Per tornare ad avere una vena creativa occorre tornare alla fase primordiale, agli albori, lì dove nulla era dovuto e dove per uscire allo scoperto occorreva sgomitare tra la folla. Occorre uscire, riassumendo banalmente, dalla zona di comfort.
Questo, come detto anche nella precedente recensione, lo spunto attorno al quale Marcello Macchia ha costruito la serie di Amazon Prime Video.
La stessa intelaiatura aiuta in questo scopo: Maccio per riuscire a riacquistare verve creativa deve sottoporsi ad un percorso che, a cadenza settimanale, lo occupa con una prova del dottor Braggadocio. La settimana si trasforma in episodio e quindi Sconfort Zone diventa un procedurale, per quanto inusuale e particolare: raccoglie il testimone lasciato da produzioni passate come My Name Is Earl (2005-2009), Reaper – In missione per il Diavolo (2007-2009), ma anche quello di show decisamente più recenti come The Good Place (2016-2020).
E’ un prodotto forse lontano dalle corde narrative a cui Marcello Macchia ha abituato il proprio pubblico, ma tutto diventa metatestuale in un lavoro che sembra voler far luce su qualcosa che lo riguarda in maniera molto vicina.
DOVE INIZIA MACCIO CAPATONDA E DOVE FINISCE MARCELLO MACCHIA?
La prima scelta artistica che suggerisce che il lavoro prenda molto spunto dalla realtà è il nome del personaggio: Maccio Capatonda.
Nome per antonomasia nato in maniera del tutto casuale durante la registrazione de La Febbra e che è rimasto appiccicato addosso a Marcello. Un nome scomodo, che fa ombra all’artista in sé e che richiede il suo spazio. Ecco quindi che diventa protagonista di Sconfort Zone.
Marcello mette distanza tra lui e il suo alterego equiparandolo ad uno dei suoi tanti personaggi, seppure la vita di Maccio sia in definitiva la medesima di Marcello a ben vedere. Una punta di Il Fu Mattia Pascal, ma poco più.
L’episodio prende in esame la prova settimanale a cui Braggadocio sottopone il povero Maccio, ossia consegnarsi nelle mani di uno sconosciuto seguendo passo passo ogni suo consiglio. La scelta ricade su Valerio, l’infermiere dell’hospice, che come è possibile immaginare rappresenta un enorme autogol in termini di puro e semplice marketing e social: tralasciando la campagna pubblicitaria per degli hamburger (Maccio è vegano), il grosso dell’episodio si concentra sull’insensata scelta di partecipare a Danza col VIP (parodia di Ballando con le stelle).
DANZA COL VIP
Che un personaggio come Valerio potesse rappresentare una pessima scelta manageriale per Maccio era pressoché scontato, ma la puntata intera risente di un leggero appesantimento tipico del “secondo episodio”. Vuoi per la superficialità attorno al falso Ballando con le stelle, vuoi per la chiusura un po’ anticlimatica (con tanto di insulti) della carriera di ballerino di Maccio, vuoi per una scontatezza narrativa generale.
La forza dello show, come detto più volte, resta nel percorso in sé del personaggio: scardinato dalle proprie certezze ci sono molte zone grigie dentro le quali poter gettare un personaggio abitudinario come Maccio (come per l’appunto Danza col VIP). Resta da vedere quali nello specifico e, soprattutto, quali ripercussioni possano avere sul suo diretto cambiamento.
Il suo scatto d’ira durante la diretta, come si vede nel finale di puntata, sembra averlo smosso, probabilmente solo parzialmente, quindi qualcosa di vero nella cura pare esserci.
Ma si tratta di effetto placebo oppure Braggadocio ha davvero trovato la soluzione alla crisi creativa di Maccio Capatonda?
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un episodio che risente dell’affaticamento tipico del secondo episodio, ma che aiuta a mettere il primo tassello del vero percorso di cura di Maccio. Con quattro episodi ancora da vedere e una cura che definire “particolare” sarebbe un eufemismo, Sconfort Zone ha tutte le carte in regola per intrattenere il proprio pubblico. Forse lasciando qualcosa di più rispetto ai precedenti lavori di Marcello Macchia.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.