Urban Myths 1×03 – Adolf Hitler The ArtistTEMPO DI LETTURA 4 min

/
0
(0)

È questa forse la puntata più attesa, oltre che quella più controversa (per il personaggio trattato), senza considerare ovviamente l’episodio, che molto probabilmente non andrà mai in onda, che vedeva come oggetto della leggenda metropolitana Michael Jackson.
L’attesa non dipendeva però dal semplice fattore del personaggio in esame, ma anche dagli interpreti che sarebbero apparsi all’interno di questo breve ma sagace sprazzo di storia: Iwan Rheon (Misfits e Game Of Thrones) nei panni del giovane Adolf Hitler e Rupert Grint (Ron Weasley di Harry Potter) in quelli dell’amico August ‘Gustl’ Kubizek.
È inutile sottolineare quanto l’episodio ruoti attorni ad Hitler ed al voler evidenziare in più punti la psicologia di un personaggio storico che è stato a più riprese analizzato e studiato.

“I despise Van Gogh. Anyone who paints the sky green and the grass blue should be sterilized.”

Allo spettatore, calato nella Vienna di inizio ‘900, viene presto mostrato il suo compagno d’episodio: Adolf Hitler. Non il Führer, ma academic painter. L’arte e la pittura sono state infatti alcune delle prime passioni che il giovane Hitler, all’epoca diciottenne, aveva intenzione di portare avanti, fino ad ottenere il tanto agognato attestato dell’Accademia delle Belle Arti. Partecipò a due prove di ammissioni all’Accademia (1907 e 1908), venendo respinto ad entrambe. Fu successivamente a questa debacle artistica (ed alla morte della madre) che Adolf iniziò ad esternare il proprio risentimento verso una città che non l’aveva capito fino in fondo. La puntata, da questo punto di vista, è rivelatrice in quanto a più riprese, durante i dialoghi occorsi tra Hitler e Gustl, vengono inseriti riferimenti al malessere ed al ripudio che Adolf prova verso tutti quelli che lo circondano.
Il ripudio del contatto umano, i commenti taglienti e duri verso Van Gogh e Gustav Klimt ed infine anche verso quell’unica persona che a dispetto di tutto gli era rimasto accanto, August.
Mostrandoci quindi questo Hitler che si è fatto terra bruciata attorno a sé, la puntata sembra voler costruire una sorta di prequel. Il seguito lo conosciamo, ma come era Hitler prima che entrasse di peso e con forza nella storia dei giorni nostri?
Da annotare che proprio durante il soggiorno a Vienna, tra il 1908 ed il 1913, Adolf inizierà ad avvicinarsi alle idee antisemite, anche tramite la rivista dell’epoca “Ostara”, in cui venivano paventate posizioni di tale genere. Queste idee troveranno nella mente di Hitler un luogo in cui crescere e sarà il periodo passato in trincea durante la Prima Guerra Mondiale ad evidenziare, ai suoi occhi, i veri attentatori alla sicurezza nazionale tedesca. Il resto, ahinoi, è Storia.

You seem prefer buildings over people.”

Ed è questa una delle frasi che più rappresenta l’Hitler di Rheon: rigido, freddo e distaccato. La frase, poi, messa in interconnessione con la Storia non può che portare ad un sorriso amaro.
Ma uno degli elementi caratteristici della puntata (e di Urban Myths in generale) è il riuscire a trattare personaggi e temi in maniera molto distaccata, senza voler far apparire personaggi né come santi (si paventano voci di un voler riabilitare la figura di Hitler in questo episodio), né come diavoli: la serie non si prende e non vuole essere presa sul serio. È un racconto divertito che mira al mero intrattenimento di una porzione misera della storia di un personaggio (o di personaggi) ben conosciuti. Non ci sono venature di critica né voglia di riabilitare qualcuno.
Proprio per questo leggere critiche accese rivolte all’episodio riguardante Michael Jackson, Elizabeth Taylor e Marlon Brando fa sorridere e lascia il rammarico. Perché viene da chiedersi: c’è bisogno sempre e comunque di prendersi sul serio senza lasciare spazio, almeno per una volta, ad una misera mezz’ora di sano e leggero intrattenimento?

“Goodbye, Adolf.”

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Iwan Rheon nelle vesti di Hitler
  • Rupert Grint, una spalla perfetta
  • La narrazione spedita
  • È una serie dalla narrazione particolare: o la si ama o la si mal sopporta
  • È una serie dalla narrazione particolare: o la si ama o la si mal sopporta

 

Episodio amaro e leggero allo stesso tempo, ma dipende dal punto dal quale lo si prende. Puntata che scorre via senza alcun patema d’animo, sempre che lo spettatore riesca a non prendere troppo sul serio caratterizzazioni, storia e personaggi.

 

Samuel Beckett And Andre The Giant 1×02 ND milioni – ND rating
Adolf Hitler The Artist 1×03 ND milioni – ND rating

 

Quanto ti è piaciuta la puntata?

0

Nessun voto per ora

Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

Precedente

How To Get Away With Murder 3×11 – Not Everything’s About Annalise

Prossima

DC’s Legends Of Tomorrow 2×11 – Turncoat