Solo due puntate ci separano dal finale di questa terza stagione de La Casa De Papel (che ricordiamo essere, con i suoi 8 episodi, la più breve delle tre) e vediamo la serie spostare i suoi riflettori dai personaggi all’interno della banca, scenario principale di questo nuovo arco narrativo, a quelli al di fuori.
Salta certamente all’occhio, infatti, come il nostro buon vecchio Professor, pur mantenendo il suo tipico carisma, non abbia avuto finora il risalto e l’importanza delle prime due stagioni. Ora le cose sembrano cambiare, dedicando finalmente un episodio quasi interamente alle vicende del Professore/Sergio e della sua compagna Lisbona/Raquel.
La cosa già appare chiara dall’inizio, con un flashback che vede protagonisti proprio Sergio e suo fratello Andres/Berlino, impegnati in un’animata discussione sull’inconciliabilità di amore e “lavoro”. Apparentemente slegata da tutto il resto dell’episodio, questa scena in realtà si ricollega alla perfezione al finale della quinta puntata, che ha visto incrinarsi i rapporti tra il Professore e Raquel con un sostanziale calo della loro fiducia reciproca, condizione che potrebbe mettere a repentaglio la riuscita del piano. Ad ogni modo, nonostante la tensione presente trai due personaggi, specialmente nei primi minuti di puntata, le manovre incalzanti della polizia e gli incidenti di percorso (letteralmente) che si ritrovano ad affrontare i due non danno loro modo di affrontare una vera e propria discussione in merito, lasciando la questione aperta e probabilmente in caldo per le prossime puntate.
Abbiamo già potuto constatarlo nello scorso episodio, ma in questo è altrettanto evidente come la polizia costituisca un pericolo ben più tangibile di quanto non fosse nelle prime due stagioni. In particolar modo viene incarnato dall’ispettrice Alicia Sierra (Najwa Nimri), che è certamente assieme al Professore il personaggio di spicco di questi 46 minuti. Come detto qualche riga più su, Sergio non ha avuto molto rilievo o presenza scenica in questa stagione, se non in alcuni flashback: probabilmente l’assenza del suo rapporto controverso con Raquel, ormai sua alleata sotto lo pseudonimo di “Lisbona” e utile alla serie quanto una cassettiera, ha fatto perdere al Professore gran parte del suo fascino. Fortunatamente (almeno per lo spettatore) le cose sembrano destinate a cambiare con l’entrata in scena dell’ispettrice Sierra, dimostratasi un’avversaria più che degna. All’apparenza innocente e quasi tenera, questa donna mostra una determinazione tale da farle compiere azioni di moralità ben più dubbia dei veri criminali pur di raggiungere i propri scopi. La naturalezza e l’indifferenza con cui perpetua le sue torture psicologiche senza battere ciglio ma, anzi, quasi godendo dei risultati ottenuti, rendono questo personaggio assolutamente terrificante. Con la sua entrata in scena infatti, le problematiche non sono più generate esclusivamente dagli ostaggi o dalla banda stessa, ma finalmente la polizia si rivela un nemico temibile, non più solo dal punto di vista bellico ma anche e soprattutto strategico. Forse proprio questo mancava al capo della Banda di Dalì: un rivale alla sua altezza.
È possibile vedere una certa somiglianza in tal senso con i due protagonisti dell’anime Death Note, paragonando il Professore a Light, un criminale che si proclama dalla parte della giustizia, intelligente, calcolatore, con una via d’uscita sempre pronta ad ogni situazione di pericolo; dall’altra parte invece avremmo l’ispettrice Sierra nel ruolo di L, una mente tanto acuta quanto stravagante pronta a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi. È ancora presto per dire se effettivamente questi due continueranno a tenersi testa e a darsi scacco a vicenda fino alla fine, ma intanto le basi gettate per il loro rapporto sembrano interessanti e coinvolgenti.
Ovviamente però l’episodio non è unicamente incentrato su questi due personaggi, anche se la loro presenza si fa sentire parecchio. La scena infatti si svolge anche all’interno della Banca Centrale di Spagna dove si viene colti da una forte sensazione di déjà-vu: la Banda che perde contatto con il Professore nel momento di maggiore pericolo o il fatto che il più instabile e arrogante del gruppo – in questo caso Palermo – prenda il comando assoluto dell’operazione sono entrambe situazioni già viste e esplorate nelle prime due stagioni. La serie continua a intrattenere ed è sicuramente costruita alla perfezione tra scene presenti, passate e trapassate, ma il timore che si stia solo assistendo ad una rivisitazione del già realizzato colpo alla Zecca di Stato c’è e si fa sentire.
I déjà-vu però non si limitano a scene che ci sembrano già viste, ma anche a veri e propri (e soprattutto volontari) rimandi alle prime stagioni, sanciti dalle canzoni “Maria, Mi Vida, Mi Amor” – cantata dal compianto Mosca in una memorabile scena della prima stagione e qui riproposta da suo figlio Denver – e “Bella Ciao”, divenuta un vero e proprio simbolo musicale della serie.
Se veder cantare “Bella Ciao” a dei poliziotti su minaccia di Palermo può essere una scena divertente e godibile, d’altra parte l’interesse non viene mantenuto costante nel corso dell’episodio, con alcuni palesi allungamenti di brodo volti unicamente a dare una falsa parvenza di pericolo. Questo si traduce in minutaggio sprecato a vedere un gruppo di civili che tira il camper del Professore fuori dal pantano in una sequenza fin troppo lunga e decisamente inutile.
Appaiono ambigui anche gli approfondimenti su Tokyo, che prima viene mostrata quasi noncurante della sopravvivenza dei propri compagni pur di salvare Rìo e poi, in un flashback, la si vede tormentarsi al pensiero che a causa sua gli amici stiano rischiando nuovamente la vita.
Forse questa sua dualità di pensiero viene chiarita proprio nel finale dell’episodio che dà una spiegazione al titolo “Tutto è sembrato insignificante”. Come viene spiegato dalla stessa Tokyo, esso è riferito allo sforzo e al rischio che la realizzazione del colpo ha comportato. Tutto ciò aveva infatti un unico obiettivo: il ritorno di Rìo, che avviene proprio nel finale d’episodio e, viene fatto intuire, riserverà certamente delle sorprese per le ultime due puntate.
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Las Cajas Rojas 3×05 | ND milioni – ND rating |
Todo Pareciò Insignificante 3×06 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.