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Dopo “Tsunami“, con questa 1×09 Marvel’s Runaways cerca di rientrare nei ranghi spostando il punto di vista della trama principale sui figli coscienziosi dei membri dell’Orgoglio. Purtroppo l’operazione di recupero dell’originale attinenza alla traccia di partenza non riesce completamente, in quanto l’indecisione sul registro narrativo della serie – meglio descritto nella recensione della 1×08 – comincia a dare i suoi marci frutti.
Nel tentativo di creare una componente teen in cui i giovani d’oggi potessero ritrovarsi ed una componente adult fatta di figure complesse e sfaccettate, la serie Hulu/Marvel Studios non ha purtroppo retto nella lunga distanza, andando fuori traccia e dimenticandosi i veri obiettivi della serie. Non si mette in dubbio la buona volontà della serie nel creare del serio contrasto generazionale, però si doveva cercare di contenere il protagonismo dei genitori. È chiaro che gli adulti siano dei personaggi più interessanti, in quanti figure ambigue e lascive, però concentrarsi troppo su di loro ha finito per centralizzare eccessivamente l’attenzione su characters comunque classificati come personaggi di supporto, utili per giustificare la caratterizzazione dei singoli membri in netta contrapposizione coi genitori/villains. Per quanto coinvolgenti siano i segreti delle singole famiglie, la nascita e lo scopo di Pride o il mistero sulla morte dei genitori di Molly, arrivati a “Doomsday” viene da chiedersi chi siano i veri protagonisti dello show.
La parte dei giovani, che doveva essere la principale preoccupazione degli autori, ha gravitato sullo sfondo, giocando un ruolo estremamente marginale facendo venire a mancare un giusto bilanciamento, e le conseguenze si vedono nella 1×09. La crew si è accorta di essere quasi alla fine della stagione, quindi organizza l’intero episodio che precede il season finale tentando il riscatto di quei personaggi trascurati, anche chiamati “protagonisti”. In “Doomsday” c’è la conclusione delle trame interne ai Runaways ma è tutto fatto molto di fretta e sommariamente solo perchè incombe il season finale. Si percepisce infatti la mancanza di quella profondità narrativa che è totalmente venuta a mancare a causa della gestione delle tempistiche.
Tanto per fare degli esempi, storylines come la “one night stand” tra Alex e Gert o la scoperta delle tendenze sessuali di Karolina ed il suo interesse per Nico arrivano ad una conclusione giusto pochi minuti prima dello scontro finale ma è tutto decisamente superficiale e strutturato come se fosse il contentino degli showrunner per il pubblico, come se fosse una promessa mantenuta a forza perché fatta ad un bambino e lo si vuole accontentare. Pertanto, benché ci sia della soddisfazione nel vedere certe situazioni che si realizzano – come, appunto, la relazione Karolina/Nico, parte portante ed importante del fumetto – l’impatto è decisamente inferiore a quanto visto su carta soprattutto perché la conclusione è stata accelerata dopo essersi accorti di essere in Zona Cesarini.
Qualcosa di buono fortunatamente c’è, oltre all’impeccabile drammaticità della morte dei genitori di Molly, e sono i minuti precedenti alla fine della puntata che riescono veramente a incollare lo spettatore allo schermo. Impreziositi da una regia che sugli scudi mostra i fumettosi schieramenti tra le due fazioni, i minuti finali mettono finalmente in scena il tanto atteso scontro tra figli e genitori, creando della solida curiosità verso la prossima puntata. Il problema è che la curiosità per lo scontro non è tanto indirizzata alla rissa in sè, quanto più per constatare se la serie effettivamente prenderà la scelta di far menare i Runaways contro i Pride o sceglierà di tergiversare ancora.
Nel tentativo di creare una componente teen in cui i giovani d’oggi potessero ritrovarsi ed una componente adult fatta di figure complesse e sfaccettate, la serie Hulu/Marvel Studios non ha purtroppo retto nella lunga distanza, andando fuori traccia e dimenticandosi i veri obiettivi della serie. Non si mette in dubbio la buona volontà della serie nel creare del serio contrasto generazionale, però si doveva cercare di contenere il protagonismo dei genitori. È chiaro che gli adulti siano dei personaggi più interessanti, in quanti figure ambigue e lascive, però concentrarsi troppo su di loro ha finito per centralizzare eccessivamente l’attenzione su characters comunque classificati come personaggi di supporto, utili per giustificare la caratterizzazione dei singoli membri in netta contrapposizione coi genitori/villains. Per quanto coinvolgenti siano i segreti delle singole famiglie, la nascita e lo scopo di Pride o il mistero sulla morte dei genitori di Molly, arrivati a “Doomsday” viene da chiedersi chi siano i veri protagonisti dello show.
La parte dei giovani, che doveva essere la principale preoccupazione degli autori, ha gravitato sullo sfondo, giocando un ruolo estremamente marginale facendo venire a mancare un giusto bilanciamento, e le conseguenze si vedono nella 1×09. La crew si è accorta di essere quasi alla fine della stagione, quindi organizza l’intero episodio che precede il season finale tentando il riscatto di quei personaggi trascurati, anche chiamati “protagonisti”. In “Doomsday” c’è la conclusione delle trame interne ai Runaways ma è tutto fatto molto di fretta e sommariamente solo perchè incombe il season finale. Si percepisce infatti la mancanza di quella profondità narrativa che è totalmente venuta a mancare a causa della gestione delle tempistiche.
Tanto per fare degli esempi, storylines come la “one night stand” tra Alex e Gert o la scoperta delle tendenze sessuali di Karolina ed il suo interesse per Nico arrivano ad una conclusione giusto pochi minuti prima dello scontro finale ma è tutto decisamente superficiale e strutturato come se fosse il contentino degli showrunner per il pubblico, come se fosse una promessa mantenuta a forza perché fatta ad un bambino e lo si vuole accontentare. Pertanto, benché ci sia della soddisfazione nel vedere certe situazioni che si realizzano – come, appunto, la relazione Karolina/Nico, parte portante ed importante del fumetto – l’impatto è decisamente inferiore a quanto visto su carta soprattutto perché la conclusione è stata accelerata dopo essersi accorti di essere in Zona Cesarini.
Qualcosa di buono fortunatamente c’è, oltre all’impeccabile drammaticità della morte dei genitori di Molly, e sono i minuti precedenti alla fine della puntata che riescono veramente a incollare lo spettatore allo schermo. Impreziositi da una regia che sugli scudi mostra i fumettosi schieramenti tra le due fazioni, i minuti finali mettono finalmente in scena il tanto atteso scontro tra figli e genitori, creando della solida curiosità verso la prossima puntata. Il problema è che la curiosità per lo scontro non è tanto indirizzata alla rissa in sè, quanto più per constatare se la serie effettivamente prenderà la scelta di far menare i Runaways contro i Pride o sceglierà di tergiversare ancora.
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“Doomsday” poteva anche chiamarsi “Tsunami: Part 2”, che tanto non faceva molta differenza. Dopo diverse puntate fuori traccia, Marvel’s Runaways cerca di rimettersi in carreggiata non riuscendoci completamente e commettendo gli stessi errori degli episodi precedenti. Il pregio è che, finalmente, molte delle promesse fatte vengono mantenute in questo episodio, con i loro alti ed i loro bassi.
Tsunami 1×08 | ND milioni – ND rating |
Doomsday 1×09 | ND milioni – ND rating |
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