The Handmaid’s Tale 3×06 – HouseholdTEMPO DI LETTURA 4 min

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Cmdr. Waterford:Lord above, we beseech you, hear our prayer…
June:I pray that their prayers go unanswered. (…) May she convince Fred to let things lie, or may they both get hit by a fucking truck.”

In questa puntata, tenendo bene a mente che questa è una serie distintasi da subito per la cura estrema della fotografia, l’estetica e la cura compositiva di ogni scena arrivano a superare se stesse. Si narra infatti di un viaggio di tutta la famiglia Waterford a Washington D.C., per continuare la campagna a favore della restituzione di Nichole. Qui “famiglia” va inteso nel senso degli antichi romani e del termine “household” che dà il titolo alla puntata, cioè clan famigliare comprensivo di tutta la servitù.
Lo spettatore, assieme a June, ha così modo di vedere una città cambiata dopo la sconfitta degli Stati Uniti davanti all’avanzata di Gilead (si accennava, in un precedente episodio, all’esistenza solo di poche sacche residue di resistenza intorno a Chicago). L’Union Station è diventata la National Station, quindi la statua di Lincoln, a cui si deve l’abolizione della schiavitù, è stata semi distrutta e l’obelisco del monumento a Washington è stato trasformato in una gigantesca croce. Accanto a questi dettagli eclatanti, ce ne sono molti, più piccoli, i quali contribuiscono a tratteggiare una situazione sempre inquietante, con ampie possibilità di peggioramento. Anche quando, per esempio, si vede il “santo desco fiorito d’occhi di bambini” (cit. Giovanni Pascoli) a casa del comandante Winslow, di cui sono ospiti i coniugi Waterford, c’è qualcosa di cupo. Dev’essere perché il comandante, interpretato da Christopher Meloni, e la moglie sono bianchi, mentre alcuni dei ragazzini hanno la pelle scura, quindi si possono solo immaginare tragici scenari di bimbi strappati ai genitori, come Hannah e di Ancelle abusate, come la povera Ofgeorge.
Già dalla scena in cui le Ancelle devono attendere alla stazione qualcuno che le venga a prendere stando chete e chinate come pacchi postali, si intuisce come si stia passando ad una nuova fase, come ci sia un’evoluzione del male: adesso si vogliono ridurre le donne al silenzio proprio in senso letterale, non solo della visibilità sociale. La scena in cui si vede la bocca inchiavardata dell’Ancella di Winslow è il momento culminante e più tragico.
Merito della sceneggiatura è di far scoprire tutto al pubblico come lo scopre June, a cui è vietato leggere, segregata da lungo tempo in ambienti dove gli echi del mondo le giungono ovattati. Un puro esempio di forza delle immagini.

June:Serena, you built this whole world just so that you can have someone. But it didn’t work. You’re cruel and you’re empty. You will always be… empty.

Prima che sia troppo tardi June coglie l’occasione di sputare in faccia a Serena Joy tutto quello che pensa di lei e lo fa proprio al Lincoln Memorial. Almeno ora un punto si è chiarito: l’Ancella può aggiungere la sua ex padrona alla lista delle persone su cui non può contare per raggiungere lo scopo di portare in salvo anche la sua primogenita. Dell’elenco fanno parte anche Aunt Lydia e Nick l’autista, tornato in scena come padre biologico di Nichole. La prima ha dichiarato di non voler vedere le donne ridotte letteralmente al silenzio, ma non ci si può fidare di lei e della sua contorta filosofia del “liberi di – liberi da”; il secondo è ormai troppo compromesso con il regime di Gilead. Il problema del trovare qualcuno su cui fare affidamento non è da poco e purtroppo la soluzione va rimandata ad una prossima puntata.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Estetica della puntata
  • Dialogo June – Serena Joy
  • Forza delle immagini
  • La bocca inchiavardata di Ofgeorge 
  • Aunt Lydia e Nick sono inaffidabili
  • A Union Station non ci sono più i ristoranti dove si mangia bene

 

Giunta a metà della sua terza stagione, la serie abbandona per la prima volta l’ambiente ristretto in cui i personaggi si erano mossi finora e allarga i suoi orizzonti. Il voto è alto per la cura e la forza di ogni immagine dell’episodio, ma non massimo. Come infatti sembra esserci spazio per un peggioramento della già precaria condizione della donna a Gilead, sembrano esserci margini anche per importanti sviluppi. Tutto dipenderà, ad esempio, da quanto si protrarrà il soggiorno a Washington dei coniugi Waterford e da come si evolverà il rapporto dei comandanti, in grazia del quale, o almeno così sembra, Fred può andare avanti a catalizzare l’attenzione mediatica sulla sua disputa col Canada. Meglio, invece, non contare troppo sulla delegazione svizzera, la quale ha dimostrato di avere mediamente le mani legate.

 

Unknown Caller 3×05 ND milioni – ND rating
Household 3×06 ND milioni – ND rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

2 Comments

  1. Ormai seguo la serie con viva passione. È qualcosa di spettacolare e sicuramente prima o poi leggerò il libro da cui è tratta. Questa puntata di particolare, come bene hai sottolineata, è carica di significato. Vedere cosa è successo alla statua di Lincoln è stato un colpo al cuore, basta un particolare per ricordare cosa c’è dietro alla distopia della serie. Bellissimo post, alla prossima puntata 😉

  2. Serie direi necessaria in un mondo che augura stupri. Post scritto con amore particolare perché ho potuto visitare Washington D.C. qualche anno fa. Grazie e alla prossima.

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