11.22.63 1×03 – Other Voices, Other RoomsTEMPO DI LETTURA 3 min

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Giunta al terzo dei suoi otto appuntamenti stagionali, 11.22.63 scongiura definitivamente il rischio di un secondo stupro letterario in stile Under The Dome, confezionando un episodio narrativamente solido e coinvolgente, in grado di conferire ulteriore profondità allo show. Sebbene il telefilm abbia mostrato finora una certa “fretta” dal punto di vista dello sviluppo diegetico, con “Other Voices, Other Rooms” allo spettatore è concesso di rifiatare, non tanto per quanto riguarda la struttura temporale vera e propria del racconto – in pochi secondi, infatti, ci troviamo catapultati due anni avanti – ma piuttosto per l’acquisizione di tutta una serie di coordinate spaziali e relazionali utili per allontanare, sul fronte della fruizione spettatoriale, quel senso di disorientamento percepito nel corso delle prime due puntate. Quando parliamo di coordinate relazionali facciamo naturalmente riferimento alla trovata stabilità da parte di Jake Epping – anche se in questo episodio sarebbe più giusto rivolgersi al protagonista chiamandolo George Amberson – il quale mette fine alla sua originaria condizione nomadica di time travelers, munendosi finanche di un fidato alleato per portare a termine il suo ambizioso piano di salvataggio.
Questo senso di limpidezza espositiva che pervade lo spettatore nel corso della visione emerge soprattutto grazie all’incontro/scontro di dinamiche tipiche della narrazione classica in un contesto, quello del viaggio nel tempo, cronologicamente destabilizzante e maggiormente confacente a un modello, cinematograficamente parlando, di tipo moderno. Ecco che alla classica trama d’azione incentrata sulla risoluzione di un problema da parte del protagonista, si aggiunge un secondo plot, riguardante, manco a dirlo, l’ambito sentimentale, con il prevedibile ritorno di Sadie. La ragazza, reinserita nella narrazione con un ottimo tempismo, si presenta fin dalle prime battute come elemento di distrazione dalla main quest, alleggerendo la tensione relativa all’operazione di spionaggio e aprendo nuovi scenari in merito alla possibile permanenza “futura” di Jake nella nuova timeline. Altra figura classica che si aggiunge alla narrazione è quella della spalla, il giovane Bill, unico personaggio “del passato” a conoscere la verità su Jake. Gli autori decidono di mostrarci subito il rischio che comporta condividere una realtà così incredibile con un giovane ragazzo ambizioso ed esuberante come Bill, prima con la sequenza nel locale per adulti, poi con la fuga dall’appartamento di Oswald, sottolineando, in questo modo, la necessità di un’attenta organizzazione per la buona riuscita della missione di salvataggio presidenziale.
Il punto forte del telefilm appare senza dubbio la polarizzazione spettatore/personaggio che si verifica grazie al profondo senso di smarrimento in cui si trova costantemente il personaggio interpretato da James Franco. L’adesione, da parte dello spettatore, al sapere del protagonista, ci pone in una situazione di forte comunanza con Epping, dandoci la sensazione di esplorare questo mondo sconosciuto con e attraverso i suoi occhi. Il risultato è una totale mesmerizzazione da parte dello spettatore, concentrato a tal punto sullo schermo televisivo da finire per perdersi nel mondo fittizio costruito dal telefilm, in attesa del colpo di scena successivo.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Bravo James Franco
  • Maggiore stabilità narrativa
  • Trama sempre più coinvolgente
  • Esplorazione delle tematiche tipiche degli anni sessanta
  • L’ingresso in scena di Lee Oswald
  • Il ristretto numero di episodi stagionali potrebbe mettere “fretta” allo sviluppo narrativo

 

“Other Voices, Other Rooms” è un episodio avvincente e strutturalmente forte, che non solo conferma l’ottimo lavoro compiuto in termini autoriali e attoriali, ma ci mette di fronte ad un contesto socio-culturale che svela una duplice natura: da una parte il profondo senso di leggerezza trasmesso dall’atmosfera magica dei cosiddetti “Happy Days“, dall’altra il razzismo e l’ignoranza dovuta a una mentalità chiusa e conservatrice, lato oscuro che spesso si tende a ignorare volgendo lo sguardo indietro a quegli anni.

 

The Kill Floor 1×02 ND milioni – ND rating
Other Voices, Other Rooms 1×03 ND milioni – ND rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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