Orange Is The New Black 7×02 – Just DessertsTEMPO DI LETTURA 5 min

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Suzanne: “But everyone else got a dessert. So they should all have dessert. It’s not fair. I mean, why would you only have some of them that don’t have a dessert? It doesn’t make sense. They should all have a fucking dessert.”

Orange Is The New Black è tornato, facendo immergere il suo pubblico nuovamente nelle vite delle detenute (o ex detenute) più famose della tv. Il tema della serie è sicuramente originale e ha rappresentato una novità di successo nel mondo telefilmico: la sua coralità, estremamente funzionale, ha permesso una facile identificazione da parte del pubblico con tutti i personaggi perché, come anche menzionato nella scorsa recensione, con così tanti characters e con il notevole spazio a loro dedicato, non è difficile trovare qualcuno con cui immedesimarsi o una storyline a cui affezionarsi. Dopo sei anni, però, è arrivato il tempo di dire addio a Litchfield e la trama, e soprattutto il focus dello show, iniziano a delinearsi con questo secondo episodio che è incentrato sul tema dell’ingiustizia in tutte le sue forme. Dalla conclusione dell’episodio, si può certamente presagire che nei prossimi appuntamenti la serie affronterà altri temi di natura sociale e/o politica.

Suzanne’s mum: “No, you don’t deserve to be here. It’s not fair.”

La prima forma, non cronologicamente, di ingiustizia raccontata dallo show è quella del sistema giudiziario. E’ una cosa innegabile, quasi palese, è un problema che tutti conoscono. Tutti, tranne Suzanne. Attraverso il “risveglio” di uno dei personaggi migliori di OITNB, gli autori sembrano voler far riflettere gli spettatori su un tema che viene spesso sottovalutato ma che rappresenta uno dei più grandi problemi dell’epoca moderna, e non. La condanna a 15 anni inflitta a Suzanne, così come l’ergastolo a Taystee, sono i casi esemplari ma non i soli.
Se la condanna a “Crazy Eyes” è se non altro discutibile alla luce dei suoi problemi, la situazione delle altre detenute nel corso di questi sei anni dovrebbe far riflettere. Lasciando da parte il discorso sui diritti umani, troppo complesso da trattare interamente, uno dei temi dello show che risalta in questo inizio di stagione è la funzione della prigione, con una contrapposizione pesante tra funzione ideale e reale. Idealmente, dovrebbe riabilitare le detenute, ma in realtà le degrada. Uno spunto di riflessione su questo tema viene offerto anche dallo scorso episodio, seguendo la vita di Piper in libertà vigilata. Il sistema e le sue regole non permettono a Piper, e a tante altre persone nella sua situazione, di rimettersi in piedi. Le restrizioni dettate dalla “probation” se da un lato possono essere considerate sensate, dall’altro le impediscono di trovare un lavoro dignitoso che le permetta di essere autosufficiente e di ricostruire la propria vita. Infatti, molti ex detenuti tornano a delinquere.

CO Hellman: “Guess you gotta pay a titty tax.”

Un’altra tematica legata all’ingiustizia che viene toccata in “Just Desserts” è legata al trattamento diverso che viene riservato alle donne in campo lavorativo, in termini di salario e non solo. OITNB cavalca l’onda del femminismo, puntando la lente di ingrandimento sulla vita lavorativa delle donne. La paga diversa delle CO donne, comparata a quella dei loro colleghi maschi, è solo uno degli elementi legati al sessismo. I commenti sui capelli di Ward e sul suo comportamento da “brava ragazza di chiesa” sono altrettanto sessisti, così come la pressione che viene esercitata su McCollough per rendersi simpatica ai suoi colleghi soldati, come se il loro pessimo trattamento nei suoi confronti fosse una sua colpa. Ed è proprio il sessismo il tema su cui questo secondo episodio sembra concentrarsi maggiormente; sì, potrebbe sembrare un modo per sfruttare la popolarità del movimento Me Too, che ormai è diventato trito e ritrito nel mondo telefilmico, ma OITNB lo fa in modo delicato, raccontando le angherie, le ingiustizie, le molestie subite dalle donne in modo coerente, anche se in alcuni tratti banale, rendendo la visione non pesante.

Maritza“I am an American. I am a US citizen!”

Gli ultimi minuti dell’episodio, invece, fungono palesemente da introduzione ad uno degli argomenti su cui lo show si soffermerà nelle prossime puntate. Se nel finale della scorsa stagione si è vista Blanca finire nelle mani dell’Immigrazione, ora OITNB ci porta direttamente dentro un Centro di Detenzione per immigrati clandestini. E’ un tema troppo succoso per non essere ampiamente affrontato dallo show e ha un potenziale notevole. Il rischio, però, è che diventi un mero strumento per contrastare le politiche di Trump o il presidente stesso. Puntare i riflettori su questa problematica è sicuramente importante, non è nemmeno la prima volta che OITNB si fa promotore di denunce sociali, ma gli autori dovrebbero stare attenti a non esagerare, snaturando di fatto la serie.
E’ chiaro che Orange Is The New Black sta prendendo una piega più dark, diventando sempre più drama e meno comedy. Il percorso è iniziato con la dolorosa morte di Poussey, per poi proseguire con due stagioni che si sono rivelate, nel complesso, abbastanza sottotono per lo show. Ora si è giunti alla fine, è davvero arrivata l’ora di riportare la serie alla sua vecchia gloria, concludendo col botto.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Suzanne e la sua presa di coscienza
  • Il tema dell’ingiustizia
  • Episodio abbastanza scorrevole
  • La storyline di Alex per nulla innovativa
  • …forse usare un soldato donna in una squadra di soli uomini per parlare di molestie sessuali ed esclusione sociale è un po’ troppo “cliché”

 

Con “Just Desserts” la settima stagione ingrana la marcia. E’ solo il secondo episodio ma i presupposti per sperare in una buona stagione finale ci sono tutti.

 

The Beginning Of The End 7×01 ND milioni – ND rating
Just Desserts 7×02 ND milioni -ND rating

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