Peter Nowalk potrebbe essere ripartito quasi con il piede giusto o, se non altro, si può asserire che non sia ripartito con quello sbagliato. Forse ha preso coscienza degli errori fatti la scorsa stagione e sta cercando di riportare la sua creatura sui giusti binari. Impresa non di certo facile, dopo il caos della seconda stagione. Come già detto nella recensione della season premiere, Nowalk ha saggiamente scelto di buttare meno carne sul fuoco, pur continuando a fare uso degli ormai tipici flashforward, di cui la serie non può più fare a meno, come se fossero un marchio di fabbrica. Lo schema seguito è sempre lo stesso, presente e futuro (o passato e presente, dipende dal punto di vista) si alternano e ogni episodio mostra qualche dettaglio in più sui catastrofici eventi della stagione. L’identità, a noi ancora ignota del cadavere dà quel tocco di novità che è piacevole ritrovare, soprattutto quando le aspettative sono basse.
“There Are Worse Things Than Murder” prosegue la scia positiva del suo predecessore. Essendo abituati a un continuo susseguirsi di eventi e a una (eccessiva) moltitudine di storyline, ad una prima occhiata potrebbe sembrare un episodio noioso. In realtà non lo è affatto, soprattutto perché il protagonista assoluto è Connor Walsh, personaggio che merita ampiamente di stare sotto i riflettori. Il giovane avvocato in erba, reduce dalla dolorosa inspiegabile rottura con Oliver, si ritrova ad affrontare un caso difficile e ad alto contenuto emotivo. La modesta bravura di Jack Falahee e la carica emotiva del caso del giorno sono i fattori di spicco di questo secondo episodio. Falahee veste bene i panni del personaggio, dà al suo Connor il giusto spessore e la sua tenacia nel difendere la sua cliente coinvolge al punto giusto lo spettatore. Il caso legale del giorno, ovviamente, aiuta molto, parlando di un tema, purtroppo, fin troppo reale. L’imputata di questo episodio è una signora che ha trascorso metà della sua vita in prigione per aver ucciso il suo aguzzino, suo marito. Un caso ad alta carica emotiva, in cui ci si immedesima senza difficoltà, proprio per la sua triste attualità. Gli aspetti positivi dell’episodio risiedono, appunto, nella centralità data a Connor e al suo caso, mettendo in secondo piano anche la stessa Annalise.
Delle altre storyline in sospeso viene dato un piccolo assaggio. Tralasciando l’inutilità delle scene di sesso tra Micaela e Asher, che si meritano il premio di coppia con meno chimica del mondo televisivo, l’altra storyline che viene tenuta, giustamente, a galla è quella di Frank. I piani di Nowalk per il suo personaggio sono ancora poco chiari e non si capisce se l’ex braccio destro della Keating farà qualcosa di rilevante, oltre a radersi, ma nel frattempo sembra volerselo tenere lì. Forse giocherà un ruolo importante nell’incendio di casa Keating o forse il suo ruolo acquisirà più importanza nella seconda metà di stagione. Fatto sta che, allo stato attuale delle cose, è difficile formulare un giudizio completo e oggettivo sulla questione.
L’ultima osservazione da fare riguarda il flashforward dell’episodio, con l’aggiunta di qualche tassello al grande mistero della stagione: la centralità data a Connor e la vista di Oliver che accorre in lacrime sul luogo del delitto farebbero pensare che sotto il lenzuolo bianco giaccia il cadavere del suo ex (?) fidanzato. Ma è ancora troppo presto per formulare ipotesi e, soprattutto, proprio per l’immediato collegamento, probabilmente sarebbe un risvolto banale e scontato. E How To Get Away With Murder deve assolutamente tenersi alla larga dalla banalità.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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We’re Good People Now 3×01 | 5.11 milioni – 1.4 rating |
There Are Worse Things Than Murder 3×02 | 4.39 milioni – 1.3 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.