The Walking Dead 4×08 – Too Far Gone – Indietro Non Si TornaTEMPO DI LETTURA 6 min

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Come dico spesso ad inizio recensione, il lavoro del recensore è (molte volte) qualcosa di infame perchè tutto dipende dall’andazzo dell’episodio. E’ un compito infame, si diceva, perchè quando ci si trova davanti ad un midseason come “Too Far Gone”, non è abbastanza scrivere cose come: “Oh gente, guardate che è una figata, sparatevelo tutto!”. No beh, oddio, si può anche dire eh, però non si può scrivere solo quello semplicemente perchè il recensore non solo ha piacere nel fare quello che fa, ma ha anche un dovere verso i suoi lettori che leggono le sue righe perchè nel loro piccolo vogliono qualcuno con cui parlare e sfogare la scimmia dalle dimensioni di King Kong di quanto hanno appena visto. Fare il recensore, a volte, è un lavoro infame proprio per questo: perchè è chiamato a trovare parole anche quando, in teoria, non dovrebbero essercene; anche quando, sempre in teoria, l’unica cosa da fare è alzarsi in piedi, andare da chi ha gestito l’episodio (tra cui: attori, registi, sceneggiatori, comparsi e compagnia bella) stringere la mano a tutti e poi dire: “Complimenti. Ma davvero complimenti. Ma complimenti vivissimi eh. Quanto lo rifacciamo?”. Immagino che dopo questa introduzione, tu, carissimo lettore di RecenSerie ti starei chiedendo: “E quindi? Non sai cosa dire? Devo forse rivolgermi ad un altro sito?”. Ma certo che no! Era solo per darti una iniziale infarinatura di quanto il finale di metà stagione di TWD fosse fatto bene, tranquillo che il recensore (specialmente quello di RecenSerie) è scaltro come una volpe e dagli scatti felini ed abili mosse più di Lady Oscar.
Spoileriamo subito il voto che abbiamo dato a questa puntata, per poi spiegarvi perchè abbiamo optato per questa votazione: è un meritatissimo 5 su 5 Emmy, questo perchè la creatura di Robert Kirkman rinarrata per il piccolo schermo dà allo spettatore tutto quello che poteva desiderare e anche di più. Innanzitutto, è il “premio” che la produzione ha dato a noi spettatori per aver sopportato certi episodi brutti, noiosi (avete detto “Indifference“?) e dal gradimento variabile di questa quarta stagione, oltre ad aver digerito (a volte a fatica) il cambio di direzione più incentrato sulla caratterizzazione dei personaggi che molti fan dello show non hanno apprezzato e, sopratutto, è il riscatto della produzione in generale che rimedia al danno che ha generato delusione e sconforto generale dopo il terribile scivolone del finale dellaterza stagione. Ma non solo si riscatta, riesce a fare una rimonta pazzesca.
Spesso e volentieri, TWD lo paragonavamo a Game Of Thrones, perchè nel telefilm tratto dai libri di George R.R. Martin sostanzialmente succedeva pochissimo ma quel poco che succedeva, spingeva ad andare avanti con la visione; il telefilm di cui state leggendo la recensione, a volte, procedeva proprio così, con lentezza e poi con un colpo di scena o un cambio di direzione che solo per quel determinato colpo di scena o cambio di direzione valeva la pena continuare a seguirlo ed ecco dove sta il rimontone. Gimple e soci non solo riescono a creare un episodio dove c’è tutto quello che serve o che bisogna mettere per meritarsi il nome di “puntata”, ma riescono anche a creare quaranta minuti dove ogni singolo secondo dell’episodio spinge lo spettatore a continuare a bramare altre scene; non ci sono elementi sparsi di cui vale la pena prendere in considerazione, c’è un solo elemento e si chiamata “Too Far Gone”, un episodio che è il manifesto di quello che The Walking Dead può dare e di quello che i fan vogliono vedere da esso.
Abbiamo l’introspezione, abbiamo delle conversazioni accattivanti con addirittura delle frasi ad effetto, abbiamo l’azione che non solo coinvolge l’ormai ordinaria battaglia dell’uomo contro il morto vivente ma anche la battaglia tra la cumpa di Rick con residenza a Prigioneville e la Woodbury 2.0 del Governatore; proprio in questa violenta e sanguinosa schermaglia possiamo evidenziare qual’è la parola d’ordine dell’episodio e che ha generato il drammatico risvolto che ci ha soddisfatto così tanto: “egoismo”. Secondo voi perchè ho scritto che questo episodio è il manifesto di The Walking Dead? Perchè adesso più che mai viene rimarcato il messaggio che Robert Kirkman vuole comunicare con la sua opera e, per farlo capire anche a voi gentili lettori, lo faccio citando le parole di William Golding che hanno reso famoso il suo romanzo intitolato Il Signore delle Mosche: “L’uomo produce il male come le api producono il miele”. La nostra mente vive automaticamente in una falsa utopia che è stata installata nelle nostre menti da fiabe e piccole bugie che i nostri genitori ci hanno raccontato per non privarci del sonno dove, pensiamo/crediamo/ci piace pensare che quando tutto andrà letteralmente a fanculo, quando l’umanità sarà chiamata a rimettersi in piedi da un grande disastro, tutti si aiuteranno l’un l’altro per ricostruire la civiltà persa…beh, questa puntata ci conferma senza ombra di dubbio che ci sbagliamo, e di grosso anche; quando si tratta di sopravvivere dall’uomo emergono paure ancestrali e irrazionali uniti a comportamenti del tutto antisociali dove ognuno pensa a salvare la propria pelle, dove il motto di ogni giorno, ogni ora, ogni secondo è: “mors tua, vita mea”. Con “Too Far Gone” ci viene mostrato quanto l’umanità può andare lontano nel produrre male e nel rimanere fermo nel suo egoismo, perchè (come anche voi avete visto) l’opportunità per vivere assieme felici e spensierati c’era, come c’era l’opportunità di unirsi e fare la forza, di sopravvivere ancora meglio grazie ad un grande gruppo numeroso e sopratutto con grandi capacità e qualità che sarebbe sicuramente servite a respingere l’apocalisse zombie quanto bastava per recuperare quella parvenza di civiltà ogni giorno, c’era la possibilità di unirsi e fare la forza ma per l’appunto, “c’era”.
Oltre ad un grande messaggio che è arrivato con chiarezza e durezza, in questa ottava puntata nonché finale di metà stagione (non diciamo“mezza stagione” che fa tipo promozione per i saldi) assistiamo anche ad un vero e proprio miracolo recitativo e di sceneggiatura: ogni personaggio, e ripeto, ogni ha il suo giusto spazio e in quel piccolo o grande spazio che sia è semplicemente se stesso, grazie alla grande capacità di recitazione dell’attore che grazie al grande percorso di caratterizzazione ha saputo dare in questa puntata un’interpretazione memorabile. Ogni attore è in tutto e per tutto il personaggio che interpreta, senza nessuna “pisciata fuori dal cesso” e con addirittura degli sviluppi in certi personaggi finora di poco conto decisamente apprezzate (vedi, le due figliocce di Carol). C’è tutto quello che possiamo volere e anche di più: azione, dramma, colpi di scena, grande colonna sonora, grande introspezione, grandi dialoghi e sopratutto, grandi e numerose morti.
Nel bodycount ufficiale possiamo contare: la piccola Megan, Hershel, Julio, Alisha, Mitch, la piccola Judith, l’illustre Governatore e decine dei suoi uomini e chissà quanti di quelli di Rick. Ora, la cumpa di Mr. Grimes è smembrata, ferita nel corpo e nello spirito e (come dice lui) molti non sopravviveranno. Quanti di loro riusciranno ad andare “Too Far Gone”? Aspettiamo Febbraio e lo scopriremo, nel frattempo consigliamo a tutti una (ri)lettura per apprezzare al meglio da dove proviene l’idea per questo midseason finale.
PRO:

  • Tutto
CONTRO:
  • Niente
Sincera e meritata standing ovation. Speriamo davvero che, tanto per citare la versione italiana del titolo, indietro non si torni più…perchè ora come ora vogliamo davvero fare una indigestione di questi episodi. Aspettare Febbraio non è mai stato così
difficile!

VOTO EMMY

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2 Comments

  1. Sarà ma a me l'episodio è piaciuto solo in parte, in grandi linee la penso come questa recensione infatti fino ad ora è stato forte il migliore di questa quarta ma sono ancora perplesso su molti punti diversi.
    Apprezzo Gimple per il suo interessamento alla psiche dei personaggi ma non apprezzo molto il suo evolvere la storia, da lettore del fumetto so bene che quello accaduto nella terza stagione ovviamente da un altro showrunner (morte Andrea, Woodbury abbandonata, lotta con il Gov inesistente) avrebbe portato grossi cambiamenti nella quarta. Se alcuni sono stati utili ai fini di una trama più grande (Carol che va via, la morte del Gov e di Hershel, aggiunta di personaggi interessanti) e quindi positivi altri mi hanno lasciato con l'amaro in bocca.. primo fra tutti la vera e propria guerra tra woodbury 2 e la prigione che al momento della morte di hershel doveva smettere di colpo invece che di continuare. Parliamo di un gruppo di sopravvissuti con famiglia che ambiavano alla prigione, il distruggerla del tutto è secondo me un segnale di poca attenzione, nella terza stagione il Gov aveva modo e il motivo per attaccare e far vittime, ora no. Ai primi spari o al crollo della recinzione era per me più realistico o una fuga o un tentativo di penetrare da parte dei subordinati di Philip per mandare tutti fuori. Invece no, hanno bombardato come dei cretini attirando zombie e hanno cercato in tutti i modi di uccidere dei sconosciuti solo per un posto ormai impraticabile, grande menzione va agli uomini del gov che si sono spinti fino al giardino comune della prigione per combattere per un posto ormai simile a un edificio di Falluja senza protezioni ne altro. Capisco il voler ricostruire la storia del fumetto ma lo dirò per sempre, questa guerra andava fatta prima, quando la gente odiava il gov e non dopo averlo visto amare di nuovo, dopo averlo visto umano e soprattutto dopo che i protagonisti della prigione non lo ritenevano più un pericolo, quando Maggie e Glenn erano ancora suoi prigionieri quando Andrea poteva essere "utile" e quando Michonne poteva farlo realmente a pezzi senza trafiggerlo così semplicemente e poi andarsene.

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