Stranger Things 2×06 – Chapter Six: The SpyTEMPO DI LETTURA 6 min

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Mancano poche puntate al finale di questa seconda stagione di Stranger Things e già si è in grado di arrivare a qualche conclusione: lo show dei Fratelli Duffer ha una scrittura solida e un intreccio teso che portano lo spettatore a mangiare tutti gli episodi con voracità per concludere il prima possibile la stagione e a piangere lacrime amare aspettando la terza stagione. “Chapter Six: The Spy” è un esempio di come, pur essendo una prosecuzione del fenomeno mediatico che ha fatto impazzire tutto il mondo, la serie sia riuscita a rielaborare e a digerire se stessa mostrandosi sotto una nuova luce.
Conservare le qualità proprie dello show è sicuramente una delle caratteristiche della prima parte della seconda stagione (il mondo del Sottosopra, i ragazzini, pronti a nuove avventure, gli adolescenti ingabbiati nei loro sentimenti) ma i Fratelli hanno fatto un passo in più, cosa che si può scorgere nel lavoro registico, nel ritmo, nella tensione e nella caratterizzazione ancor più minuziosa di certi personaggi (Eleven non è la bambina spaventata e insicura, ma è più matura, Steve non è più il bello della scuola ma è un ragazzo più cresciuto). Interessante è anche la vena action che nella seconda stagione è molto più presente rispetto alla prima, in “Chapter Six: The Spy” tale impulso è evidente sia nella storyline di Dustin, Lucas, Steve e Mad Max – che prima sono divisi e poi si riuniscono alla ricerca dello scontro contro il Mostro -, sia in quella di Will all’interno dell’ospedale.
L’episodio inanella le varie storie in maniera intelligente e coerente, scavando ancora di più su trame rimaste solo accennate, alterna vicende action a quelle più analitiche, le vicende dei più giovani a quelle degli adolescenti. In centro a tenere le fila c’è Will su cui si scatena tutto e che scatena ogni cosa, attorno al quale ruotano le altre storie, anche quella del viaggio di Nancy e Jonathan alla ricerca della verità (desiderosi di trovare giustizia per Barb e smascherare ciò che avviene nei laboratori di Hawkins).

 

Joyce: “God! Hold on, sweetie”

 

Si apre così il sesto episodio, intitolato “Chapter Six: The Spy”: una madre piange disperata e un figlio è steso su un lettino d’ospedale. Urla disumane, quelle di Will che brucia dentro, dappertutto (“Everywhere! Everywhere”) a causa di una “ferita” celata dalle carni (“He feels like he’s burning. Check for burns”), che prova un dolore nato da non si sa bene dove (“I don’t see anything”), urla materne, quelle di Joyce che teme per le sorti del ragazzino, che vede di fronte a sé il proprio bambino dilaniato da qualcosa di cui non si capisce la natura, che si infuria perché non le hanno creduto (“He has been telling you over and over that something’s wrong”). Ancora una volta Joyce torna ad essere una madre coraggiosa e tenace che fa di tutto per salvare il proprio bambino, una guerriera che come un caterpillar distrugge ciò che le si para davanti. Con questa spinta la donna dice, “Can a single person in this room tell me what is wrong with my boy?“, ma nessuno sa darle una risposta anzi, il calvario suo e di suo figlio continuano senza posa. “Chapter Six: The Spy” è tutto incentrato sulla spia del titolo che si svela a poco a poco e ciò accade con pochi ma inequivocabili indizi che portano verso un solo nome: Will.

 

Owens: “All living organisms develop defense mechanism against attack. They adapt. They find some away to survive. […] It’s been spreading, growing beneath us like some cancer.”
Hopper: “Why aren’t you burning it?”
Owens: “There is a complication.”

 

La complicazione è chiara; c’è un rapporto simbiotico tra Will e l’organismo (“This virus has infected hosts seem to be communicating”), ferendo l’uno ferisci anche l’altro, bruciando l’uno bruci anche l’altro. Emerge un elemento ancora più preoccupante, c’è anche un sentire comune tra i due, anzi per meglio dire, il mostro muove come un burattino Will (agisce in nome della rabbia del “lucertolone” spaventoso). Il ragazzino ha subito una sorta di lavaggio del cervello da parte del suo carnefice, non ricorda varie cose (chi sono gli uomini che ha di fronte) ma ne conosce altre inculcategli dal suo “ospite”; tale meccanismo ha il suo apice nel finale dell’episodio quando ordisce un agguato verso i soldati che tentano di proteggerlo. Owens capisce una parte della situazione, o meglio comprende ciò che vuole comprendere “Our best guess right now is it’s some kind of virus which is causing this neurological disorder. Now when a typical virus attaches itself to its host, it duplicates, right? It spreads essentially hijacking the host. A virus is alive. It has an intelligence” ma si ferma ad un passo dalla soluzione. Il dottore compie un errore di giudizio, crede al bambino che intanto sta tramando assieme all’organismo contro il mondo e il tutto si compie mente Will dice: “I’m so sorry. He made me do it”.
Mentre viene svelata la spia facciamo un passo avanti anche nelle altre trame. Lo spettatore segue il viaggio in macchina di Nancy e Jonathan che incontrano il reporter cospirazionista Murray Bauman –  scoprono grazie a lui che le verità devono essere annacquate, solo così potranno essere ascoltati – ma anche per merito suo si avvicinano definitivamente (la notte d’amore passata dai due). Questa è una storyline sicuramente poco utile all’economia dello show, molto più interessante è l’altra vicenda in cui vediamo da una parte Steve e Dustin, stranamente vicini, dall’altra Lucas e Mad Max che si raccontano, si conoscono e iniziano ad essere sempre più “amici” (si rompe il triangolo Dustin-Lucas-Mad Max). Questi quattro personaggi compiono un viaggio alla fine del quale si ritrovano. E’ degna di nota l’evoluzione che ha Steve: il giovane uomo cerca di aiutare i ragazzi proteggendoli e sfidando il mostro in prima persona come non aveva mai fatto in passato. Da bello della scuola diventa una sorta di fratello maggiore, pronto a dare consigli a quelli minori. Spiega a Dustin i suoi segreti per irretire una ragazza, gli racconta cos’è l’amore e cosa fare per non soffrire (“The key with girls is just acting like you don’t care”) ma sarà impossibile per lui evitare che il ragazzino soffra (la mano intrecciata di Lucas e Mad Max). Mentre si lotta contro il male, è evidente che si sta compiendo anche un’altra battaglia quella della crescita individuale, il triangolo composto da Dustin, Lucas e Mad Max non esiste più e viene meno per una ragazza il famoso motto “Friends don’t lie”.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Will, l’organismo e il loro rapporto
  • La costruzione dell’episodio
  • Steve e i ragazzi
  • Il ritmo, giusta altalena tra action e lentezza 
  • La situazione tra Nancy e Jonathan poco utile all’interno dello show

 

“Chapter Six: The Spy” è un episodio interessante che getta le basi per sviluppi futuri e che riesce a conquistare il pubblico stringendolo a sé e legandolo ancor di più.

 

Chapter Five: Dig Dug 2×05 ND milioni – ND rating
Chapter Six: The Spy  2×06 ND milioni – ND rating

 

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