The Blacklist 3×09 – 3×10 – The Director (No. 24) Part 1 – The Director: Conclusion (No. 24)TEMPO DI LETTURA 6 min

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“Mio nonno è morto all’improvviso, d’infarto. Però per arrivare a quel momento gli ci sono voluti 90 anni”. (Leo Ortolani)

Solo la citazione di un grande autore poteva aprire degnamente il commento a quello presentato come “l’episodio che ha richiesto tre anni di preparazione”. “The Directord (No. 24) è costruito come un doppio episodio che, nella prima parte, fa tornare la storia perfettamente in carreggiata dopo un midseason finale piuttosto deludente, tutto seguendo come leitmotiv i duetti trai personaggi. Abbiamo Red – Samar Navabi: i due si divertono un mondo a preparare la messinscena-trappola che li porterà ai venezuelani. C’è poi Ressler-Tom Jacob: stanno proprio diventando amiconi, quasi a dimostrare la veridicità del proverbio dei nativi americani.
Il capo della task force dell’F.B.I. sta imparando come ci sia un vasto e complesso mondo al di là del seguire le regole mentre l’ex marito di Lizzie sta imparando come, a volte, non sia male seguire buoni sentimenti e sani principi. Insomma, hanno camminato qualche miglio uno nei mocassini dell’altro e cominciano a conoscersi, acquisiendo sempre più elementi per valutare e giudicare. Del duetto fra Harold Cooper e la moglie ci viene mostrata solo qualche scintilla, il resto, forse, è riservato a tempi migliori o anche a mai più. Più che duetto, duello, è invece il confronto fra Aram e il Direttore, con il tecnico informatico valorosamente impegnato in prima fila a difendere Lizzie.
L’agente Mojtabai sta diventando sempre di più un grande protagonista e dire che il personaggio interpretato da Amir Arison doveva comparire solo in una puntata, poi invece alcune osservazioni dell’attore riguardanti il copione hanno convinto gli showrunners a dargli più spazio. Ottima scelta, perché diciamocelo: quando si sente che la password per aprire la gabbia anti-tutto è stata da lui cambiata in “Navabi”, qualcuno è stato a sottilizzare su come una password di sole sei lettere, senza numeri o simboli, te la crackano in pochi secondi anche i ragazzini di 12 anni? No, l’indice di tenerezza era troppo alto.
Ma perché episodio “3 years in the making”? Notare, ad esempio, come le matrici per stampare i soldi, offerte al ministro venezuelano in cambio della sua collaborazione, siano quelle recuperate da Mr. Reddington nell’episodio “General Ludd (No. 109)” della prima stagione. Questo innanzitutto permette alla sceneggiatura di sfruttare al meglio i mille dettagli inseriti en passant lungo la strada, evitando così di inserire per forze sempre nuova carne al fuoco, arrivando all’esaurimento delle idee (problema che ha portato al crollo di grandi serie come The O.C.). Secondariamente, dà il senso di come di piano di Red stia arrivando a compimento, almeno in una delle sue fasi. Quale sia di preciso, ancora non lo sappiamo, ma tutta la puntata ha un retrogusto frizzantino, come fosse arrivata la luna giusta, quella che fa germogliare patate e cipolle ovunque esse siano. Anche il finale, di notte al cimitero, davanti ad una tomba vuota, è solo un momento per darsi la carica, come dimostra il discorso del protagonista.

“Ci sono elementi fondamentali nelle nostre vite. Persone che costituiscono le fondamenta di chi noi siamo. Persone che fanno così profondamente parte di noi che diamo per scontata la loro esistenza. Finché, improvvisamente, non ci sono più. E noi cadiamo a pezzi. Sono rimasto davanti alla tomba di qualcuno che ho amato troppo spesso. (…) Ho bisogno di ricordare questa sensazione (…) Adesso raduniamo la squadra, è tempo di distruggere la Cabala”.

La seconda parte ricorda da vicino film come “Ocean’s Eleven” e si apre con un commento musicale degno di una definitiva resa dei conti: “God’s Gonna Cut You Down” di Johnny Cash e “The Payback” di James Brown. Non per niente è coinvolta una squadra di undici persone: al “Team Reddington” si aggiungono infatti Kate Kaplan (già questo è un bene di per sé) e l’avvocato Marvin Gerard, altro importante tassello del più ampio disegno, sviluppatosi soprattutto nelle ultime puntate e comprendente, per esempio, l’attacco alla Verdiant e il privare Peter Kotsiopulos del suo “golden parachute” finanziario. Il meccanismo del loro piano per salvare Lizzie è ben oliato e arriva in fondo senza intoppi, fino alla scenografica morte del Direttore e ad un nuovo, grande abbraccio fra l’ex agente Keen e Mr. Reddington, sulle note di “Ancora Tu” di Battisti  “Rise Up” di Andra Day.
Al di là dell’ottimo ritmo e della grande professionalità con cui ognuno svolge il suo compito, una cosa bisogna riconoscere agli showrunners Bokenkamp e Eisendrath: ormai hanno convinto gli spettatori a seguire la storia lasciando il Domandone, se Red sia o non sia il padre di Lizzie, molto, molto sullo sfondo, quasi dimenticandolo. Non è poco. Sembrano quasi avere assunto più importanza domande tipo: “Ma che fine ha fatto il cagnolino Hudson?” Magari a questa domanda verrà data risposta nelle prossime puntate dove Lizzie, non più agente, ma ora asset del Bureau allo stesso titolo di Red, cercherà “di riprendersi la sua vita”, dopo essere stata liberata e scagionata da quasi tutte le accuse a suo carico, soprattutto da quelle false. Tom Jacob è sicuramente pronto a darle in bentornato con un tripudio di rose, se lei vorrà, intanto Jon Bokenkamp ha lusingato i Daddygaters dichiarando che, qualora la gravidanza di Megan Boone venisse inclusa nella storia, il bambino non potrebbe essere in alcun modo di Reddington, in quanto egli è per lei “figura paterna”.
Adesso, comunque, ci sono nuove domande a cui rispondere, prima fra tutte quella sul perché Mr. Reddington voglia avere un seggio nella dirigenza del gruppo Cabala.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Un grande Aram 
  • Pwd: Navabi
  • Everybody loves apples
  • L’abbraccione finale tra Red e Lizzie
  • In generale, il clima pimpante e la narrazione molto scorrevole
  • Il Direttore è l’ennesimo personaggio che muore senza aver potuto dire ciò che sa …
  • … intanto Mr. Solomon campa ancora
  • A parte il darsi appuntamento di notte al cimitero, perché andarci in bicicletta?

 

Il clima generale della serie, che si stava facendo molto cupo da un po’ di tempo in qua, si è decisamente rasserenato e fatto più brillante. Gli ascolti premiano. Nei prossimi episodi, si vedrà cosa significa, precisamente, l’accusa di essere un impostore rivolta a Mr. Reddington. La scena del promo ha già messo in fibrillazione i sostenitori di una teoria per cui il personaggio interpretato da James Spader, che abbiamo seguito fino a qui, non sarebbe il vero Reddington. Indizio numero uno, il: “Ma tu non stavi in Marina?” rivoltogli già nella prima serie dall’uomo a cui dichiarò di non avere più visto una piscina dall’età di 15 anni. Questo sarà uno dei principali motivi di interesse, insieme a graditi ritorni, come quello di Glenn della Motorizzazione e a nuove entrate, sempre sul percorso che porterà a svelare il piano complessivo dell’opera.

 

Kings Of The Highway 3×08 6.91 milioni – 1.5 rating
The Director – Part 1 3×09 7.45 milioni – 1.6 rating
The Director – Conclusion 3×10 7.47 milioni – 1.6 rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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