3
(1)
Dopo una seaoson premiere sottotono rispetto allo sfavillante season finale, The Mandalorian prosegue la sua corsa assieme a Din Djarin e Baby Yoda. Le critiche rivolte a “The Marshal” sono basate su una carenza di tensione ed hype narrativo, piuttosto che sulla solidità della puntata, alla quale non si può contestare nulla a livello visivo e tecnico. “The Marshal” si può considerare sicuramente un buon episodio, ma non una buona season premiere, soprattutto alla luce degli avvenimenti della prima stagione, dove il fascino ritrovato per l’universo di Star Wars ben si mescolava ad una insaziabile curiosità dello spettatore. Lo scenario da spaghetti western, la fotografia e la parte action relativa alla caccia al Drago Krayt non sono riusciti a bucare lo schermo al cento per cento, lasciando un retrogusto di delusione che, però, non ha rovinato del tutto la visione d’insieme.
Il secondo episodio intitolato “The Passenger”, invece, è un chiaro episodio di transizione durante il quale la trama orizzontale viene tralasciata momentaneamente per dare ampio respiro a quella verticale. Il Mandaloriano ha come obiettivo quello di far riunire Baby Yoda con la sua specie e, per ottenere ciò, dovrà viaggiare in lungo ed in largo per i pianeti, affrontando svariate quest secondarie, prima di incontrare altri Mandaloriani che gli possano indicare la strada (“This is the way“). Jon Favreau decide di introdurre, poco per volta, i vari personaggi di questo secondo ciclo che avranno un ruolo più importante e decisivo nel corso della stagione (Cobb Vanth, per esempio). Si è ancora, dunque, alle battute iniziali ed il clou della storia è in fase embrionale, quindi non sarebbe per nulla imparziale snocciolare giudizi troppo affrettati; la puntata in questione è godibile e scorre senza grossi intoppi, rendendo piena giustizia alla definizione di “filler ben riuscito”.
Il secondo episodio intitolato “The Passenger”, invece, è un chiaro episodio di transizione durante il quale la trama orizzontale viene tralasciata momentaneamente per dare ampio respiro a quella verticale. Il Mandaloriano ha come obiettivo quello di far riunire Baby Yoda con la sua specie e, per ottenere ciò, dovrà viaggiare in lungo ed in largo per i pianeti, affrontando svariate quest secondarie, prima di incontrare altri Mandaloriani che gli possano indicare la strada (“This is the way“). Jon Favreau decide di introdurre, poco per volta, i vari personaggi di questo secondo ciclo che avranno un ruolo più importante e decisivo nel corso della stagione (Cobb Vanth, per esempio). Si è ancora, dunque, alle battute iniziali ed il clou della storia è in fase embrionale, quindi non sarebbe per nulla imparziale snocciolare giudizi troppo affrettati; la puntata in questione è godibile e scorre senza grossi intoppi, rendendo piena giustizia alla definizione di “filler ben riuscito”.
Se in “The Marshal” lo spettatore aveva potuto immergersi nuovamente nello scenario scarno e sabbioso di Tatooine, questa volta Jon Favreau e Peyton Reed – rispettivamente sceneggiatore e regista dell’episodio – tirano fuori dalla loro manica un mondo ostile e ghiacciato che ricorda moltissimo il gelido pianeta Hoth. Come dimenticare, infatti, la base Echo e l’incredibile battaglia tra l’Alleanza Ribelle e gli AT-AT imperiali, nel film “L’Impero Colpisce Ancora”? I rimandi e le strizzate d’occhio all’universo starwarsiano non mancano, anche se sono centellinati a dovere e, inoltre, vengono brillantemente miscelati con omaggi ad altre produzioni cinematografiche.
In questo secondo appuntamento, Mando decide di aiutare una rana umanoide a trasportare il suo carico di uova verso il pianeta Trask, dove dovrebbero trovarsi altri Mandaloriani. Ovviamente il piano non va come auspicato e Mando deve prima fronteggiare due X-Wing un po’ troppo sospettosi e poi uno stuolo di ragni che farebbero accapponare la pelle a qualsiasi aracnofobico. La componente action è ben organizzata, così come pure la resa visiva dell’episodio: le creature che infestano la grotta in cui precipita il Razor Crest, infatti, sembrano attingere direttamente da Alien, The Mist e persino Harry Potter. Ancora una volta, il comparto tecnico spicca per qualità e ricerca dei dettagli, d’altronde non ci si poteva aspettare niente di meno da professionisti del calibro di Favreau e Reed.
In questo secondo appuntamento, Mando decide di aiutare una rana umanoide a trasportare il suo carico di uova verso il pianeta Trask, dove dovrebbero trovarsi altri Mandaloriani. Ovviamente il piano non va come auspicato e Mando deve prima fronteggiare due X-Wing un po’ troppo sospettosi e poi uno stuolo di ragni che farebbero accapponare la pelle a qualsiasi aracnofobico. La componente action è ben organizzata, così come pure la resa visiva dell’episodio: le creature che infestano la grotta in cui precipita il Razor Crest, infatti, sembrano attingere direttamente da Alien, The Mist e persino Harry Potter. Ancora una volta, il comparto tecnico spicca per qualità e ricerca dei dettagli, d’altronde non ci si poteva aspettare niente di meno da professionisti del calibro di Favreau e Reed.
Come detto precedentemente, la puntata funziona e porta a casa il risultato, nonostante non ci sia avanzamento di trama orizzontale e la storyline principale venga messa da parte, per focalizzarsi di più su una struttura più semplice e ripetitiva. Un ulteriore pregio dell’episodio è la capacità di Favreau e la sua crew di riuscire ad intervallare momenti di pathos con siparietti comici e le sottili battute umoristiche del Mandaloriano che, puntata dopo puntata, migliorano sempre di più.
Il giudizio finale rimane cauto in vista, si spera, di episodi migliori anche dal punto di vista narrativo. Favreau preferisce non sbilanciarsi troppo, per adesso, e prepara il terreno per futuri colpi di scena.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Un’altra missione secondaria da affrontare per Din Djarin che non sembra soffrire troppo di aracnofobia. Per fortuna!
Quanto ti è piaciuta la puntata?
3
Nessun voto per ora
Tags:
Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.