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Dopo la visione del precedente episodio, si poteva immaginare che fosse nata una stella, almeno nel mondo dell’avvocatura, ma così non è stato.
Infatti nella prima e interessantissima prova da avvocato di Perry Mason non fila tutto liscio e anzi a dire la verità niente va nel verso giusto, con tanto di emozione nel debutto in aula a complicare ulteriormente la situazione.
Naturalmente questo è un bene per la serie, visto che il repentino passaggio da investigatore alcolista squattrinato a brillante avvocato sarebbe stato eccessivo in un solo episodio.
Da sottolineare come Mason sia aiutato da un ottimo team e ancora una volta Della, tecnicamente solo una segreteria, risulti essere un personaggio fondamentale, senza la quale non solo il personaggio interpretato da Matthew Rhys non si troverebbe in tribunale, ma probabilmente Emily avrebbe già abbandonato ogni speranza.
Non è da meno Pete Strickland, scontroso, brusco e di poche parole, ma molto bravo nel proprio mestiere e spalla perfetta per il più idealista Mason, un personaggio reso alla perfezione da un’ottima interpretazione di Shea Whigham, il quale nonostante il poco screen time a disposizione è riuscito a rendere perfettamente il detective.
Finalmente il processo per l’omicidio di Charlie entra nel vivo, con la povera Emily Dodson che si ritrova contro non solo il procuratore ma l’intera stampa, considerata da tutti colpevole poiché adultera e quindi automaticamente anche una pessima madre, in grado quindi di uccidere il figlio.
Nonostante l’aiuto dell’agente Drake, che sovrastato dai sensi di colpa cerca in tutti i modi di aiutare Perry Mason, la situazione volge al peggio e sembra altamente probabile una condanna a morte per Emily, per un processo praticamente perso già in partenza, salvo incredibili colpi di scena finali.
Resta anche da capire quale sarà il vero ruolo di Sister Alice, che per ora è riuscita ad aiutare la Dodson soprattutto economicamente, ma visto il profilo spirituale del personaggio non sono da escludere risvolti clamorosi nei prossimi episodi.
Non si possono mettere in discussione né l’ottimo cast né la qualità della scrittura della nuova serie di casa HBO, l’unico vero difetto di questo prodotto seriale risulta essere l’eccessiva durata delle puntate: anche se inizialmente concepita come una miniserie, modalità di fruizione che giustificherebbe i 60 minuti per episodio, vista la natura prettamente narrativa della storia comunque il minutaggio risulta troppo lungo, problema ormai che riguarda la maggior parte dei nuovi prodotti televisivi.
Il finale di puntata fà ben sperare per i prossimi due appuntamenti, che saranno anche gli ultimi di questa prima stagione, la quale visto il rinnovo ottenuto dalla serie assume tutto un altro significato, poiché non trattandosi più di una storia autoconclusiva, i nove episodi previsti rappresentano il perfetto trampolino di lancio per una storia ancora lunga da raccontare, visto che la carriera del celebre avvocato è appena agli inizi e i casi che potenzialmente si potranno raccontare sono praticamente infiniti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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L’ennesimo ottimo episodio per la nuova serie di casa HBO che si conferma un prodotto seriale di indubbia qualità e sulla scia degli ottimi ascolti è già stato rinnovato per un secondo ciclo stagionale. I pregi dello show sono evidenti e la valutazione di questa sesta puntata non può che essere alta, peccato per l’eccessiva durata degli episodi, 15 minuti in meno non avrebbero guastato.
Chapter Five 1×05 | 0.88 milioni – 0.1 rating |
Chapter Six 1×06 | 0.95 milioni – 0.1 rating |
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.