“Happiness is amazing. It’s so amazing, it doesn’t matter if it’s yours or not.
[…] Good people do things for other people. That’s it. The end. And you’re good Tony. You have so much to give.”
Giunti alla penultima puntata di questa mini-serie firmata Ricky Gervais, è il momento di tirare le somme dello show prima del gran finale.
After Life è stata sicuramente una sorpresa per i fan delle comedy inglesi e soprattutto per i fan del comico inglese. Ci si aspettava infatti una comedy intrisa di dark humour, battute sarcastiche e acide che mettessero in risalto la naturale “cattiveria” di Gervais: lo show è stato ANCHE questo, ma si è rivelato più come un dramedy, molto serio e raffinato nel suo genere.
In particolare questi ultimi episodi hanno calcato molto più sul lato drama che non su quello comedy, ponendo l’accento sulla depressione di Tony dovuta alla mancanza dell’ex moglie. Il che è stata l’occasione per importanti riflessioni sulla vita, la morte ed i loro innumerevoli e possibili significati. Ne è venuto fuori l’aspetto più “dolce” e romantico del personaggio di Tony, accresciuto dal rapporto (sempre più stretto) con l’infermiera del pronto soccorso in cui è ricoverato il padre. A tal proposito, è da dieci e lode l’interpretazione di questo da parte di David Bradley che, con poche battute e una mimica pressoché minimale, è riuscito a creare un personaggio memorabile.
Questa scelta stilistica, sicuramente non scontata o banale, è il punto di forza della serie, ma allo stesso tempo il suo lato debole, in quanto rischia costantemente di eccedere in un eccessivo “buonismo” di fondo che smorza l’aspetto più satirico della serie. Soprattutto qui dove la “cattiveria” di Tony raggiunge vette altissime come mai prima d’ora. Tutta la puntata si gioca infatti sui tentativi di Tony di rendersi antipatico il più possibile, sia agli occhi degli altri personaggi sia verso lo spettatore stesso. A cominciare dalla prima scena in cui decide di applicare un proprio metodo “montessoriano” nei confronti di Robbie (il bulletto della scuola di George), fino alle continue battutine e critiche nei confronti dei colleghi (in particolare di Lenny) o alla sfuriata (o, come si potrebbe definire, “la risposta più epica di sempre”) contro il volontario dei bambini poveri (best scena in assoluto).
Queste scene fanno parte del politicamente scorretto che ci si aspetterebbe da parte di Gervais, e in effetti sono la parte migliore dell’episodio. Ma poi il tutto si scontra con il percorso di formazione del protagonista che prevede anche i momenti di sconforto dovuti proprio a causa di questo suo comportamento auto-distruttivo. È come se lo stesso Gervais si sentisse in colpa per il proprio humour e dovesse, in qualche modo, giustificare la propria cattiveria con l’aiuto del grillo parlante, a.k.a. il personaggio meno “simpatico” della serie, cioè il cognato Matt (Tom Basden).
Va detto però che la parte “seria” della trama non manca certo di mordente. Anzi, le riflessioni di Tony e degli altri personaggi dello show (una su tutti Anne, interpretata da un’impeccabile Penelope Wilton) riescono sempre ad emozionare, poiché riflettono sentimenti veri e per nulla banali. Così, dopo il momento catartico del dialogo/scontro tra Tony e Matt, che sancisce il vero e proprio plot twist interno di puntata, l’episodio si avvia verso una nuova rivelazione della vita di Tony in cui si capisce come il personaggio cercherà di essere meno stronzo del solito nei confronti del prossimo. Non si sa bene quanto questa redenzione sia effettiva nel personaggio ma, mancando una sola puntata, è presumibile che ci si avvii verso un’orizzontalità in cui gli effetti di questo episodio si vedranno solo nel series finale.
L’episodio in questione risulta comunque godibile e con un buon ritmo in cui dramma e risate si alternano continuamente. Scena emblematica poi, quella riguardante la casa di Brian (personaggio che va ad allargare sempre di più la straordinaria galleria di characters bizzarri e surreali dello show): divertente e creepy al punto giusto ma anch’essa con un sottofondo di ironia amara che fa venire voglia di rinchiudercisi dentro insieme alla spazzatura e agli scarafaggi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episode 4 1×04 | ND milioni – ND rating |
Episode 5 1×05 | ND milioni – ND rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!