è certa è un eterno ritorno quello che Grey’s Anatomy mette in scena: personaggi, tematiche, situazioni, vicende, si ripetono come in una stanca e dolorosa coazione a ripetere, una litania che alla fine risulta pesante e tediosa. Mancanze, attese, dolori e fatiche si ripropongono, ma non con la freschezza e franchezza “della vita”, ma con il pesante fardello di qualcosa che volente o nolente capita. Ci si lascia, si parte, si promette di stare insieme nonostante tutto, ci si ripete che, per il proprio bene, seguire la propria strada è la scelta migliore, ma Grey’s Anatomy insiste e persiste nel suo percorso.
Il tema intorno al quale “The Bed’s Too Big Without You” ruota è la solitudine che si intreccia alla guerra contro il proprio Mostro. Ognuno ha il proprio Ciclope. Ognuno ha la proprio grotta da cui scappare. Ognuno si sente solo anche in mezzo agli altri. Poco importa se si è arrabbiati, disperati, soli nel proprio letto vuoto, impreparati ad avere una nuova storia, credenti e pieni di fede, il proprio mostro è lì, non farà sconti, crescerà e tu dovrai essere pronto all’impatto. “The Bed’s Too Big Without You”, come è evidente fin dal titolo, parla della solitudine dell’eremita e ci sono due possibilità: o si annega o ci si salva. Meredith, sola nel letto, ora troppo grande, privata della sua persona (Cristina) e del Dottor Stranamore, si butta nel lavoro, intessendo un’amicizia con Maggie, decide che è quella la strada che deve percorrere. Molto più complessa è la situazione di April e Jackson, in attesa di un figlio con una malattia congenita, sono soli, un po’ perché estremamente diversi – sequenza emblematica quella della cucina – , un po’ perché il dolore divide, almeno in un primo momento.
Se April è credente fino al midollo, Jackson è figlio della scienza, se April vuole comunque quel bambino dalle ossa fragilissime, Jackson vuole evitargli qualunque tipo di dolore – al bimbo e a loro. Sole sono anche Amelia e la dottoressa Hermann, unite nella battaglia: la prima convinta che il suo tentativo non sarà vano, la seconda, affannata nella corsa contro il tempo. Penosa e piuttosto noiosa la solitudine di Owen e Callie che continuano a dire di non essere ancora pronti per uscire con altri, per mettersi in discussione, per tornare a vivere.
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“The Bed’s Too Big Without You” presenta sempre gli stessi problemi tipici di Grey’s Anatomy, non dona allo spettatore niente di più di ciò che ha già dato, dimostrando di essere poco originale e ingabbiato nel suo stesso successo. Punta molto sulla facile empatia, poco sulla profondità dei temi, dilata le vicende dei protagonisti, spingendo l’acceleratore sulle storie dei beniamini del pubblico.
Where Do We Go From Here 11×09 | 8.71 milioni – 2.8 rating |
The Bed’s Too Big Without You 11×10 | 7.88 milioni – 2.2 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.