“The events of recent days have been deeply troubling. Especially for us, here in Hell’s Kitchen. We’ve been called upon to question whether the people we thought were fighting for us were really monsters all along. We are being told that we are not strong, that we are not safe. Yet… here we are. Stronger, because we will not accept that we are weak. Safer, because we will not be divided. I am proud of all of you for coming here despite your fears. And I am grateful to you, always… for letting me call myself one of you.”
Dopo una puntata piena di “rivelazioni” importanti era normale che l’episodio successivo sarebbe stato il classico episodio di raccordo, utile per ridare fiato allo spettatore tra una puntata carica di suspense e l’altra.
La prima parte di questo episodio corrisponde esattamente a questa descrizione. L’unico problema è che si tratta di uno stacco fin troppo netto, per giunta apparentemente scollegato alla storyline principale.
Tramite un ampio (anche fin troppo) flashback narrativo viene fatto vedere un momento particolare della giovinezza/adolescenza di Karen, presumibilmente poco prima del suo trasferimento a Hell’s Kitchen.
Una sequenza narrativa sicuramente suggestiva, poiché mostra un lato inedito del personaggio immerso in un’atmosfera gangster/noir che non ci si aspetterebbe altrimenti, e che mostra appieno il suo significato complessivo una volta concluso l’episodio.
Il problema è che, per l’appunto, bisogna aspettare la fine dell’episodio per capirne appieno il significato.
Fino al minuto 20/23 infatti (che se ci si pensa è buona metà e più di episodio) lo spettatore si trova di fronte a una sequenza quasi del tutto slegata a quanto ha visto finora e solo parzialmente collegata agli avvenimenti precedenti.
Sequenza che ha poi come soggetto un personaggio che non è neanche il protagonista dello show (per quanto non si possa relegare Karen a un mero personaggio di contorno) e per questo appare fuorviante se visto dopo il cliffhanger dell’episodio precedente che aveva rilasciato una certa tensione proprio riguardo il protagonista principale.
Si tratta di uno stacco troppo netto rispetto al resto della narrazione, e anche troppo netto rispetto alla seconda parte della puntata stessa, senza dubbio più ancorata alla storyline principale.
Passando poi a questa seconda parte si ha un’accellerazione narrativa senza precedenti, mettendo insieme almeno tre scene che sono un crescendo di climax narrrativo e tensione.
Si comincia da un dialogo, scritto veramente bene, tra Kingpin e Dex che serve ad introdurre poi quello che avverrà dopo.
Si torna poi alla famosa scena-cliffhanger della puntata precedente in cui è presente uno stratagemma narrativo degno di Hitchcock che rilascia ancora più suspense.
Si finisce poi con una scena-madre che viene preparata giocando sempre su questa stessa tensione e mettendo in ordine tutti gli elementi mostrati precedentemente.
Se si analizza la puntata, si può notare infatti come tutto sia stato predisposto per far arrivare l ospettatore preaprato emotivamente per quello che è forse il cliffhanger più traumatico mai visto in questa serie, il vero elemento capace di elevare la puntata al livello di un Thank pieno, pur con tutti gli elementi negativi descritti sopra.
La coreografica scena di lotta all’interno della chiesa tra Matt e Dex è forse lo scontro più scenografico e atteso di questa terza stagione, e viene rappresentato giustamente dopo questa lunga preparazione iniziale.
la scena finale poi è ad alto tasso di empatia, e il regista Alex Garcia Lopez si permette addirittura di scomodare l’iconografica Pietà di Michelangelo in un episodio dove le citazioni bibliche e i simbolismi religiosi si sprecano (d’altra parte si parla di un episodio dove due “diavoli” si scontrano dentro una chiesa, cosa ci si poteva aspettare di meno?).
Se ne sia valsa o no la pena aspettare metà episodio per arrivare fino a questo punto è a insindacabile giudizio dello spettatore e della sua capacità di skippare oltre le scene noiose.
Tuttavia, anche se la prima parte risulta eccessivamente lunga, e apparentemente distaccata dal contesto generale, si consiglia di vedere per intero l’episodio per entrare nel mood emotivo giusto per godersi il cliffhanger finale, per quanto noioso possa sembrare.
Tutto il resto è una discesa verso la godibilità visiva e narrativa che Marvel’s Daredevil porta con sé!
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Revelations 3×09 | ND milioni – ND rating |
Karen 3×10 | ND milioni – ND rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!
L’ho trovato uno dei migliori episodi della serie. La prima parte su Karen può sembrare lunghetta, ma non l’ho trovata affatto noiosa ed è inoltre sensata per ciò che accade dopo.
Comunque credo in realtà che più che la Pietà di Michelangelo la scena finale citi esplicitamente (invertendola) una vignetta de “Il diavolo custode”, fonte di ispirazione per la scena nella chiesa e per molto altro in questa stagione (insieme a “Rinascita”)
Ciao,
Scusa il ritardo nella risposta ma riusciamo a trovare il tempo per rispondere solo tra un binge-watching e l’altro (quindi raramente). Comunque grazie per il tuo commento, sicuramente l’immagine è presa anche da lì però entrambi fanno riferimento poi alla Pietà di Michelangelo come modello. Era per far capire anche a chi non aveva letto il fumetto (cosa che non è scontata), a maggior ragione Grazie per il riferimento.