Scandal 3×05 – More Cattle, Less BullTEMPO DI LETTURA 4 min

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La puntata è stata sicuramente piena di tutti gli elementi che ci hanno accompagnato per queste tre stagioni e che ci hanno fatto apprezzare una di quelle serie tv che, una volta cominciate, non si possono più abbandonare e lasciare in sospeso. C’è adrenalina, amore, sospetto, rivelazioni. Credo che il problema risieda solo nel dosaggio di ogni sfaccettatura e nel tempo

dedicatogli. Cercare di ritornare alla vecchia vita quando quella “nuova” è così piena di situazioni e rivelazioni da gestire, non è una scelta che si può tranquillamente appoggiare. In più questo non ci permette di capire facilmente cosa realmente accade e il perché di alcune scelte, o meglio nessuno si applica nelle varie spiegazioni. Va bene l’azione e il pathos, ma questi due elementi dovrebbero essere accompagnati da tutte le spiegazioni necessarie per non arrivare a considerare i vari personaggi dei pazzi.
Ma andiamo con ordine. Il duo killer risulta davvero fruttuoso, in fin dei conti non sono spie assassine solo di nome. Jake, grazie all’aiuto di Huck, s’intrufola in casa del signor Pope (che nel frattempo metteva in scena al ristorante la famiglia stile “mulino bianco” con Olivia) e ruba un file molto importante sull’ormai nota operazione Remington. Grazie all’intuito e alla sua bravura, Huck riesce a capire che a guidare l’aereo durante questa operazione non fu il Presidente, ma Peter Foster, il militare suicida ucciso dallo stesso Huck. Quest’ultimo, alla fine, scopre che l’operazione era solo una copertura per il Presidente, impegnato invece ad abbattere un aereo per conto del Governo, sul quale viaggiava nientepopodimeno che la madre di Olivia, nonché la moglie di The Comand. Questo risulta per lo più il nucleo dell’intera puntata (a cui dovevano riservaresicuramente più spazio) che ci permette di alzare pian piano il coperchio di quella scatola da tutti considerata inesistente.
Nel frattempo veniamo catapultati nel mondo politico, in quanto a breve cominceranno le elezioni per la carica presidenziale. Ognuno gioca le sue carte e tutti cercano di accaparrarsi il migliore, tanto che la new entry della politica Josephine Marcus (Lisa Kudrow) inaggia la nostra Pope per la sua campagna elettorale, soprattutto in base alla sua capacità di risolvere i problemi. E la Congresswoman ne ha uno grandicello: una figlia (che in realtà è la sua finta sorella ignara di tutto) avuta a quindici anni e data in adozione, questa la versione ufficiale. Messa alle strette dal suo avversario, il Governatore Samuel Reston (nostra vecchia conoscenza) durante il dibattito politico, la donna non potrà far altro che ammettere di esser stata costretta a quella scelta per amore della figlia e per darle un futuro più sicuro. Con questa storiella conquisterà gli elettori e avrà una marcia in più per la corsa alla Presidenza.
Ora si può passare ad esaminare uno dei passaggi più inspiegabile nella storia di Scandal. Nel corso di queste stagioni abbiamo sempre assistito a sbalzi d’umore, decisioni cambiate, ma ciò che succede tra Olivia e Fitz risulta davvero fuori dall’umana comprensione. Nelle precedenti recensioni ho cercato di spiegare l’attuale rapporto tra i due, soprattutto dopo lo scandalo, tanto da concludere utilizzando un riferimento ad un cartone famoso: “Era glaciale” ed “Era glaciale 2”, erano stati i commenti alle precedenti puntate. Anche per questa puntata, ero pronta a scrivere il solito commento “Era glaciale 3”, ma ecco che tutto torna come prima, le telefonate, gli sguardi, i sorrisi. Bene, qualcuno mi spieghi cosa sia successo…
In “Say Hello to My Little Frined” lasciamo una Olivia che preferisce trascorrere la serata con Ballard piuttosto che al telefono con Fitz. In questa puntata invece troviamo una Olivia che attende trepidante una possibile sua chiamata come le ragazzine del liceo che aspettano l’invito per il ballo di fine anno. In più chiede a Jake di poterlo accompagnare alla cena annuale tenuta dalla Casa Bianca con i giornalisti, pur di poter vedere Fitz. Pazza! Questa è la conclusione a cui si arriva quando non viene dato il giusto peso alle spiegazioni per spiegare determinati comportamenti. Non basta semplicemente accontentare il pubblico che vuole Olivia e Fitz insieme.
Posso terminare questa recensione solo facendo una grande nota di merito a Mellie. Nel 2008 uscì il film pluripremiato “Vicky Cristina Barcelona” portato sul grande schermo da quel genio di Woody Allen. Quando vidi quel film, inevitabilmente mi chiesi come una donna possa volere e accettare la presenza di un’altra donna per il bene della coppia. Qui di certo non siamo ai livelli dei mènage a trois che ritroviamo nel film, ma abbiamo una Mellie che supplica Olivia di tornare alla lavorare per la Casa Bianca e per Fitz, perchè quest’ultimo non riesce a vivere in sua assensa, come la stessa moglie spiega. Cosa ha spinto Mellie a fare una confessione del genere? L’infinito amore per il marito o soltanto la consapevolezza di aver bisono di Olivia per poter rinnovare il mandato presidenziale?

PRO:

  • I due killer formano un duo perfetto
  • Le rivelazioni sull’operazione Remington e sull’omicidio della madre di Olivia
  • Queen messa in punizione
  • Mellie e la sua richiesta ad Olivia: è davvero sincera e innamorata come si dimostra?
CONTRO:
  • Le scelte dei personaggi non vengono adeguatamente spiegate
  • Olivia e il suo atteggiamento con Jake e con Fitz

Nonostante le numerose incoerenze, la puntata è caratterizzata da quelle informazioni che non possono passare inosservate. Di conseguenza, la puntata risulta una bella puntata meritando anche più della sufficienza.

VOTO EMMY

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