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Scandal è tornato, anzi è migliorato, anzi ancora è rinato a nuova vita! Con “Run” si toccano altre corse, altri livelli e tutt’altra regia e fotografia: cambia lo scenario e cambia completamente la rappresentazione di esso. Vengono perlustrati nuovi territori fino ad ora sconosciuti a questo telefilm e a Shonda in generale non più impegnata nelle solite catastrofi a cui ormai siamo tutti abituati. “È l’episodio migliore che abbia mai scritto” ha detto in qualche intervista, e noi cara Shonda ti crediamo e apprezziamo. Siamo arrivati ad un punto in cui tutto quello che abbiamo visto (e che abbiamo sempre amato nonostante gli ultimi episodi un po’ statici) passa in secondo piano arrivando per così dire ad essere superato e sminuito con la messa in scena di questi ultimi e completamente nuovi quaranta minuti. I grandi del settore sono in grado di capire quando si deve assolutamente cambiare rotta per dirigersi su nuove spiagge e soprattutto per non adagiarsi sugli allori, nonostante quattro stagioni quasi sempre all’altezza delle aspettative di un pubblico tutt’altro che facile. Ed è per queste e altre motivazioni che Shonda rientra nell’élite del settore essendo in grado di cambiare completamente registro non appena si sente l’odore di acqua stagnante nella storia.
Con “Run” per la prima volta gli eventi della Casa Bianca e le lotte politiche che ci hanno accompagnato per più di tre anni, vengono messe da parte per lasciare il primo piano a Olivia, e non ci si riferisce all’Olivia Pope che tutti conosciamo, ma semplicemente a Olivia e basta. Abbiamo guardato una Kerry Washington sublime nell’interpretazione di un personaggio che da squalo diventa pesce e nel mettere in scena tutte le fragilità che questo comporta. L’intera puntata ruota intorno a lei e a ciò che riesce a vedere, ma soprattutto a ciò che non riesce a vedere e che non sa. Niente ci viene mostrato di ciò che accade al di fuori di quelle quattro mura: la claustrofobia e l’angoscia del personaggio vengono interiorizzate allo stesso modo dal pubblico che vuole assolutamente scappare e salvarsi.
Chi la sta cercando? Jake riuscirà a trovarla? La Casa Bianca (alias Fitz e Cyrus) è stata informata? The Command davvero lascerà a se stessa la figlia? Queste sono le domande che suscita la visione di una puntata come questa, domande che attanagliano la mente anche della protagonista indiscussa di “Run”. E da qui partono i flashback, i sogni, tutti espedienti narrativi per mostrare, in mancanza di un interlocutore con cui parlare, il punto di vista del personaggio.
Come non sottolineare la scena del rapimento narrata dal punto di vista di Jake e poi da quello di Olivia che, a onor del vero, è sicuramente qualcosa di già visto (“filmicamente” parlando), però quando si trovano queste scelte in una puntata di un qualsiasi telefilm non si può far altro che gridare alla rarità. Come alla rarità si dovrebbe gridare quando Olivia “riesce” a scappare permettendoci di assistere a quei pochissimi minuti di corsa verso la libertà: sono delle sequenze imperdibili. Insomma, sembra di aver visto un buon film riassunto in soli quaranta minuti, sia per qualità di sceneggiatura sia per qualità di regia.
Per quanto riguarda la trama, alcune cosette non tornano e tutti ce ne siamo accorti. Se la prima parte della quarta stagioni di Scandal ha dato l’impressione al telespettatore di conoscere la verità, la seconda parte lo ha preso a sberle ricordandogli di essere in grado di conoscere solo una verità. Infatti sembrerebbe che il mandante del rapimento di Olivia non sia il vicepresidente, altrimenti non si spiegherebbe il tranello messo in atto dai rapitori per sapere qualcosa in più sulla sua vita e sulle sue conoscenze. Di conseguenza altre domande sorgono spontanee: il vicepresidente a chi si riferiva quando ha nominato la cosa più importante di Fitz? Ma soprattutto, chi è il mandante del rapimento?
Con “Run” per la prima volta gli eventi della Casa Bianca e le lotte politiche che ci hanno accompagnato per più di tre anni, vengono messe da parte per lasciare il primo piano a Olivia, e non ci si riferisce all’Olivia Pope che tutti conosciamo, ma semplicemente a Olivia e basta. Abbiamo guardato una Kerry Washington sublime nell’interpretazione di un personaggio che da squalo diventa pesce e nel mettere in scena tutte le fragilità che questo comporta. L’intera puntata ruota intorno a lei e a ciò che riesce a vedere, ma soprattutto a ciò che non riesce a vedere e che non sa. Niente ci viene mostrato di ciò che accade al di fuori di quelle quattro mura: la claustrofobia e l’angoscia del personaggio vengono interiorizzate allo stesso modo dal pubblico che vuole assolutamente scappare e salvarsi.
Chi la sta cercando? Jake riuscirà a trovarla? La Casa Bianca (alias Fitz e Cyrus) è stata informata? The Command davvero lascerà a se stessa la figlia? Queste sono le domande che suscita la visione di una puntata come questa, domande che attanagliano la mente anche della protagonista indiscussa di “Run”. E da qui partono i flashback, i sogni, tutti espedienti narrativi per mostrare, in mancanza di un interlocutore con cui parlare, il punto di vista del personaggio.
Come non sottolineare la scena del rapimento narrata dal punto di vista di Jake e poi da quello di Olivia che, a onor del vero, è sicuramente qualcosa di già visto (“filmicamente” parlando), però quando si trovano queste scelte in una puntata di un qualsiasi telefilm non si può far altro che gridare alla rarità. Come alla rarità si dovrebbe gridare quando Olivia “riesce” a scappare permettendoci di assistere a quei pochissimi minuti di corsa verso la libertà: sono delle sequenze imperdibili. Insomma, sembra di aver visto un buon film riassunto in soli quaranta minuti, sia per qualità di sceneggiatura sia per qualità di regia.
Per quanto riguarda la trama, alcune cosette non tornano e tutti ce ne siamo accorti. Se la prima parte della quarta stagioni di Scandal ha dato l’impressione al telespettatore di conoscere la verità, la seconda parte lo ha preso a sberle ricordandogli di essere in grado di conoscere solo una verità. Infatti sembrerebbe che il mandante del rapimento di Olivia non sia il vicepresidente, altrimenti non si spiegherebbe il tranello messo in atto dai rapitori per sapere qualcosa in più sulla sua vita e sulle sue conoscenze. Di conseguenza altre domande sorgono spontanee: il vicepresidente a chi si riferiva quando ha nominato la cosa più importante di Fitz? Ma soprattutto, chi è il mandante del rapimento?
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Per le risposte non dobbiamo far altro che aspettare, nel frattempo non lasciamo andare i momenti di goduria palpabile che abbiamo provato con questa decima puntata.
Where The Sun Don’t Shine 4×09 | 10.01 milioni – 3.1 rating |
Run 4×10 | 10.48 milioni – 3.6 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.