Giunti a questo punto della serie possiamo iniziare a trarre delle conclusioni sulle sue peculiari caratteristiche. Sulla strada che Documentary Now! prende quando viene elogiato incondizionatamente, sulla strada che invece prende quando ci fa sorridere ma ci porta a dire “si è fatto meglio altre volte”. I 20 minuti antologici e auto-conclusivi di ogni episodio possono essere la parodia di un documentario che nasconde al suo interno delle gag più classicamente concepite (come era avvenuto la scorsa settimana); possono invece essere la parodia di un documentario, strutturati come un documentario, senza capo né coda come un documentario, dai tratti stilistici dell’epoca in cui l’ipotetico documentario è ambientato.
“Globesman”, grazie alle ultime caratteristiche sopra descritte, si colloca direttamente nell’olimpo degli episodi di questa giovane serie. Se “Juan Likes Rice And Chicken” poteva essere associata alla storia dei Blue Jean Commettee, per l’attualità dell’ambientazione, oltre che per la storia ben definita e tracciata al suo interno, “Globesman” lo collocheremo vicino all’altro gioiello: “Kunuk Uncovered“. In quel caso vi era un mix tra anni ’20 e anni ’80, mentre qui siamo fissi negli anni ’60. In ogni caso, anche con “Globesman” dobbiamo ricordare più volte a noi stessi, durante la visione, che Armisen e Hader sono vivi, contemporanei, e che quello che stiamo vedendo è stato girato poco tempo fa, grazie all’eccezionalità della resa stilistica d’epoca, tanto che – si diceva lo scorso anno – in un ipotetico futuro, ritrovato un episodio di Documentary Now!, sarebbe facilissimo collocarlo erroneamente tra i documenti video di altri decenni.
“Globesman” merita quindi di essere elogiata incondizionatamente perché la sua storia interna è fondamentalmente e meravigliosamente inconsistente, perché la base su cui si costruisce la trama parte da presupposti misuratamente assurdi. Non così assurdi da arrivare al paradosso, diciamo bizzarri tanto basta da accorgersi dell’assurdità solo a mente fredda. La 2×04 spingerà ogni singolo spettatore a chiedersi se in passato avesse mai avuto un mappamondo, se lo avesse mai usato e soprattutto se lo avesse mai trovato realmente utile. Opossum e gli altri venditori fanno della vendita di mappamondi una missione di vita, seppur una missione disperata. Il mondo dei venditori porta a porta, raffigurato in “Salesman” (l’originale pellicola del 1969 cui questo episodio è ispirato), cambia vagamente direzione e da un prodotto tascabile e diffuso come una Bibbia, si passa ad un oggetto dalla dubbia utilità ed eccessiva ingombranza.
Documentary Now! diventa realmente comico quando non c’è un solo momento in cui si ride di pancia. E’ questo il concetto su cui siamo tornati spessissimo: la comicità di questa serie è come un suono sempre presente ma difficilmente percettibile. Si guarda qualcosa di assurdo sapendo di guardare qualcosa di assurdo, ma ci si piega a ciò che viene mostrato, quasi prendendolo seriamente. Ma se poi provassimo a raccontare ad un’altra persona ciò che abbiamo visto, ci sorprenderemo a ridere molto più di quanto abbiamo fatto durante la visione stessa.
A tutto ciò occorre aggiungere un insieme di capacità tecniche e sceniche assolutamente sopra la media. La realizzazione degli anni ’60, come detto, batte probabilmente qualsiasi tipo di precedente rappresentazione storica. Il perfetto bianco e nero, così come l’audio leggermente distorto, sono elementi macroscopici che, insieme al look di protagonisti e comparse, saltano immediatamente all’occhio. I particolari però sono ciò che dona all’episodio quel quid che ci permette di esserne così soddisfatti. Se volessimo definire come caricature quelle che Hader e soci attuano sui personaggi e sull’epoca in cui vivono, potremmo dire che queste sono talmente poco “deformanti”, tanto sono sottili, acute e mirate, da far perdere, paradossalmente, la funzione stessa di caricatura. Vedere i personaggi fumare in ogni dove è una riproduzione fedele del tabagismo sfrenato dell’epoca. Vedere però il personaggio di Bill Hader che ordina un pacchetto di sigarette in una tavola calda ci fa balzare sulla sedia, creando un’esilarante increspatura nell’onda perfetta che questa parodia così realista emette. Allo stesso modo il continuo bere alcolici, ordinare bistecche con il caffè (poco prima del bizzarro ordine di Hader) e le azioni violente nei confronti di un venditore di atlanti, si collocano come prese in giro di un’intera epoca. Prese in giro ovviamente estremamente eleganti e raffinate, quasi affettuose.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Parker’s Gail’s Location Is Everything 2×03 | 0.11 milioni – ND rating |
Globesman 2×04 | 0.14 milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.