Questa nuova stagione di The Walking Dead è cominciata facendosi riconoscere per alcuni elementi di cronaca sia interni che esterni al telefilm.
Innanzitutto il passaggio di testimone come showrunner da Scott M. Gimple ad Angela Kang rappresenta, potenzialmente, una boccata d’aria fresca per la serie, traducibile in un nuovo approccio ed in nuove dinamiche, il tutto magari scritto in maniera decente e senza ricadere negli ormai mastodontici buchi di sceneggiatura noti ai più. In secondo luogo, l’approccio della Kang sfrutta un salto temporale importante, necessario a dare ossigeno ad una narrazione ormai allo sbando sia come idee che come storia. Ed in terzo luogo c’è il gossip.
Come ormai tutti sapranno grazie all’exploit mediatico che è stato riservato alla notizia, Andrew Lincoln ha deciso di abbandonare lo show e questa scelta, oltre ad essere un boomerang enorme per quanto riguarda l’appeal della serie, verrà tradotta in una dipartita del protagonista durante quest’annata. Cosa vuol dire in termini pratici? Praticamente dal punto di vista degli sceneggiatori si opta per l’uovo oggi piuttosto che la gallina domani, con un auspicato aumento degli ascolti grazie a questo spoiler enorme rilasciato senza tanti scrupoli da una AMC preoccupatissima, il tutto non curandosi del vuoto che inevitabilmente si percepirà nel caso la serie venga rinnovata per un decimo anno.
Tenendo in considerazione questi tre elementi, si può quindi guardare a “The Bridge” con un occhio più critico e, perché no, anche speranzoso per un futuro che potrebbe non essere poi così buio.
Rick: “You’re gonna die behind these bars. You know that. We’re thriving without you, building a future, just like I said we would.”
Negan: “Building it for who? For Carl?”
Rick: “You don’t speak his name.”
Negan: “Your family’s gone, Rick, same as mine. That bridge ih’s not the future. It’s a monument to the dead. You’re not saving the world, Rick. You’re just gettin’ it ready for me.“
Gli sceneggiatori di The Walking Dead non hanno moltissime frecce al proprio arco ma Negan è sicuramente una di queste. Dopo aver deliberatamente scelto di tenerlo fuori dalla season premiere, il ritorno dietro le sbarre non poteva ritardare ulteriormente e, anzi, viene sfruttato in maniera molto intelligente con un tête-à-tête che nasconde molto di più di quanto non sembra. Tenendo conto di quanto detto e facendo ormai caso ad ogni piccolo indizio che separa il pubblico dalla dipartita di Rick, si potrebbe cominciare già da ora qualche speculazione; speculazione che ovviamente coinvolge Negan ed in particolare quel “You’re not saving the world, Rick. You’re just gettin’ it ready for me” che sa tanto di premonizione. Perché in fondo, ammettiamolo, la morte di Rick per mano di Negan, oltre ad avere un qualcosa di poetico, sarebbe anche la più potente a livello visivo.
Si sente parlare più volte, durante questa “The Bridge”, di futuro e di speranza. Si respira anche un’aria nuova, più frizzante per certi versi (sfortunatamente rappresentati da coppiette interracial formate da character che non meritano alcun tipo di minutaggio, King e Gabriel in primis), che simboleggia il rinascere della civiltà o quanto meno un tentativo. Eppure le diversità all’interno dei ranghi continuano a serpeggiare, specialmente a causa di alcune teste calde dei Saviors (come prevedibile), fattore che continua a mettere a dura prova la visione utopistica di pace e prosperità di Rick. Ma è proprio qui, in questo continuo tentativo di creare qualcosa, che “The Bridge” dà il suo meglio, sia grazie ad un buon uso della manovalanza, sia grazie ad un minutaggio tutto sommato ben speso a sottolineare i problemi politici e non del post-Negan. E per essere un secondo episodio qualsiasi in cui non si parla di “puntata filler”, questo non è per niente da sottovalutare.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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A New Beginning 9×01 | 6.07 milioni – 2.5 rating |
The Bridge 9×02 | ND milioni – ND rating |
Sponsored by The Walking Dead Italia, Andrew Lincoln Italy
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.