“I mean this literal piece of ketchup-stained garbage, because obviously Wayne Industries doesn’t appreciate quality or crafmanship or aesthetics whatsoever. So a garbage company gets a garbage wrapper.”
Arrivati alla quinta puntata potrebbe sorgere la pia illusione di aver già conosciuto larga parte di quello che Powerless ha da offrire. A cominciare dalla ormai immancabile sigla, con i suoi colori fluorescenti e sgargianti. Piccolo excursus: l’intro generalmente riveste una particolare importanza in determinate serie tv di un certo calibro. Sempre restando al genere supereroistico, molte cose erano esplicitate già dalle sequenze presenti in Daredevil e/o Jessica Jones. Così come la serie evento dell’anno scorso, Westworld che, in quella successione magnetica di pianoforti e corpi umanoidi, rivelava già allo spettatore l’attenzione al dettaglio di Nolan, Djawadi e soci.
Al di là di questi ingloriosi paragoni, è evidente che anche qui l’opening scene serva a svelare qualcosa di fondamentale per lo show: sostituendo il tanto vituperato previously, Powerless avvisa fin da subito che non ci sarà alcuna orizzontalità ad animare il percorso dello show. Nessuna ricorrenza particolare, nessuna trama lasciata in sospeso (e no, il ragazzo di Emily non è descrivibile come “trama”). Proprio questo aspetto si rivela quasi spiazzante, per lo spettatore abituato a soluzioni narrative di medio-lunga durata che qui si ritrova invece a fare i conti con episodi interscambiabili tra di loro dove l’uno vale l’altro.
Ben inteso, non si sta parlando della qualità generale di Powerless (non altissima, ma comunque in costante miglioramento di puntata in puntata), quanto più della direzione generale che si vuole prendere. Se l’unica ambizione che ha questa nuova comedy della NBC è essere un leggero e edulcorato divertissment, sinceramente non si vedono molte ragioni per un rinnovo, vista la presenza di numerose altre serie ben più proficue che possono adempiere anche a questo obiettivo.
Venendo all’episodio in sé, tutti i pregi e i difetti che la serie si porta dietro dalla premiere sono qui confermati. Gli autori sembrano consapevoli di avere a disposizione solo due cavalli forti su cui puntare (Alan Tudyk e la Hudgens, anche se decisamente di più il primo) e di conseguenza si decide di dividerli e con loro dividere l’episodio in due storyline parallele che tutto sommato funzionano parimenti bene. Chi ci perde (fortunatamente) è il personaggio di Wendy che ancora una volta si ritrova con una parte marginale e completamente inutile. Se Van Wayne si porta a casa con facilità le battute migliori della puntata, a Danny Pudi viene chiesto di affrontare la parte più emotiva e, malgrado una certa incapacità attoriale di fondo, anche questa parte scivola via discretamente bene. La poca partecipazione di Christina Kirk, per quanto sia triste, è spiegabile con la necessità di economizzare al meglio la sua caratterizzazione border line – un lavoro che a onor del vero andrebbe svolto anche con Van, senza il quale però lo show crollerebbe immediatamente.
La stonatura più evidente di questi venti minuti però è la guest star Crimson Fox (già citata nel secondo episodio). Teoricamente dovrebbe ricordare a tutti di questa fantomatica licenza DC in mano alla NBC. In pratica, da non addetti ai lavori, lo scoprire che di questo personaggio esiste solo una pagina Wikipedia in inglese e una in portoghese, purtroppo, ci fa pensare male. Molto male.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Emily Dates A Henchman 1×04 | 2.27 milioni – 0.7 rating |
Cold Season 1×05 | 2.54 milioni – 0.8 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.