Twisted Metal, serie di videogiochi targati Playstation, si appresta a diventare una nuova serie tv targata Sony e il servizio streaming Peacock (se n’è parlato anche nell’ultima puntata del podcast). Una tendenza, quella di attingere da videogiochi famosi per scrivere nuove storie, che non accenna a diminuire. Questo per ovvi motivi, dal momento che questo tipo di prodotti è ottimo per suscitare curiosità e interesse, soprattutto in un’ottica nostalgica.
Questa nuova serie poi, scritta da Michael Jonathan Smith (già autore di Cobra Kai, quindi esperto di nostalgie) e prodotta, fra gli altri, da Anthony Mackie (anche protagonista della storia), ha dalla sua una certa dose di ironia e demenzialità da “prodotto anni ’90” che rendono immediatamente attraente il tutto. E forse proprio questa caratteristica, più di ogni altra, è la vera chiave del (possibile) successo per questo prodotto che si presenta fin da subito come pensato sia per il pubblico di “esperti” che per i neofiti, risultando un qualcosa già di per sé molto ibrido.
POST-APOCALITTICO COMEDY
Già il genere e l’ambientazione scelti denotano vari riferimenti culturali (e stereotipi) prettamente “made in USA”. Il mondo di Twisted Metal è quello tipicamente post-apocalittico, in cui l’umanità si è chiusa dentro le grandi città dopo una non-meglio specificata catastrofe planetaria.
Al di fuori delle città ci si sposta rigorosamente in auto, e chi lo fa deve essere per forza armato per sfuggire a mercenari, ladri d’auto e vari pericoli che comporta il “mondo esterno”. Così è la vita di John Doe (Anthony Mackie) tipico anti-eroe americano che di mestiere fa il “fattorino”, portando oggetti da una città all’altra.
La scena introduttiva e il monologo iniziale danno già un ritratto a 360 gradi di questo personaggio e del suo mondo, per cui lo spettatore, alla fine di tale scena, risulta perfettamente “settato” per quanto riguarda la filosofia di Twisted Metal. In questo aiutano, inoltre, le scene action unite a battute sarcastiche che fanno immediatamente entrare in sintonia lo spettatore con tale character e con lo show stesso. Anche se va detto che questa caratteristica dello show alla lunga risulta fin troppo ripetitiva e scontata (non fosse altro per il fatto che ricalca lo stile dei cinecomics Marvel).
SATIRA SOCIALE
Un giorno John viene convocato da Raven (Neve Campbell), la CEO (carica che corrisponderebbe al “sindaco” in questo mondo post-apocalittico) di Los Angeles, che lo incarica di portare un misterioso pacco a Chicago, senza spiegarne il contenuto né perché proprio dall’altra parte degli USA. Un viaggio molto rischioso, che però John accetta in quanto gli viene offerto di poter passare nella parte “alta” della città, con un lavoro e un alloggio stabile. Una vita finalmente “normale” senza i pericoli della strada.
L’introduzione del personaggio di Raven e la “missione” di John (che sarà da qui in poi la trama orizzontale di questa prima stagione), sono il lato più “serioso” dello show, quello in cui viene fuori anche l’aspetto di critica sociale e di satira di cui lo show è portatore. Viene infatti mostrata una società divisa in “classi sociali” rigorosamente separate, in cui ovviamente nella parte “alta” vivono perlopiù persone di etnia “bianca”. Anche il personaggio stesso di Raven dimostra una certa ambiguità nella sua generosa offerta data a John, il che la rende ovviamente uno dei personaggi più interessanti di questo show (sicuramente meglio del ben più prevedibile John).
Ed è un peccato il fatto che entrambi i due interpreti (Anthony Mackie e Neve Campbell), almeno in questo primo episodio non brillino troppo nei rispettivi ruoli, quasi facessero una sorta di parodia di altre parti già interpetate in altri film o show televisivi.
CLIFFHANGER FINALE
Ben diverso il discorso dei personaggi “secondari” fra cui Quiet (un’intensa Stephanie Beatriz) e Sweet Tooth (Joe Seanoa ma doppiato da Will Arnett), che in realtà sono ben noti ai fan del videogioco, e già diventati iconici dello show solo dal trailer.
Di fatto sono i loro segmenti a salvare un pilot che altrimenti sarebbe fin troppo “introduttivo”, talmente pieno di sequenze descrittive e spiegoni che sarebbe stato meglio approfondire successivamente nel corso dello show. Invece il trio di showrunner che firma anche la sceneggiatura (Rhett Reese, Paul Wernick, Michael Jonathan Smith) e il regista (Kitao Sakurai) preferiscono concentrare tutta la suspense nella scena finale che, con un abile cliffhanger, riporta l’interesse nello spettatore.
Per il resto, “WLUDRV” funziona come introduzione alla storia ma meno come episodio pilota, in quanto abbonda fin troppo dei suoi stessi cliché narrativi ed è fin troppo “demenziale” per poter essere preso sul serio.
Rimane comunque ottimo per questa stagione televisiva “estiva” in quanto, con una trama tutto sommato semplice ma azzeccata, risulta perfetto per un intrattenimento spicciolo senza troppe pretese.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Tratto dall’omonima serie di videogiochi per Playstation, Twisted Metal promette sparatorie, sangue a fiumi e tante scene action in automobile, oltre a una sana dose di ignoranza. Non manca anche un po’ di critica sociale, ma la sostanza rimane un intrattenimento puro senza troppe pretese. Anche se i 10 episodi totali un po’ spaventano.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
3
Nessun voto per ora
Tags:
Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!