È da un po’ che l’andazzo di The Flash è paragonabile alla ricerca della velocità del protagonista e andamento alternato dei suoi poteri. Una montagna russa di voti, insomma, sempre in movimento tra promozioni, sufficienze stiracchiate e bocciature. E proprio quando ci si aspetta un risultato simile da “Rupture”, il serial CW/DC Comics prende in contropiede lo spettatore confezionando un prodotto dalla qualità encomiabile: un po’ perché arriva dopo sfilze di Save Them All e un po’ per meriti narrativi che vanno assolutamente riconosciuti.
Tra questi meriti abbiamo assolutamente il modo in cui gli showrunner stanno gestendo il ritorno alla normalità di Barry Allen, de-potenziamento che risulta meglio curato e sfaccettato di una precedente perdita di poteri, risolta a vino e tarallucci in vista del crossover annuale con Arrow. Tutto quello che poteva dire di interessante la perdita dell’uso delle gambe di Flash lo sta dicendo adesso con risultati estremamente soddisfacenti, risultati che soddisfano ancor di più se uniti all’aggravante (per Barry, ovviamente) riguardo la difficoltà – o addirittura impossibilità – di riottenere i suoi poteri. Questo rende la situazione per (l’ex?) Flash snervante e irritante poiché la buona volontà di aiutare comunque Central City nonostante l’handicap della mancanza dei poteri non basta.
Queste sensazioni arrivano con potente e cristallina empatia allo spettatore che si innervosisce tanto quanto Allen per la situazione difficile che sta vivendo. Tutta questa situazione di sconforto è ulteriormente impreziosita dal tentativo del Team Flash di far comunque sentire la presenza del Velocista Scarlatto alla città che protegge. Decisione che può sembrare patetica ma che non solo sottolinea il buon cuore di Barry e colleghi, ma introduce anche un concetto che nei fumetti succede spesso quando il protagonista principale non può adempiere al suo ruolo per eccellenza, chiamando così sostituti o ripiegando su altri mezzi per far fronte ai suoi impedimenti. Dietro la stessa maschera rossa di Flash si nascondono più volti, tra cui un certo Wally West.
A tal proposito, come è stato da tempo telefonato anticipato, “Rupture” ha anche lo scopo di creare il momento in cui Wally e Jesse Quick avrebbero acquistato dei poteri, per poi intraprendere la carriera supereroistica a cui sono destinati. Si premia il modo in cui è stato creato il contesto per conferire a Wally e Jesse dei poteri, fedele alle origini del fumetto ma, contemporaneamente, anche realizzato in maniera moderna e senza la tipica ingenuità sempliciotta della Golden Age dei comics. Però si mette anche in dubbio la scelta di dare i poteri a ben due personaggi che (con tutta probabilità) avranno Barry Allen come insegnante nel mestiere dell’eroe mascherato nella terza stagione. Due non si riveleranno essere un po’ troppi? È anche vero che il Team Arrow è piuttosto folto a livello di personale ma va anche riconosciuto che i vari Black Canary, Arsenal, Speedy ecc. arrivano gradualmente e già parzialmente addestrati. Qui ci si troverà davanti a dei perfetti principianti, considerando che pure Barry stesso non è ancora un eroe esperto del settore.
Eroe poco esperto e pure giovane adulto dalle molteplici insicurezze che lo rendono così umano e apprezzato, tanto da individuare in tre personaggi diversi ben tre figure di riferimento che danno lui la forza che gli serve per camminare: Henry Allen (il padre biologico/icona), Joe West (padre/amico d’infanzia) e Harrison Wells (mentore/maestro) che qui si dividono la scena. Le situazioni che si creano fra i tre sono intriganti e stuzzicanti per il fatto che si sentono tutti padri allo stesso livello di Barry per il contributo che hanno dato a formarlo tanto come uomo quanto come Flash, allo stesso modo il diritto che sentono di poter esercitare sul ragazzo è equivalente. Magari non si è arrivati a un punto critico ma, se osservate con attenzione, il testosterone tra la trinità paterna West-Allen-Wells si sente: sopratutto nel prossimo episodio, quando il Team Flash dovrà scendere a patti con la (presunta) morte di Barry, resa graficamente in maniera spettacolare (brava The CW). Estremamente difficile e improbabile che gli showrunner abbiano optato per la morte di Flash dopo soli due anni di attività ma, nonostante ciò, è sinceramente palpabile il dubbio che possa essere così, anche grazie alle parole di uno Zoom più terrificante che mai e la già citata scena della disintegrazione. Si pensava che dopo la rivelazione delle sue origini il personaggio venisse eccessivamente umanizzato, attenuando così la sua cattiveria. Fortunatamente, siamo stati smentiti.
Menzione di disonore, invece, per Rupture, villain tanto accattivante quanto malamente usato. Rupture è l’ennesimo esponente di un difetto generale della seconda stagione, quello di aver introdotto numerosi personaggi alternativi dal grande potenziale, eliminati però in maniera pessima perché (in qualche modo) si doveva soddisfare l’esigenza procedurale del serial e presentare il “metaumano del giorno”.
- Quando Cisco pilota l’ologramma di Flash, grida il nome “Leeroy!”. Il nome si riferisce a Leeroy Jenkins, esclamazione divenuta virale nel web quando un videogiocatore online si gettò in un’impresa disperata ignorando le strategie del gruppo e anticipando il suo gesto suicida gridando il suo nome.
- Nella puntata vengono inserite numerose citazioni prese da diversi film, tra cui Ritorno Al Futuro, La Storia Fantastica e Harry Potter.
- L’esperimento messo in piedi da Harrison Wells-2 ricorda quello attuato da Batman/Thomas Wayne nell’evento Flashpoint per ridargli i poteri e alterare di nuovo la realtà. Qui una versione animata dell’esperimento.
- Nei fumetti, Rupture è comunque legato alla famiglia Ramon, ma in maniera diversa. Mentre nel serial è la versione Terra-2 di Dante Ramon, nell’Universo DC cartaceo Rupture è il terzo fratello di Cisco e Dante: Armando. Comparve inizialmente su Justice League Of America #233 del 1984, descrivendolo come il fratello di Vibe che (dopo la sua morte) divenne il capo di una gang di Detroit conosciuto col nome di Reverb. Dopo il colpo di spugna reboot del New52, le origini di Armando vennero cambiate e gli si ritagliò attorno il personaggio di Rupture; comparve con quel nome su Justice League Of America’s Vibe #1 del 2013.
- “No Fringe on Earth-2. Noted” dice Cisco, in risposta a Jesse, riferendosi ovviamente alla serie creata da J. J. Abrams. Ma non sembra essere affatto l’unica citazione, visto che la scena clou dell’episodio, quella della “sparizione” di Barry legato alla macchina, ricorda tanto quella che coinvolgeva Peter Bishop nel finale della terza stagione, sia per dinamiche che per messa in scena. Vedere per credere.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Back To Normal 2×19 | 3.39 milioni – 1.3 rating |
Rapture 2×20 | 3.34 milioni – 1.3 rating |
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