Documentary Now! 4×05 – My Monkey GrifterTEMPO DI LETTURA 4 min

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Recensione Documentary Now! 4x05“As someone who has trouble communicating with people, I was deeply touched by his efforts. Yet, when the film was released, the man I had taken for a genius was branded a dotty old plonker.”

Dopo aver visto lanciatori di sassi gallesi alle prese con la sfida di una vita, si poteva pensare di aver già visto tutto, e invece, ancora una volta, Documentary Now! si supera e regala al suo pubblico “My Monkey Grifter”, parodia del documentario vincitore del Premio Oscar del 2021 My Octopus Teacher.
La pellicola, diretta da Pippa Ehrlich e James Reed, segue le vicende di Craig Foster, un apneista che, tuffandosi nelle gelide acque vicino Cape Town, in Sud Africa, sviluppa un legame molto particolare con un giovane polpo scoperto in una foresta di alghe. Nel corso di un anno, Foster non solo osserva questa creatura, ma trae lezioni importanti sulla propria vita, come ad esempio quella riguardante l’essenziale fragilità della vita in natura. Ciò lo porterà anche a migliorare il legame con la famiglia, specialmente con suo figlio, che si dedica alle immersioni e alla biologia marina.
Distaccandosi visibilmente dall’opera madre, conservando però le medesime atmosfere, specialmente nei momenti in cui il protagonista, il filmmaker Benjamin Clay (Jamie Demetriou), si rivolge alla telecamera, questo mockumentary riesce a creare qualcosa di unico – e come al solito completamente demenziale – sfruttando il legame tra animale ed essere umano per creare il soggetto perfetto per un documentario crime targato Netflix (e non a caso, My Octopus Teacher è stato prodotto proprio da Netflix).

THE MAN WHO SPOKE TO BIRDS


There was a kindness in her face that had been absent from the people in my life. While they peppered me with aggressive questions like, “did you really think that crazy man could talk to birds?” or, “how could you forget it was Nigel’s birthday?”, Lulu exuded empathy.

Fin dalle primissime battute, tra sovrapposizioni musicali sognanti e camminate a rallentatore nei campi, l’episodio cerca di ripercorrere l’inizio nostalgico del documentario originale, anch’esso cominciato con il racconto dai problemi personali del filmmaker, e le ragioni che lo hanno portato a desiderare di entrare in contatto con l’animale in questione.
Questa volta, però, il entra immediatamente a gamba tesa sulla narrazione, lanciando nella mischia Horace Muntanay, uomo con la passione per gli uccelli che assicura di riuscire a comunicare con essi parlando nella loro lingua. Uomo che, ovviamente, si rivela essere soltanto un vecchio con evidenti problemi di demenza.
Grazie a questo geniale spunto narrativo, viene così spiattellata in faccia al pubblico la totale idiozia di Benjamin Clay, disposto a credere a qualsiasi assurdità pur di girare il documentario della sua vita.
Entra in gioco anche la famiglia, in particolare la moglie, abbastanza sana di mente da aver chiesto la custodia esclusiva del figlio, che comunque lo odia. Ed è proprio a partire dal desiderio di diventare un marito e un padre migliore, che l’impresa di Benjamin assume nuovo significato: parlare con una scimmia allo scopo di ritrovare se stessi.

MA QUESTO È UN COGLIONE


Does Lulu dream? And if so, does she dream about me? And if she dreams about me, am I a man or a hairless monkey?

“My Monkey Grifter”, scritto ancora una volta da Seth Meyers, non ha paura di scherzare, anche in maniera abbastanza sfrontata, con il soggetto da cui trae ispirazione. Benjamin Clay, l’irresistibile cretino al centro della storia, è una persona molto peggiore rispetto a Craig Foster, poiché permette alla sua stupida ossessione per una scimmia di nome Lulu di portarlo in luoghi molto più oscuri dei fondali marini setacciati dal filmmaker sudafricano, ma allo stesso tempo appare guidato, in maniera comicamente estrema, dallo stesso desiderio di connessione che sembra guidare Foster.
Ciò che segue è soltanto un’ulteriore conferma di come Documentary Now! rifiuti di fermarsi alla prima idea divertente che potrebbe venire in mente quando si tratta di creare un’opera di parodia. Sarebbe già abbastanza divertente se Clay si illudesse semplicemente di credere che i movimenti casuali del braccio di una scimmia fossero un tentativo di vera comunicazione, anche se esistente unicamente nella sua mente sempre più affamata di significato. Ma, effettivamente, è molto più divertente se una scimmia chiede al suo nuovo amico umano di occuparsi del guardiano dello zoo passandogli una foto con una grossa X incisa sulla faccia del bersaglio. E se poi all’equazione si aggiunge Fred Armisen, finto detective in combutta con la scimmia per trafugare le opere d’arte del suocero di Clay, il risultato non può che essere uno dei migliori episodi di sempre di Documentary Now!

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Jamie Demetriou perfetto nella parte
  • Coefficiente di demenza alle stelle
  • Benjamin che vuole diventare un marito e un padre migliore per una famiglia che giustamente pensa sia un coglione
  • Benjamin beccato nudo di fronte alla gabbia di Lulu
  • You’re a terrible husband and a terrible father. Father. Father…”
  • L’escalation crime e l’infallibile piano per truffare Benjamin
  • Nigel che ci mette un secondo a vendere suo padre
  • “Never trust a fucking monkey.”
  • Niente da segnalare

 

Senza dubbio la migliore puntata stagionale vista finora. C’è ancora una possibilità per continuare a stupire e addirittura migliorarsi, ma con questo quinto episodio la stagione può dirsi ufficialmente “portata a casa”.

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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