Finalmente Narcos: Mexico sforna un episodio più che soddisfacente per tutti i palati. “Truth And Reconciliation” regala 55 minuti ben orchestrati con tutti gli elementi che il pubblico si aspetta da una serie a tema criminale come questa: i riferimenti storici e politici si intersecano con i giochi di potere del Jefe de Jefes mentre il cartello inizia a smembrarsi tra spie, soffiate, doppigiochi, confronti filosofici e sane sparatorie in casa a suon di kalashnikov. La seconda stagione del prodotto Netflix ha prodotto poche scene di violenza e scontri a fuoco, fatto dovuto sicuramente al tipo di vicende che la stagione sta raccontando: la DEA sta qui agendo nell’ombra quindi non può affrontare i narcos ad armi dispiegate; d’altra parte, almeno fino a El Dedazo, la narrazione del comparto criminale, in virtù dell’organizzazione del primo e unico cartello messicano della droga, trovava difficoltà a prevedere lotte sanguinose per la conquista di potere, delle piazze o per vendette varie ed eventuali (come i vari Narcos, Gomorra, Suburra, Peaky Blinders, Boardwalk Empire e show a tema simile ci hanno insegnato). Così ci si è inventati la scaramuccia tra le piazze di Tijuana e Sinaloa e la questione personale di Acosta contro tale Fermin pur di dare aria ai fucili e far scorrere del sangue. L’escalation della diatriba tra le piazze di Palma e Benjamin ha finalmente dato la possibilità di sfogare un po’ di sana violenza tra i narcos, fino all’attentato a Palma, quasi un omaggio ai film gangster degli anni 80-90 (qualcun’altro ha pensato alla scena finale di Scarface?). Il resto della puntata si è però giocato su scene dal ritmo molto meno concitato, ma non per questo meno accattivante grazie a dialoghi importanti e inaspettati. Sicuramente il confronto Breslin-Acosta è uno di questi e, per quanto ben riuscito, sorprende un po’ la naturalezza con cui avviene un dialogo così pacato e d’intesa tra un poliziotto e uno dei più grandi trafficanti messicani: sebbene l’intenzione di Acosta di “cambiare vita” sia stata alla base della sua storyline per tutto questo secondo anno di produzione si storce comunque un po’ il naso di fronte all’atteggiamento pacifico e, a tratti, filosofico che mostra a Breslin e, sul finale, anche ad Amado. Quasi toccante vedere come quest’ultimo cerchi di far cambiare idea ad Acosta per salvargli la vita e, allo stesso tempo, non esprima alcun rancore per il trattamento che Felix sta riservando ai suoi soci, a differenza di molti di questi. Paradossalmente Amado, pur non avendo ricevuto lo stesso minutaggio o la verve di altri personaggi, si sta dimostrando più interessante di quanto si potesse pensare: un criminale meno romantico di Acosta ma allo stesso tempo meno glaciale di Felix. Abituati ad immaginare criminali di questa portata come dei mostri, quasi non umani, fa sempre un certo effetto vederne l’umanizzazione nei racconti su piccolo e grande schermo; tanto sembra inimmaginabile che uomini in grado di uccidere con leggerezza altri uomini solo per tornaconto personale possano provare sentimenti che si è quasi portati a leggerci un difetto di irrealismo per la serie. Lo stesso vale per Felix, che abbiamo visto, per un momento, cedere ai sentimenti negli episodi precedenti ma che già qui non si fa più colpire dalle dure parole della ex-moglie.
Maria: “You know, it takes someone special to abandon everyone and still find a reason to blame them. You chose the wrong side, Miguel Angel. You fucked over anyone who cared about you. Now bad things are happening to you. Because you’re a bad guy.”
Felix: “A new day is coming. Some will be punished, and some will be rewarded.”
Maria: “What you find God or something?”
Felix: “Maybe something better.”
Maria: “Good luck with that.”
Sicuramente il punto forte dell’episodio è la vicenda storico-politica legata alle elezioni e al coinvolgimento di Felix in queste. E’ esattamente questo che ci si aspetta da uno show come Narcos: immaginare e raccontare i retroscena di eventi storici noti ed affascinare il pubblico mostrando come siano proprio i criminali a tessere le fila dei giochi politici che hanno definito un momento storico. Felix dimostra l’intelligenza e la capacità di vedere l’insieme delle cose e proiettarle nel futuro – caratteristiche che ha dimostrato fin dall’inizio e che l’hanno portato dove è ora – tipiche di un abile politico. Nonostante il fiato sul collo di polizia, diatribe interne all’organizzazione riesce ancora una volta a trovare una scappatoia. Solo nelle restanti puntate si saprà se anche questa volta il piano andrà a buon fine.
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El Dedazo 2×06 | ND milioni – ND rating |
Truth And Reconciliation 2×07 | ND milioni – ND rating |
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