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Neo:”Quale verità?”
Morpheus:”Che tu sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri, sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos’è.
Morpheus:”Che tu sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri, sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos’è.
È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant’è profonda la tana del Bianconiglio.
Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.“
Dopo un primo episodio per larga parte slegato da storia e personaggi principali, se non alla fine, Legion ritorna sui binari più consueti, riallacciandosi alla trama generale. Certo, questo considerando solo il livello narrativo, visto che lo stile grottesco e surreale di Noah Hawley è stato sempre meravigliosamente presente (scena musicale su tutte), compresi i tanto cari riferimenti a Lewis Carroll. Dopo Alice/Switch attraverso lo specchio (temporale), rispunta ancora fuori il paese delle meraviglie, richiamato già sul finale della stagione precedente, ispirazione immortale per tanti colleghi dai “deliri distopici”, tra cui le sorelle Wachowski citate direttamente nello stesso episodio. Quello dell’ambiguità del reale, d’altronde, è il tema fondante dell’intera serie, fin dalla prima stagione, perciò un simile accostamento sembra quasi naturale, adesso. Dopotutto, in un mondo in cui un uomo può distorcere la mente, sua e degli altri, a proprio piacimento, qual è la verità?
Naturalmente, difficile arrivarci quando quello stesso uomo è anche affetto da schizofrenia. La seconda stagione si era infatti chiusa con la consapevolezza che sì, la malattia di David è più reale che mai, e proprio la follia, incarnata dal servitore più fedele Lenny/Cappellaio Matto (e chi altri poteva mai essere?), è il vero elemento di raccordo con questo nuovo corso. Noah Hawley decide di mettere in scena l’auto-isolamento di David, dopo il processo/diagnosi che l’ha messo terribilmente di fronte a tutti i propri errori/disturbi, con una comune hippie anni ’70 che si nutre del suo illimitato potere per sfuggire con la mente dalle proprie sofferenze. Lo stesso David è dopotutto il primo a nascondersi dietro concetti come “l’amore”, ricordando il suo iconico mantra del “God love the sinners best“, covando però fini egoistici, ossia dimenticare quando accaduto con Syd e il male che le ha fatto. Dalla sua mente scaturisce la droga blu che aiuta a rimanere “nel paese delle meraviglie”, ma quando si ritrova costretto a confrontarsi col suo passato quella stessa droga diventa rossa, rivelatrice della sua natura manipolatrice. Da qui prende allora piede l’arguto piano del rapimento di Cary, con annesso sfruttamento dei suoi adepti, e la deriva da pacifico santone a Charles Manson si fa concreta.
La chiave di tutta l’evoluzione psicologica del protagonista è ovviamente proprio il rapporto con Syd. È il confronto con la ragazza, atteso ma inconsistente poiché minato dai vecchi rancori, a scatenarlo. Checché ne dica agli altri, e a se stesso, è per riconquistarla che fa tutto. Però quando Syd/Alice è entrata nel paese delle meraviglie/mente di David è scappata inorridita e dal suo dialogo con Farouk si evince l’ennesima conferma della loro profonda rottura:”He thinks he’s the victim” dice lei; “And that’s why he’s dangerous. His mind is fixed. His reality is alternate” risponde Farouk; “So talk is useless” sentenzia Syd. Ecco, più che il concetto di realtà distorta, su cui si è già intervenuti in precedenza, è quello dell’incomunicabilità tra le parti ad apparire interessante per l’economia di tutta la serie, e non solo. L’amore tra Syd e David è stato oltremodo intenso e commovente proprio perché originato dal loro comprendersi, nonostante e anzi soprattutto i rispettivi traumi e disagi esistenziali. Adesso, invece, dopo che lui, consapevolmente o no, ha aiutato la ragazza a guarire, si trovano a non riuscire più a capirsi, a “vedersi”. L’atteggiamento di Syd poi rispecchia tristemente quello che accade quando ci si trova di fronte a una mente malata e si preferisce allontanarla, se non eliminarla perché ritenuta pericolosa, piuttosto che provare ad aiutarla davvero.
“Chapter 21” è un episodio di transizione, che chiarisce e allo stesso tempo sviluppa i punti focali dell’ultimo atto di Legion. Si capisce infatti, dopo il primo episodio incentrato sull’inserimento della figura della viaggiatrice del tempo, che la profezia su David è ancora lontana dall’avverarsi, inserendo poi il mistero su quando e in che modo questa si attuerà. Certo, chi è avvezzo ai paradossi temporali, potrà facilmente immaginare che tutti questi eventi potrebbero portare comunque a David che distruggerà il mondo, ma vedremo cosa ci riserverà il genio di Hawley in merito. Per ora la certezza è che i due capitoli introduttivi hanno indirizzato la stagione verso un ultimo estremo tentativo del protagonista di rimediare ai propri errori e, nel frattempo, salvare il mondo. Se non fosse però che su Cary, così su Lenny poco prima, lo si vede esercitare l’ennesima manipolazione mentale per raggiungere i propri scopi. E allora, ancora una volta, qual è la verità? Chi sono i veri eroi?
Lenny:”I mean, what time period? What’s he gonna do?“
Cary:”Save the world.“
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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La tana del Bianconiglio è stata aperta e non vediamo l’ora di scoprire quant’è profonda. La verità, per ora, è che promette davvero bene.
Chapter 20 3×01 | 0.38 milioni – 0.1 rating |
Chapter 21 3×02 | 0.38 milioni – 0.1 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.