“You’re looking for someone who won’t hold back, who is willing to build their life around this work? That is me. That is what I want. I am ready to just put my whole heart into this and, uh, just give it everything I’ve got, from beginning to end.”
Dopo un’attesa durata sette episodi, Homecoming aveva deciso nella scorsa puntata di svelare leggermente, solo nella mente di Heidi, molti aspetti rimasti fino a questo punto nascosti. Ecco, quindi, che il racconto riacquistava il canonico formato di messa in onda, abbandonando quella scatola virtuale nella quale Heidi era stata rinchiusa, per diretta volontà di Esmail. Ecco anche che la storia riacquistava nuova linfa, una nuova spinta per cercare di capire di cosa esattamente Heidi si fosse macchiata nel passato.
Tutti interrogativi che in questo nono episodio, costruito a mo’ di prefazione, trovano solo accenno e non una vera risposta. Heidi sappiamo essere invischiata con una società, la Geist, che dirige un centro di recupero (Homecoming) che al pubblico si presenta come centro riabilitativo, ma che cela dietro questa maschera un centro clinico per test medici su soldati da poco rientrati dal campo di battaglia. Una doppia natura che Heidi scopre solo quando alla prova viene messa una persona che per lei sta diventando (o forse lo era già dall’inizio) molto speciale: Walter.
C’è però da fare una considerazione. La Heidi del 2022 viene presentata come rinchiusa all’interno di una scatola perché incapace di ricordare gran parte del suo passato (per via dei medicinali volontariamente assunti nel pasto del 15 maggio, il fatidico giorno del suo licenziamento); parallelamente la Heidi del 2018 viene presentata come cosciente e consapevole di sé. Ma è davvero così? Come è possibile che il personaggio interpretato dalla Roberts non si renda conto di quanto le sta accadendo attorno? Heidi sembra vivere in un perenne mondo ovattato dove le influenze esterne sembrano non scalfire la spessa scorza di distacco che instaura e costruisce tra lei e tutto il resto del mondo. Non è affatto un caso, infatti, che proprio il suo forte rapporto con Walter faccia incrinare questo suo modo di vivere, facendole realizzare a cosa effettivamente stava contribuendo con il proprio lavoro.
Il dialogo a tre, con il quale si era concluso lo scorso episodio, la scaraventa nell’oblio più totale: Heidi è inseguita dai suoi stessi segreti, dal suo passato e più in generale della sue colpe. Da evidenziare il suo tentativo di disfarsi di questo peso (una scena molto metaforica) gettando nella spazzatura la scatola (e relativo contenuto) con la quale aveva fatto ritorno a casa di sua madre dopo essersi licenziata/essere stata allontanata da lavoro.
Per quanto la serie cerchi a tutti i costi di presentarsi come thriller a tratti politicheggiante e tendente al suo impegno sociale, le tematiche non sembrano abbinarsi eccessivamente bene con il racconto che registi e sceneggiatori hanno impostato. Insomma, non è Mr. Robot dove la tematica del complotto planetario e delle élite che controllano il mondo era effettivamente meglio strutturato ed amalgamato alla storia. Effettivamente, fare eccessivi paragoni con Mr. Robot (che esulino dal preciso campo della regia e della fotografia) vorrebbe dire non aver colto il fulcro della serie, ma soprattutto non aver recepito che la sceneggiatura è tratta da ben altro tipo di mente e prodotto (podcast).
La tematica del complotto rimane silenziosamente presente (Carrasco che riporta al suo superiore che immediatamente si mette in contatto con la Geist) in quanto elemento con il quale era stata aperta la porta alla narrazione su due linee temporali differenti, nonché MacGuffin con il quale la storia ha cercato di districarsi in tutti questi episodi. Ma se la storia del complotto clinico-aziendale per “riformattare” i soldati non è il vero centro narrativo, cosa altro potrebbe esserlo?
Molto dipenderà dal finale e da come vorrà essere presentato al pubblico.
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Protocol 1×08 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.