Russian Doll 1×05 – Superiority ComplexTEMPO DI LETTURA 4 min

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Per chi ha visto Black Mirror: Bandersnatch i parallelismi tra Russian Doll ed il prodotto interattivo ideato da Brooker si sprecano: loop narrativi; una storia che prosegue in maniera inesorabile e che si districa tra una miriade di scelte; pochi nodi fondamentali ed un sacco di cul de sac narrativi; piccole interferenze e cambiamenti loop dopo loop.
Ma Russian Doll non è interattivo, bensì ogni decisione ed ogni sviluppo ad esso collegato è stato scelto dagli sceneggiatori in fase di scrittura. A conti fatti, quindi, si potrebbe pensare che ciò che rendeva speciale Bandersnatch (l’interattività), mancando in questa serie ne depotenzia la bellezza portandola a banale prodotto. Ed invece no, Russian Doll sopperisce a questa mancanza ampliando lo spettro narrativo ed introducendo, nello scorso episodio, una seconda variabile narrativa: Alan.
Ma oltre ad una costruzione narrativa inusuale ed interessante, la serie vanta un elemento ancor più raro all’interno del palinsesto seriale moderno: una stagione composta da un numero esiguo di puntate che al più raggiungono i trenta minuti l’uno. Una costruzione comedy, perché è indubbio che l’impronta ricercata da Lyonne, Poehler e Headland sia proprio quella della serie ilare e circoscritta alla canonica mezz’ora di filmato, ma con sfumature ben più impegnate. Anche se non troppo.
Russian Doll riesce a toccare nel profondo lo spettatore con vicissitudini sociali a tratti ben più che drammatiche: basti prendere ad esempio l’intera sottotrama riguardante Alan oppure la scena dello sparo a Nadia. La serie nasce come comedy, si sviluppa come tale ed a più riprese lo sottolinea come elemento cardine ma non perde occasioni di scuotere lo spettatore dal torpore e ricordargli che, volendo, potrebbe giocare a fare la grande.
“Superiority Complex” nasce come indegno seguito di “Alan’s Routine”, l’episodio al momento migliore della stagione che ha rappresentato lo spartiacque narrativo e rotto la ciclicità ostentata e pedante della storia. Parliamo di “indegno” in quanto, per forza di cose, la bellezza e la geniale creatività narrativa del quarto episodio non vengono (e forse non potevano essere) replicate. Ecco, quindi, che i loop riprendono e dopo aver introdotto una nuova variabile nella storia è arrivato il momento di analizzare le peculiarità di questo immortale ciclo di vita in cui Alan e Nadia sembrano essere bloccati.
I due muoiono sempre nello stesso identico momento, ma ovviamente per motivi diversi.
In entrambi i cicli, poi, iniziano a palesarsi diverse differenze (come per esempio la mancanza dei pesci, come da noi già appuntato e come precisato dallo stesso Alan durante l’episodio).
Le vere domande continuano però a rimanere irrisolte, cosa più che corretta visto e considerato che siamo al quinto episodio: come e perché Alan e Nadia sono finiti in questo loop? Per poterlo scoprire i due sembrano aver iniziato un percorso di auto perfezionamento, anzi, per la precisione di avvicinamento: Alan sta livellando il proprio carattere verso un più basso livello di autocontrollo e gentilezza; Nadia, al suo opposto, sta tentando di diventare più altruista e gentile verso il prossimo.
Lo spettatore è a conoscenza di cosa, all’incirca, sia avvenuto prima dell’inizio dei loop. Per meglio precisare ha una vaga idea di come fosse la vita di Alan e Nadia prima che questa ciclicità prendesse possesso delle loro vite. Ma un momento fondamentale manca sempre e comunque e dovrà essere presentato per giustificare i loop: l’esatto momento antecedente al loro volto inebetito perso nel riflesso dello specchio.
Russian Doll continua la propria ricerca di un equilibrio e di una serie di regole che possano rendere questi loop più comprensibili, così da poterne cogliere il significato e, magari, riuscire a sottrarsi ad essi.
Ma il percorso, valutati Nadia ed Alan, potrebbe rivelarsi più lungo del previsto.
L’immagine scelta per la recensione richiama chiaramente il loop e quindi il primo episodio in cui abbiamo fatto conoscenza di Nadia. Ma è percepibile un evidente cambiamento nella donna.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Loop che non sono loop
  • Alan e Nadia
  • Peculiarità della narrazione
  • Leggerezza narrativa che si alterna con un drama a tratti devastante
  • Era difficile reggere la bellezza dello scorso episodio, sfida impari

 

Era difficile riuscire a replicare la bellezza di “Alan’s Routine“. Consci di ciò, “Superiority Complex” rimane un ottimo episodio per poter approfondire ulteriormente le caratteristiche dei loop che, a questo punto, appaiono sempre meno categorizzabili come loop.

 

Alan’s Routine 1×04 ND milioni – ND rating
Superiority Complex 1×05 ND milioni – ND rating

 

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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