“Mi hanno già tolto tante cose. Lasciatemi almeno quelli.”
(Leo Ortolani)
Mentre si indaga per ricostruire precisamente l’identità di ognuno degli 86 cadaveri saltati fuori dal ghiaccio, la posizione di Mr. Reddington si aggrava e con essa, sicuramente, il mal di testa di molti spettatori. Ricordarsi chi fossero, per esempio, Alastair Pitt, Milos Kirchoff e Geoff Pearl è impresa non semplice. Ad essi si aggiungono Lou Capote, Tiger Branson e Junior Wallace, nominati da Julian Gale, nello scorso episodio, come soci di Reddington, contattati in passato dalla squadra F.B.I. incaricata di catturarlo, per cercare di convertirli in informatori.
Altra causa di emicrania sono alcuni rumours incontrollati diffusi recentemente: si parla della morte di un personaggio del main cast, durante il finale in due parti. Il solo pensiero che potrebbe essere Ressler, il quale verrebbe così sostituito dal nuovo arrivato, è sufficiente a creare sconforto.
Julian Gale, infatti, in questo episodio si vede poco (meno male), ma il suo ruolo sembra quasi quello di un moderno Savonarola: esorta tutti al pentimento e stavolta tocca a Lizzie, nel finale dove, in sottofondo, erompe il capolavoro degli Aerosmith Dream On. A tempo perso, poi, sta unendo tutti i puntini e ha quasi intuito le connessioni fra la task force di Cooper e le soffiate di Reddington.
Il buon Donald, invece, è grande protagonista dell’episodio, anche suo malgrado. Si spiega sulla sua pelle come il metodo usato per rimuovere ricordi dolorosi possa essere usato anche per instaurare false memorie (e per fare, aggiungiamo noi, una bella retcon, rendendo una volta per tutte unitaria e coerente nei dettagli la storia narrata fin qui. Complimenti agli sceneggiatori per la spericolatezza).
La voglia di sperimentare porta gli autori a proporre anche l’inedita accoppiata Liz – Samar. Le due si dimostrano brillanti ed affiatate. Ci voleva proprio una bella avventura per poter scordare, almeno per un attimo, i problemi causati dai loro uomini. A questo proposito, il non esaltante spin-off potrebbe rivelarsi inaspettata fonte di bene: sarà la tanta carne attualmente al fuoco, ma la mancanza di Tom Keen si sente ancor meno di quella di Lizzie nella scorsa stagione. Se non altro, lui a Red non manca proprio per niente, anzi.
Tutta la puntata, comunque, è solo l’avvio della discesa verso il finale di stagione. Tutte le trame restano, per il momento, aperte: la sorte di Ressler, quella dei dottori Krilov e Orchard, con eventuali rivelazioni che i due medici potrebbero fornire, utili magari per sbrogliare l’intricata matassa. Sarebbe deludente lasciare cadere così, semplicemente, tutto un mondo di rimandi a quanto accaduto un paio di anni fa, all’alba dell’episodio doppio Luther Braxton.
Deve compiersi soprattutto la trama principale, ovvero il duello Red – Kaplan.
Su quest’ultimo fronte, il duello si sposta in Europa. La storia lascia l’amaro in bocca e un grande interrogativo: chi pulirà la scena del delitto e farà sparire il cadavere di Werner, questa volta?
Casomai ancora non bastasse, provoca ancora più amarezza vedere la task force sotto attacco di un nemico pronto a tutto, a fare terra bruciata senza fermarsi davanti a nulla, pur di raggiungere i suoi scopi. Dopo quella tra Capitan America e Iron Man, un’altra, devastante Civil War è ufficialmente scoppiata.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Philomena 4×18 | 4.84 milioni – 0.8 rating |
Dr. Bogdan Krilov 4×19 | 4.82 milioni – 0.8 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).