Gomorra 4×01 – Episodio 1TEMPO DI LETTURA 4 min

“O’ munno cambia, ma nuje rimanimm’ sempr’ i stessi.”

Non si perde troppo in chiacchiere questa quarta stagione di Gomorra e parte esattamente da dove aveva lasciato, aggiungendo però alcune importanti novità non da poco.
Nella prima scena, in una campagna campana (gioco di parole orrendo) immersa nella nebbia e ben lontana da qualunque stereotipo positivo, la sensazione che si ha fin da subito è quella di un lutto. Il che è inspiegabile dal punto di vista della trama fine a sé stessa (anche se poi il primo omicidio di stagione, dopo soli due minuti di episodio, conferma il perché di quest’atmosfera), ma comprensibile se si pensa al mega-recap stagionale che è stato fatto ad inizio puntata, grazie al quale, in un colpo solo, sono stati riassunti tutti i fatti salienti delle passate stagioni. Una scelta che va chiaramente a colpire l’empatia dello spettatore, per cui la sensazione rilasciata dal paesaggio è la stessa dell’animo di chi guarda la serie ed è ormai entrato nel “mood-Gomorra”.
Forse si poteva evitare tutta questa prima parte con annesso mega-riassunto, non fosse per il fatto che rallenta un po’ troppo questo inizio stagionale, con il risultato che poi tutto il resto viene accelerato fin troppo. Fatto sta, che anche questo prologo risulta essenziale per presentare i nuovi personaggi di questa quarta stagione: la famiglia Levante e in particolare il patriarca Gerlando.
Questo rappresenta alla perfezione quella banalità del male, di arendtiana memoria, passando indifferentemente dall’uccidere il sindaco del proprio paese (mica il primo stronzo qualsiasi) alla cura amorevole dei propri uccellini. Un personaggio, dunque, complesso e sfaccettato che diventa ben presto essenziale per i piani di Gennaro e che si presuppone diventerà sempre più importante dalle prossime puntate.
A proposito di Gennaro (un sempre più in parte Salvatore Esposito), la sua storyline riprende esattamente da dove la si era lasciata e, grazie alla regia attenta di Francesca Comencini e alla straordinaria interpretazione dello stesso Esposito, riesce a mostrare chiaramente il dolore e la sofferenza per la perdita dell’amico Ciro, presenza-assenza di tutto il primo episodio, tanto presente nei dialoghi tra Gennaro e Sangue Blu quanto assente visivamente sullo schermo.
Un’assenza che si fa sempre più palpabile e che non lascia indifferente lo stesso spettatore, abituato ad un cast ben più corale che ora si riduce alla sola dualità Gennaro-Sangue Blu (assieme a Patrizia). Il personaggio di Gennaro è chiaramente il punto di riferimento di tutto il primo episodio che racconta del suo tentativo (in realtà abbastanza semplice a conti fatti) di uscire una volta per tutte dal mondo della criminalità organizzata ristabilendo la pace tra le varie “famiglie” camorristiche e demandando tutti gli affari a Patrizia.
In tutto questo rimane in disparte, per il momento, tutto il resto del cast (pur avendo degli ottimi comprimari che meriterebbero forse più spazio) che rimane al servizio della storyline principale ma senza incidere più di tanto sugli avvenimenti.
Quello che viene messo a fuoco è l’evoluzione caratteriale di Gennaro e la sua ricerca di libertà per sé e per la sua famiglia che lo elevano a personaggio davvero a tutto tondo, una sorta di Michael Corleone in salsa napoletana. La forza del personaggio sta tutta in questa contrapposizione tra la sua natura ferina e animalesca e i suoi sentimenti famigliari. Una dualità espressa dall’attore con una mimica e una gestualità precise e geometriche (inevitabile il gesto di girarsi l’anello quando prende decisioni importanti). A questo si unisce la consapevolezza acquisita durante le passate stagioni e la sua nuova figura di “padre di famiglia” che gli donano un’attenzione e una calma maggiore verso le situazioni difficili. Una dote che si rivela presto utile per una strategia vincente che gli consente, per il momento, di uscire dalla “scena del crimine” per potersi rifare (forse) una vita finalmente normale.
C’è da aspettarsi, dunque, una stagione fatta solo di strategie machiavelliche e violenza moderata? E l’uscita di scena di Gennaro sarà davvero definitiva o inevitabilmente ci sarà da aspettarsi una sua ricaduta nelle “vecchie abitudini”?
Questo primo episodio sembra propendere per un lieto fine raffazzonato (che sembra voler citare Charlot ad un certo punto) ma, nei fatti, si percepisce come la violenza sia sempre comunque presente e come non sarà certamente facile per Gennaro riuscire ad emanciparsi dalle sue origini criminali.
In tutto questo, un plauso va al cast femminile che qui risulta molto più attivo e “presente” rispetto alle scorse stagioni, a dimostrazione (come recita un vecchio adagio) che “dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna”. Naturalmente ciò non riguarda tanto Azzurra, la moglie di Gennaro, quanto Patrizia (l’ottima Cristiana Dell’Anna) per la quale non si aspetta altro che vederla all’opera come nuova “regina di Secondigliano”.