“HOW SHE MUST HAVE HATED YOU. YOU FAILED HER SO COMPLETELY.”
La serie canadese Cardinal ha da sempre mantenuto una bassissima velocità relativamente al dipanamento della storia. Molte problematiche o porzioni di trama si portano avanti ancora adesso in questa terza stagione nonostante fossero state presentate già durante il primo ciclo narrativo.
Questo è un fattore che serve per evidenziare una certa bontà narrativa, volta non tanto a trascinare enigmi o problematiche per troppo tempo (un qualcosa che capita in diversi show oggi come oggi), quanto piuttosto a sviscerare un determinato particolare sotto qualsiasi punto di vista per dar modo allo spettatore non solo di farsi la propria idea, ma di trarre autonomamente le proprie conclusioni. E’ stato così, per esempio, con i dubbi sull’etica lavorativa di John durante la prima stagione (e parte della seconda).
Tuttavia proprio questa cadenza, ritmata ma lenta, della narrazione rappresenta anche il marchio di fabbrica della serie che grazie ad essa si contraddistingue. Ecco quindi che Cardinal continua ad avere dubbi sul suicidio della moglie, nonostante i fatti parlino chiaro e lascino ben poco spazio ai dubbi. Ad alimentare e rendere ancor più credibili i dubbi, inoltre, sono da prendere i considerazioni i due biglietti che John ha già ricevuto, biglietti in cui le frasi puntano fragorosamente il dito contro di lui e contro il suo carattere che avrebbero portato proprio sua moglie al suicidio.
Nonostante il chiaro obbiettivo minatorio delle lettere, c’è sicuramente un doppio fine legato ad esse dal momento che esporsi con l’invio e la loro creazione deve poter essere ripagato da qualcosa di ben più appagante del puro e semplice dolore inferto ad un uomo già in lutto.
Dyson: “You know that kid who shot himself, I did the notification. His girlfriend didn’t even care that he was dead.”
Delorme: “But you don’t know that. People grieve in different ways.”
Parallelamente alla trama riguardante direttamente John, poi, la puntata porta avanti la consueta risoluzione del caso di stagione ed inizia a far avanzare una lenta ma a quanto pare inesorabile caduta nel baratro della commiserazione del detective Dyson: le problematiche famigliari già note allo spettatore e presentate (abbozzate, per la precisione) durante la seconda stagione vengono qui amplificate da uno sconvolgente suicidio di un giovane innamorato. Ciò che disturba la detective non è tanto la morte del giovane quanto la reazione della sua ex fidanzata quando viene informata dell’incidente. La disumanità che si vede recapitare come risposta la sconvolge minandone il senso di autorevolezza all’interno del dipartimento.
Elemento di congiunzione tra questa particolare sottotrama riguardante Noelle Dyson e la corposa risoluzione del caso stagionale è sicuramente la violenza visiva che non lascia mai scontento il pubblico di Cardinal: le riprese alternate del recupero dei corpi sommersi e la loro analisi da parte del medico legale da sole bastano ad elevare questo episodio da pura e semplice sufficienza ad un quasi otto. Insomma, quanto è importante in una serie crime drama che la componente narrativa principale riesca a ritagliarsi all’interno della storia la sua giusta fetta di minutaggio? Fondamentale. Ecco perché Cardinal riesce con i suoi consueti quaranta minuti a dare al proprio pubblico tutto ciò che lo spettatore si attende da un prodotto di questo tipo: sangue, pistole, macabre risoluzioni e, perché no, drammi di contorno.
C’è davvero bisogno di altro?
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Sam 3×01 | ND milioni – ND rating |
Roman & Irena 3×02 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.