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Dopo la pausa per le vacanze di Halloween che, per chi non lo sapesse, sono celebrate come una sorta di seconda edizione del Natale in USA, Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. torna alla carica con tutte le batterie ricaricate ai massimi storici riuscendo nella “incredibile” impresa di lasciare lo spettatore completamente a bocca aperta e totalmente coinvolto nella puntata. Con questo sesto episodio della prima stagione, il Team Coulson riesce a realizzare la miglior puntata (finora) di tutta la stagione e il tutto lo diciamo senza troppe paura di ricevere mail contenenti minacce alla salute di noi di RecenSerie. Ma perchè “FZZT” ci ha reso così tanto contenti? Perchè è semplicemente la risposta alle nostre preghiere.
Ci si lamentava, due settimana fa (nella recensione del quinto episodio, per la precisione) di come episodi come “The Asset” fossero spariti nel nulla. Ebbene, sembra che le produzioni di tutto il mondo ci stiano a sentire perchè come ci si lamenta di una cosa, ecco che viene subito sistemata la puntata successiva (ok, lo confessiamo, noi di RecenSerie siamo immanicati con Hollywood); quanto abbiamo visto, per noi, è un regalo di Natale anticipato. Le apparizione di Skye e il monopolio che aveva sulla parola “protagonista” è stato completamente diluito peggio di una liposuzione a un obeso di 450 kg, limitando le sue apparizioni a un qualcosa di più simile ad un cameo e riuscendo nello stupefacente miracolo di rendere le sue scene non stomachevoli o irritanti. E la soluzione, stava proprio nel limitarne l’apparizione (si, avremmo preferito la sua eliminazione, ma va beh, a caval donato non si guarda in bocca).
Senza ombra di dubbio, possiamo dire che i protagonisti assoluti di questa puntata sono Fitz e Simmons, ma soprattutto la seconda. Attraverso di loro scopriamo la natura del loro legame. Fidanzati? Amici? Scopamici? Gemelli? No, meglio: dei partner con un legame e un’affinità unica nel loro genere, partner che non si abbandonano e trovano una via d’uscita anche nelle situazioni più nere, creando la speranza laddove sembrava non essercene. Direttamente sotto di loro, abbiamo il trio operativo composto da Coulson/May/Ward: i primi due vanno di sicuro in coppia perchè (da quanto è stato palesemente fatto capire) hanno entrambi sperimentato l’esperienza della morte e questo li sta unendo sempre di più; Coulson sembra farsene solo ora una ragione che questa esperienza abbia cambiato la sua vita, mentre per May sembra un tasto ancora dolente da ricordare ma che, attraverso qualche soluzione che ancora non ci è andata sapere, è andata avanti perchè è la cosa più giusta e più importante da fare.
Con Ward invece, abbiamo il tipico dilemma dell’uomo d’azione che (abituato a spaccar cose) si trova impotente verso qualcosa che non riesce a capire e non può vedere; con lui si esplorano i sentimenti di tutte quelle persone che vorrebbero fare qualcosa ma non hanno i mezzi per farlo, o quelli che hanno, ma non risolverebbero niente comunque. Benchè la puntata sia nuovamente sottoforma di mini-film, finchè abbiamo una tale evoluzione dei personaggi, allora ben venga, perchè sviluppi del genere dimostrano che lo show vuole arrivare da qualche parte, complice il fatto che Skye abbia monopolizzato il telefilm finora, facendoci apprezzare così tanto questo recente cambiamento. Nonostante il punto forte della trama sia decisamente il cambio di palcoscenico, bisogna spendere qualche buona parola anche su tutto il resto.
Nonostante un inizio un po’ debole che probabilmente ha fatto scoraggiare qualcuno (e speriamo che non abbiate cambiato canale, perchè vi siete persi una cosa che, lascia stare, che te lo dico a fare?) è di sicuro servito a prendere alla sprovvista lo spettatore che si è trovato davanti un episodio coi controcoglioni. Abbiamo ancora i toni dark che stanno sempre più prendendo piede all’interno dello show, grande drama, grande investigazione, grande dispendio di mezzi, grandi colpi di scena, grande senso della suspance, collegamenti con la continuità dell’Universo Cinematografico Marvel e i cocci del vaso che i Vendicatori hanno rotto e, addirittura, un cambio di direzione. Nel bel mezzo del telefilm, quando tutto sembrava finito, la trama prende una direzione diversa, come se quello a cui abbiamo assistito finora fosse stato una sorta di “episodio 6.1” e ora fosse cominciata la “6.2”.
Il tutto, accompagnato da una colonna sonora che sembra partorita dalla nostra mente in tempo reale; ogni musica è quella giusta, messa al punto giusto, con i giusti crescendo, i giusti adagi, i giusti andati…Hans Zimmer ne chiederebbe sicuramente gli spartiti! La pausa di Halloween è proprio servita.
Il tutto, accompagnato da una colonna sonora che sembra partorita dalla nostra mente in tempo reale; ogni musica è quella giusta, messa al punto giusto, con i giusti crescendo, i giusti adagi, i giusti andati…Hans Zimmer ne chiederebbe sicuramente gli spartiti! La pausa di Halloween è proprio servita.
L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
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Skye, in uno dei suoi siparietti dove cerca di fare la simpatica senza nessun successo, cita il film “The Big Lebowski” tradotto in Italia con il nome di “Il Grande Lebowski”. Caso vuole che, il protagonista del film (chiamato con il nome di “Drugo”) sia interpretato da Jeff Bridges che nell’Universo Cinematografico Marvel ha prestato le sue doti di grande attore per interpretare Iron Monger/Obadiah Stane, villain del primo film di Iron Man.
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Jemma Simmons, in uno dei suoi discorsi scientifici, cita Typhoid Mary. Al secolo Mary Walker, il personaggio debuttò sulle pagine di Devil diventandone un nemico ricorrente dell’alter-ego di Matt Murdock, facendo ogni tanto qualche capatina anche sulla testata di Deadpool (sempre come nemica). E’ affetta da un disturbo della personalità multipla che ha avuto origine durante un episodio traumatizzante dove fu protagonista Murdock stesso prima di vestire i panni del Diavolo Rosso; mentre inseguiva un criminale in un bordello, Matt strattono accidentalmente Mary facendola cadere dalla finestra, questo causò la nascita di Typhoid Mary e una profonda spaccatura della sua psiche in tre personalità: “Mary” è timida, pacifica e tranquilla, “Typhoid” è avventurosa, lussuriosa e violenta, mentre “Bloody Mary” è brutale, sadica e odia tutti gli uomini. E’ proprio da queste due ultime personalità da cui la villain prende il nome; è una mutante e, oltre ad una vasta esperienza nelle arti marziali e nell’uso delle armi bianche, ha svariati poteri mentali di basso livello, tra cui la telepatia, la telecinesi e la pirocinesi.
- Ci viene mostrata la terribile e profonda cicatrice di Coulson riportata dopo la Battaglia di New York. Questa mossa narrativa, in parte, confuta alcune delle nostre tesi sul fatto che Phil sia un LMD…ma nulla toglie che quella cicatrice gli sia stata messa di proposito per evitare eventuali crisi d’identità dell’agente. La sottotrama nonché indagine sul fatto che Coulson sia davvero lui o no è ancora ben lontana dalla sua risoluzione.
- Fa delle piccole apparizioni l’Agente Blake, protagonista del cortometraggio “Item 47”.
PRO:
- Finalmente, un episodio dove non si parla solo di Skye
- Grande sviluppo dei personaggi
- Colonna sonora
- Grande senso della suspance e grandi colpi di scena
- L’iniziale trama che si evolve in qualcosa di completamente inaspettato
CONTRO:
- Introduzione un po’ debole
“FZZT” ha semplicemente tutto quello che serve per far partire lo show e catapultarlo al livello successivo. La produzione e il cast danno prova di saper andare oltre a quanto visto in “The Asset” e di riuscire a superarsi; ora come ora, speriamo che tutti capiscano che questa è la giusta strada da seguire e che (da questo punto in poi) si continui sempre di più a scavare nel carattere dei personaggi incastrato in una storia coinvolgente e mai noiosa, che si evolve piano piano nei quaranta minuti disponibili per puntata. Riescono pure nel grande miracolo di farci digerire Skye. C’è ancora speranza, che quella, è sempre l’ultima a morire.
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