Perfezione è la parola che racchiude questo quinto episodio di The Good Wife che riprende esattamente da dove ci aveva lasciato, con Diane nell’ufficio di Will pronta a rivelargli quella che probabilmente è la più grande batosta della sua vita ed alla quale nemmeno lui, nei minuti iniziali, vuole credere. Per contro la sua reazione è così viscerale da non sembrare studiata, recitata ma semplicemente un rigetto di tutto ciò che Will ha accumulato fino al tradimento di Diane, esplodendo con quello di Alicia, che lo colma di una rabbia difficile da trattenere e impossibile da nascondere a favore di una mossa strategica.
Sono questi i momenti in cui il personaggio di Will esce al suo meglio, proprio quelli che lo smuovono facendo uscire il suo lato più battagliero, che alla fine è quello che gli ha permesso di portare avanti uno dei migliori studi di Chicago; Josh Charles è brillante nella sua performance e il suo Will è splendidamente costruito: così impacciato e credulone con le donne, ma così deciso e spietato contro le donne che lo hanno tradito sul lavoro. Curioso tra l’altro come ogni disgrazia che gli capiti sia innegabilmente legata ai Florrick: la sua sospensione ad opera di Peter, il tradimento di Diane dovuto alla sua candidatura a giudice a fianco di Peter, il tradimento di Florrick/Agos; pare proprio che la vita di Will, sia lavorativa che privata, è crollata da quando Alicia Florrick è rientrata nella sua vita, privata e lavorativa. E se per Alicia non è mai stata una faccenda personale (“Will, this is a business decision”), per Will invece girava tutto intorno ad un’unica prospettiva, un’unica persona che non ha mai trattato diversamente fuori dal lavoro, non ha mai distinto l’Alicia avvocato dall’Alicia amica e le sue parole oggi più che mai bruciano dell’ingratitudine di Alicia (“I took you in. No one wanted you. I hired you. I pushed for you.”) e lo dimostra anche il dialogo con Kalinda.
Episodio ad alto tasso emotivo, le cose si evolvono e riescono a farlo senza perdere credibilità perché The Good Wifè è una gran serie, solida e ben scritta che difficilmente cade nell’irreale o nel ridicolo e per questo motivo si può permettere di mettere l’uno contro l’altro i due pilastri della serie (Will e Diane – Alicia e Cary), quei personaggi che abbiamo tanto amato e per cui abbiamo sempre tifato, dentro e fuori dall’aula, ora diventano uno l’antagonista dell’altro ed inevitabilmente anche noi telespettatori siamo portati a fare una scelta e come al solito, non è affatto scontata.
- Il personaggio di Alicia assolutamente strepitoso, bravissima Julianna Margulies
- Reazione di Will
- Guerra tra Lockhart/Gardner e Florrick/Agos
- “This was never meant personally.” – “I don’t give a damn.”
- Coinvolgimento politico di Peter per la Chumhum
- Ordinanze restrittive, chiamate di Will con Peter e Grace, chiamata tra Will e Alicia (“Oh, go to hell.”- “No, you go.” – “Oh your daughter called.”)
- Nell’ultimo episodio della seconda stagione era un ascensore ad unire Alicia e Will, ora è un ascensore che li divide
- “Oh, no, we’re too busy kicking ass.”
- Alicia e il gesto del blablabla, SPLENDIDA.
- Ma Eli che ne ha fatto delle sue quote societarie?
- Peter rimuoverà Diane, a che pro se aveva già ottenuto quello che voleva con la Chumhum?
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.