L’universo descritto da Gould e Gilligan – Breaking Bad o Better Call Saul che sia – vuole fondamentalmente regalarci una semplice morale: ognuno ha il suo lato oscuro. Ogni personaggio ha al suo interno una seconda metà, capace di fare cose impensabili e di essere l’esatto opposto dell’altra metà. Breaking Bad ha costruito la sua intera epopea proprio su questa tematica, ma spingendosi all’estremo: se l’uomo represso liberasse la bestia dentro di lui, fino a dove si arriverebbe? Con il delinearsi della storia che noi tutti conosciamo.
Better Call Saul, come detto tante volte, cerca in qualche modo di mantenere le sfumature più vaghe. Parliamo di avvocati onesti e truffaldini, non certo di professori di scienze reinventati criminali incalliti. Sono diverse recensioni che cerchiamo di individuare il punto di rottura in cui Jimmy diventa (o ritorna ad essere) Saul. Forse questi ultimi episodi dovrebbero porci nella condizione di comprendere che non esiste un vero momento di separazione. Saul è già dentro Jimmy, così come Jimmy rimarrà sempre dentro Saul (e il flashback iniziale dello scorso episodio, con un piccolo Jimmy che sottrae soldi al padre, dovrebbe essere la definitiva dimostrazione in tal senso). Risparmieremo quindi l’ulteriore analisi sul gesto moralmente dubbio quanto genialmente intricato – sorretto da una fattura scenica sopraffina – della contraffazione dei documenti legali da parte di Jimmy che approfitta del momentaneo stordimento di Chuck.
Occorre però soffermarsi di più su alcuni personaggi apparentemente sullo sfondo, ma che tanto sullo sfondo non stanno. In questa seconda stagione, infatti, sono stati ulteriormente approfonditi (in maniere diverse) Howard e Kim, potenziando – come è giusto che sia – la struttura legale della serie.
A dire il vero non abbiamo mai avuto a nostra disposizione un vero e proprio approfondimento sul personaggio di Howard. Sicuramente abbiamo avuto modo di saggiare la sua poca trasparenza come persona, nel bene e nel male. Durante tutta la prima stagione lo abbiamo letto come una carogna di prima categoria, salvo poi scoprirlo un aziendalista senza spina dorsale, ma fondamentalmente una buona persona. L’apertura a Jimmy di inizio seconda stagione ce lo ha fatto salire di livello, salvo poi far cambiare nuovamente la nostra opinione quando lo vediamo usare il pugno duro con Kim, nel mettere in atto una punizione indiretta. Per questo motivo appare assai significativa l’intera sequenza in cui accetta senza battere ciglio le dimissioni di Kim, riuscendo addirittura ad aprirsi un pochino, lasciando intravedere spiragli del suo passato. Richiudendo comunque tutto subito. Il suo aziendalismo riemerge, preoccupandosi subito di chiamare Mesa Verde, ma il vero punto focale è da individuare poco dopo. Finalmente vediamo il vero rapporto che Howard ha con Chuck: tremante si presenta a casa sua, con il panico negli occhi gli chiede aiuto, rivelando così delle mancanze in un background che all’apparenza pareva impeccabile. Finalmente abbiamo avuto modo di assistere direttamente a un Howard nel ruolo di spalla.
Kim, dal canto suo, è già da un po’ di episodi che si ritaglia fette di scena, talvolta a discapito di Jimmy, altre volte – è questo il caso – a discapito di Mike. Kim rappresenta quel lato di Jimmy che nella serie madre non avevamo mai avuto modo di conoscere. In quel caso Saul era sempre circondato da loschi e grotteschi personaggi. La figura dell’elegante bionda amica di Jimmy è la figura simbolo del clima più disteso che Better Call Saul sembra regalarci. Tuttavia anche Kim viene presentata in tutta la sua ambiguità. Da sempre ligia nel lavoro, la vediamo buttarsi a capofitto in un’avventura professionale insieme a una persona cui è legata affettivamente, meno professionalmente. Il brivido che Jimmy le ha fatto provare sorpassando di poco il confine dell’etica è stato un qualcosa da cui non è potuta tornare indietro. Tanto da rifiutare vantaggiose proposte di altri studi legali.
Intanto sullo sfondo, con meno attenzione rispetto ad altri episodi, il personaggio di Mike continua a presidiare il settore criminale della serie. Ok il clima diverso, ma il mondo gilliganiano deve per forza di cose andare a parare lì, almeno in questo universo narrativo. Studi legali, uffici nuovi di zecca, case piene di libri non dovranno mai farci dimenticare l’atmosfera polverosa del New Mexico, i traffici che all’oscuro di tutti si vanno compiendo. Il vero scenario che questo universo narrativo ha raccontato e vuole raccontare continua a ronzare intorno al protagonista. Abbastanza scontato che sarà Mike con il suo tubo chiodato ad affrettare l’incontro.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Inflatable 2×07 | 2.03 milioni – 0.8 rating |
Fifi 2×08 | 1.93 milioni – 0.8 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.