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Nella recensione dell’episodio precedente, avevamo parlato di un possibile problema legato al numero degli episodi. Infatti, nonostante si stia parlando di una comedy broadcast e di una prima stagione composta da 13 episodi, forse sarebbe stato meglio attuare una politica al 100% da comedy cable, dove le puntate stagionali possono essere 8 (quinta – e si spera non ultima – stagione di Louie) o, generalmente, 10 (Veep, Silicon Valley, Baskets, Man Seeking Woman…). La forma estrema sarebbe stata quella di adottare il “metodo britannico”, ossia mai superare i sei episodi (The It Crowd, The Office, Detectorists, Derek, Extras…), ma forse sarebbe stato come passare da un eccesso ad un altro.
Perché una stagione di 8/10 episodi sarebbe stata perfetta? In sostanza, perché The Good Place punta moltissimo sulla trama orizzontale e questo comporta tassativamente un ridotto numero di puntate. In più questo “The Eternal Shriek”, e in particolare il suo cliffhanger, cade a fagiolo, fornendoci un’ottima argomentazione alla nostra tesi.
“What We Owe To Each Other” aveva dato una forte spinta alla storyline principale e il pensionamento di Michael ha scatenato tutta una serie di reazioni inevitabili. Come era facile prevedere Chidi, già non particolarmente felice di mantenere il segreto di Eleanor, non riesce a sopportare che ciò causa il pensionamento di Michael (e anche il fatto che egli si ritenga la causa di tutto) mentre lei, ovviamente, è di tutt’altro avviso. È da notare come, negli ultimi due episodi, si siano rivisti ampi sprazzi della vecchia Eleanor. Ciò era abbastanza prevedibile in quanto, nonostante i miglioramenti fatti in questo periodo, nelle situazioni di pericolo tendiamo sempre a ragionare in modo irrazionale, e ciò spesso fa uscire la parte peggiore di noi, soprattutto in una persona che sta faticosamente cercando di migliorare. Al netto di quanto appena detto, il cambiamento di Eleanor si vede nel momento in cui scopre in cosa consiste il pensionamento: una serie di torture e punizioni eterne che ricordano moltissimo l’inferno dantesco. Il suo cambiamento, però, non è ancora radicato, come dimostra la sua decisione di uccidere Janet (una specie di ologramma molto avanzato) per non far uccidere Michael.
Nel nostro mondo, la sua scelta sarebbe la più logica e gran parte delle persone approverebbe, ma qui si sta parlando di un mondo superiore, dove si vive secondo i più alti standard etici (tranne Eleanor e Jianyu, ma questo è un altro discorso) e, soprattutto, dove l’anima gemella della protagonista è un professore di etica che ha sofferto per tre anni per aver mentito ad un suo amico, dando un giudizio positivo su stivali che in realtà odiava (a proposito, la gestione dei flashback è stata fino ad ora eccellente, e va lodata).
La scena successiva è una delle più riuscite finora, con un’alternanza magnifica della Janet “robotica” e della Janet umana (o meglio, che si finge umana), facendo scatenare sentimenti contrastanti anche in Eleanor e Chidi, portandoli in una situazione di stallo. Il modo migliore per risolvere una situazione di stallo è affidarsi alla variabile impazzita, al caso, in questo caso materializzatosi nelle forme di Jason Mendoza (anche se, tecnicamente, è stato Chidi a premere il bottone). Un altro momento gradevolissimo ed inaspettato è rappresentato dalla resurrezione di Janet e dal suo dialogo con Jason a suon di “Hi” ed “Hello” (come abbiamo ripetuto molte volte, il vero punto forte di questa serie è rappresentato dai dettagli e dai piccoli momenti all’interno dell’episodio).
Ad inizio episodio si era accennato ad un cliffhanger che corrisponde ad una rivelazione, anzi, in questa serie, essa è LA rivelazione (serve davvero scrivere a cosa ci stiamo riferendo?). Se la stagione fosse composta da 8 episodi, la scelta di giocarsi questa carta così importante alla fine del settimo sarebbe stata perfetta (e anche la scelta di fare 8 episodi sarebbe stata perfetta). In una situazione di 13 puntate, invece, sarà molto interessante vedere come sarà gestito questo plot twist con ancora altri sei appuntamenti settimanali (oltre ad un’auspicata seconda stagione, messa a rischio da un crollo degli ascolti). Non siamo di fronte ad un qualcosa di sicuramente negativo, perché potrebbe voler dire che le idee sono davvero tante, e la trama orizzontale sarà ancora più ricca di quanto lo sia stato finora. Piena fiducia in Michael Schur.
Perché una stagione di 8/10 episodi sarebbe stata perfetta? In sostanza, perché The Good Place punta moltissimo sulla trama orizzontale e questo comporta tassativamente un ridotto numero di puntate. In più questo “The Eternal Shriek”, e in particolare il suo cliffhanger, cade a fagiolo, fornendoci un’ottima argomentazione alla nostra tesi.
“What We Owe To Each Other” aveva dato una forte spinta alla storyline principale e il pensionamento di Michael ha scatenato tutta una serie di reazioni inevitabili. Come era facile prevedere Chidi, già non particolarmente felice di mantenere il segreto di Eleanor, non riesce a sopportare che ciò causa il pensionamento di Michael (e anche il fatto che egli si ritenga la causa di tutto) mentre lei, ovviamente, è di tutt’altro avviso. È da notare come, negli ultimi due episodi, si siano rivisti ampi sprazzi della vecchia Eleanor. Ciò era abbastanza prevedibile in quanto, nonostante i miglioramenti fatti in questo periodo, nelle situazioni di pericolo tendiamo sempre a ragionare in modo irrazionale, e ciò spesso fa uscire la parte peggiore di noi, soprattutto in una persona che sta faticosamente cercando di migliorare. Al netto di quanto appena detto, il cambiamento di Eleanor si vede nel momento in cui scopre in cosa consiste il pensionamento: una serie di torture e punizioni eterne che ricordano moltissimo l’inferno dantesco. Il suo cambiamento, però, non è ancora radicato, come dimostra la sua decisione di uccidere Janet (una specie di ologramma molto avanzato) per non far uccidere Michael.
Nel nostro mondo, la sua scelta sarebbe la più logica e gran parte delle persone approverebbe, ma qui si sta parlando di un mondo superiore, dove si vive secondo i più alti standard etici (tranne Eleanor e Jianyu, ma questo è un altro discorso) e, soprattutto, dove l’anima gemella della protagonista è un professore di etica che ha sofferto per tre anni per aver mentito ad un suo amico, dando un giudizio positivo su stivali che in realtà odiava (a proposito, la gestione dei flashback è stata fino ad ora eccellente, e va lodata).
La scena successiva è una delle più riuscite finora, con un’alternanza magnifica della Janet “robotica” e della Janet umana (o meglio, che si finge umana), facendo scatenare sentimenti contrastanti anche in Eleanor e Chidi, portandoli in una situazione di stallo. Il modo migliore per risolvere una situazione di stallo è affidarsi alla variabile impazzita, al caso, in questo caso materializzatosi nelle forme di Jason Mendoza (anche se, tecnicamente, è stato Chidi a premere il bottone). Un altro momento gradevolissimo ed inaspettato è rappresentato dalla resurrezione di Janet e dal suo dialogo con Jason a suon di “Hi” ed “Hello” (come abbiamo ripetuto molte volte, il vero punto forte di questa serie è rappresentato dai dettagli e dai piccoli momenti all’interno dell’episodio).
Ad inizio episodio si era accennato ad un cliffhanger che corrisponde ad una rivelazione, anzi, in questa serie, essa è LA rivelazione (serve davvero scrivere a cosa ci stiamo riferendo?). Se la stagione fosse composta da 8 episodi, la scelta di giocarsi questa carta così importante alla fine del settimo sarebbe stata perfetta (e anche la scelta di fare 8 episodi sarebbe stata perfetta). In una situazione di 13 puntate, invece, sarà molto interessante vedere come sarà gestito questo plot twist con ancora altri sei appuntamenti settimanali (oltre ad un’auspicata seconda stagione, messa a rischio da un crollo degli ascolti). Non siamo di fronte ad un qualcosa di sicuramente negativo, perché potrebbe voler dire che le idee sono davvero tante, e la trama orizzontale sarà ancora più ricca di quanto lo sia stato finora. Piena fiducia in Michael Schur.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Good Place si conferma un prodotto di assoluto livello. Nonostante l’inspiegabile perdita di telespettatori, noi non possiamo che continuare a dire una sola parola: Bless.
What We Owe To Each Other 1×06 | 4.23 milioni – 1.2 rating |
The Eternal Shriek 1×07 | 3.74 milioni – 1.0 rating |
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.