Boardwalk Empire 5×02 – The Good ListenerTEMPO DI LETTURA 9 min

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La prima puntata della final season di Boardwalk Empire aveva lasciato lo spettatore orfano di alcuni personaggi importanti, probabilmente per far capire che le intenzioni degli autori sono quelle di incentrare le prossime, ultime, puntate sul personaggio di Nucky. Era naturale che quindi i grandi assenti dello scorso episodio fossero presenti in questo “The Good Listener”.
Si parte subito col “botto” mostrando un Eli, a dir poco provato da quella che è diventata un’esistenza da tirapiedi dell’ormai consolidato boss di Chicago, Capone. E’ un Eli invecchiato e visibilmente devastato dall’alcol e dalla rassegnazione per la vita e la famiglia che il suo ennesimo tradimento nei confronti del fratello ha costretto ad abbandonare quello che ci viene mostrato. Il suo compagno di merende è ora Van Alden, anche lui mancante all’appello nella prima puntata, che si trova ormai tranquillamente a suo agio in questa vita da malvivente (e anche, notiamo, come amico delicato e discreto: “You reek, of urine”). La sua trasformazione era già in atto da tempo ma si può constatare qui come, dopo un susseguirsi di titubanze e insofferenze nei confronti dei suoi “superiori” criminali, si sia adagiato bene nel ruolo di scagnozzo e sottomesso, quasi in maniera reverenziale nei confronti del capo “Mr. Capone wants his money!“. Perché Capone infatti, dopo aver ricevuto il benestare di Torrio sul letto d’ospedale, è ora il boss indiscusso di Chicago.
Piccolo inciso. Per chi si stesse ancora chiedendo se fosse stato o no Al ad ordinare l’attentato a Torrio: il “someone closer” con cui Torrio risponde alla domanda di Nucky se fosse stato O’Banion il mandante dice che sì, probabilmente era stato uno dei suoi a cercare di farlo fuori per mandargli un messaggio di buon pensionamento: “Let’s just say that whoever he was I got the message”. Fine inciso.
Terence Winter sceglie di mostrarci chi è Capone dopo questi 7 anni con una scena che riporta alcuni dialoghi realmente avvenuti con Lou Greenspan nella celebre intervista su Variety del 1931, in cui è circondato dal suo staff e fa uno show da quasi divo quale era in quel periodo, mentre un malcapitato sarto cerca di prendergli le misure per un completo, tra un calcio e un insulto. E’ un Capone pazzo e sboccato almeno quanto lo avevamo lasciato, che si sente invincibile e adorato da tutti dato che i suoi ridono a qualsiasi cosa dica e ha fans in tutto il mondo: “Persino i crucchi sanno che sono un principe!“. I guai sono però dietro l’angolo perché contemporaneamente c’è un agente infiltrato dell’FBI tra i suoi e un Eliot Ness che si presenta alla stampa per annunciare la guerra al boss di Chicago. Un “one man show” tutto da gustarsi quello dell’attore Stephen Graham che riempie la scena con la sua interpretazione perché, nonostante ci siano altre 20 persone nella stanza, le sue movenze e le sue parole catturano completamente l’attenzione dello spettatore; e si sta parlando di un attore inglese che fa la parte di un italo-americano. Chapeau.
Comunque se Capone è arrivato al top, c’è chi ancora non ce l’ha fatta ma sta tramando per raggiungerlo: Luciano e Meyer. Si scopre infatti che sono loro, insieme al nuovo alleato Bugsy Siegel, i mandanti dell’attentato a Nucky a Cuba. E soprattutto si scopre che Nucky lo sa. Il tema dei giovani “picciotti” che vogliono prendere il posto dei padroni aveva iniziato a far capolino già dalla seconda stagione quando gli allora autisti Jimmy, Al, Charlie, si ritrovavano a scambiare ambizioni di carriera ai meeting dei loro mentori. Tutta l’eccitazione si spense tra le altre cose sotto la doccia fredda dell’uccisione di Jimmy con la quale non solo Nucky aveva chiuso i conti col suo pupillo ma aveva in qualche modo anche ristabilito il suo potere e la sua posizione. Ma il sogno di diventare i boss del traffico di eroina di Charlie e Meyer era sempre stato lì e appoggiandosi un po’ ad un boss un po’ ad un altro l’avevano mantenuto in vita. Quello che si appresta a diventare un ricambio generazionale di capi gangster è un aspetto quindi molto atteso e interessante, come interessante sarà vedere come questo si scontrerà con Nucky, o meglio come Nucky cercherà di fronteggiarlo. Seguirà il consiglio di Torrio “take the hint and retire already” o cercherà fino all’ultimo di non farsi fare le scarpe dai giovani pischelli? La scena finale col corpo di Tonino e i saluti da Cuba “appuntati” addosso ci dice che Nucky non è ancora pronto a farsi da parte e che giocherà fino all’ultima carta.
I dubbi che precedono questa decisione però ci svelano molto del personaggio. “You get to the point when you have to live with the choices you’ve made […] And I accept that. I’m right there, this fuckin close.” Non sappiamo se creda davvero a quello che dice o stia illudendo anche sé stesso con la storia del “domani smetto” ma visto così questo Nucky ricorda un po’ George Jung in Blow che cerca redenzione dal suo sbaglio commettendolo per un’ultima volta. Nucky dice di essere quasi al punto di poter convivere serenamente con le scelte che ha fatto, gli manca poco, solo l’ultimo affare “This liquor deal comes through and I am golden”. Ma sono scuse. Abbiamo visto tutti i gangster che si sono affacciati sul boardwalk vacillare o cadere per colpa di qualche debolezza: A.R per il gioco d’azzardo, Capone per la coca, Chalkie per una donna. Nucky invece è riuscito a mantenere sempre quella stabilità e stoicità che gli hanno permesso di rimanere, a dispetto di tutto, ancora saldo al potere. Ma qui, come in altre occasioni, si capisce che l’ultimo affare è solo una scusa. E’ l’ultima dose per il tossico, l’ultimo bicchiere per l’alcolizzato. Perché è proprio questa la sua debolezza. Non può tirarsi fuori dai giochi, questo è quello che è: un trafficante di alcolici, un gangster, un uomo di potere. “Then the trick is stay alive long enough to cash out.” è l’amara constatazione finale di qualcuno che vuol godersi il potere e la ricchezza derivanti ma non accetta una vita ai margini della società che ha contribuito a creare. La forza di gangster come Nucky sta proprio in questo essere diversi dai meri criminali interessati ai soldi ed il fascino che sul grande e piccolo schermo hanno da sempre destato nell’opinione pubblica deriva proprio dalla loro umana sete di potere, controllo e desiderio di non essere solo spettatori ma artefici del proprio destino.
Il modo in cui ci mostra la sua decisione è, tra l’altro, una fantastica scena da vero gangster movie: la conversazione composta e pacata con Tonino per estorcergli informazioni portandolo dalla propria parte, l’uscita di scena, la frase ad effetto dal cameriere con tanto di foto alla parete “She was a lovely girl Billie Kent!” e lo sguardo rivelatore e beffardo dello spietato Arquimedes, che ha un po’ preso il posto di Harrow, e da cui quindi ci aspettiamo nel futuro grandi gesta da killer. La decisione è evidentemente presa e il modo in cui si esplica permette a Nucky non solo di mandare il messaggio a Meyer e Luciano ma di vendicare la morte di Billie.
“The Good Listener” ci ragguaglia anche sulla situazione attuale di Will, che prima sembra voglia redimere sé stesso rinnegando il suo cognome al colloquio per procuratore per poi trovarsi a pranzo con lo zio. Non si capisce quindi se il piano sia farsi strada da solo seriamente o se sia ancora in ballo con gli affari di Nucky e la carriera da procuratore sia solo una copertura. Chissà quindi se la sua presenza in questa stagione sarà da intralcio o da alleato di Nucky. Intanto si nota con piacere che il ragazzino di un tempo se ne è andato per lasciare il posto ad un uomo chesa quello che vuole, anche se a noi non ci è ancora dato sapere cosa.
Altra possibile gatta (morta) da pelare sarà Gillian che scopriamo essere finita in un manicomio e siccome non si sono viste scene hot finora, questa diventa l’occasione per un bel nudo di gruppo gratuito delle “Occupy casa di cura” in protesta. D’altronde “It’s not porn, it’s HBO”. Comunque, da quello che sembrava un accordo di natura sessuale con la direttrice, tanto per rendere l’ambientazione manicomio ancora più (s)piacevole, si giunge a un accordo per avere carta e penna in cambio dei vestitini di quando ancora era libera di andarsene in giro a fare la milf. A chi ha intenzione di scrivere e come questo andrà a toccare Nucky? E cosa ha fatto per essere internata lì? (A parte sedurre il figlio, farsi chiamare mamma da suo nipote e farsi uno che assomiglia al figlio e affogarlo? Cersei in confronto a Gillian è una timorata di Dio).
Dopo queste prime due puntate di catch up con più o meno tutti i personaggi (che fine ha fatto Narcisse?) la sensazione è di essere un po’ estranei alla storia, come di fronte a un pilot di una nuova serie, in cui si presentano per la prima volta i personaggi con una visione d’insieme sul chi e dove, non troppo dettagliata per destare la curiosità del pubblico. E’ un peccato che applicando questa soluzione, soprattutto se mancano già solo 6 puntate alla fine, si rischia di ritrovare la familiarità con i personaggi e le situazioni troppo tardi per gustarseli appieno.
Ancora una volta, inoltre, i flashback su Nucky sembrano fuori contesto. L’idea che traspare è che si sia deciso di raccontare la storia di Nucky dopo il suo ingresso nel mondo degli adulti e spezzettarla puntata dopo puntata e nell’episodio stesso, senza un apparente senso logico. Forse fa tutto parte di un disegno più grande che non ci è ancora dato capire ma, come si era già detto, al momento si percepisce solo la volontà degli autori di dare risalto all’infanzia di Nucky per chiudere un cerchio sul personaggio principale, quasi un tributo, a dire “Hai visto che sei davvero il personaggio principale? Sei pure l’unico di cui raccontiamo l’infanzia!”. Aspettiamo di vedere alla fine se questi flashback avranno apportato qualcosa di veramente significativo alla storia e alla percezione del personaggio al pubblico.
THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Scena dell’intervista a Capone
  • Picciotti alla ribalta
  • Nucky “fights back”
  • L’assenza di Sally in questa puntata non si fa sentire
  • Flashback fuori posto
  • Le situazioni sono così nuove che sembrano essere quelle di una nuova serie

 

In questo episodio comunque, rispetto al precedente, si sono viste sia più scene d’impatto e ben strutturate sia più interazioni d’insieme tra i personaggi che perlomeno danno un’idea di quali dinamiche seguiranno le vicende e quali saranno i main players. Rimane comunque imprevedibile se tutto confluirà in unica storyline e se ci sarà sufficiente spazio per svilupparla. Tralasciando i flashback, si può essere fiduciosi che i creatori di uno show che ha regalato ai suoi spettatori trepidazione, tensione e dinamiche affascinanti non deluderanno le aspettative dei fan.

 

Golden Days For Boys And Girls 5×01 2.37 milioni – 0.9 rating
The Good Listener 5×02 2.69 milioni – 1.1 rating

 

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