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MAOS riprende la sua consueta narrazione facendo ammenda di quanto apparso nella prima metà di questa stagione e che per svariati motivi, nelle recensioni precedentemente scritte, avevano portato noi di RecenSerie a valutare negativamente quanto apparso in scena: un interesse minimo nel voler rivelare i veri ruoli all’interno della storia (villain/buono); incapacità di gestione delle sottotrame presentate nel primo episodio; non desiderio di voler approfondire chi (o cosa) esattamente sia Sarge e per quale motivo questo nuovo personaggio si ritrovi ad essere una copia del da poco scomparso direttore Coulson.
“Leap”, finalmente, decide di prendere per mano lo spettatore e di accompagnarlo in un episodio degno dei tempi migliori e soprattutto in grado di concedere le giuste (e motivate) risposte alle giuste domande. A facilitare il compito, sicuramente, il fatto che il gruppo degli agenti dello SHIELD sia riuscito a riunirsi nuovamente, dando modo agli sceneggiatori di potersi concentrare con maggiore attenzione su di una trama senza il pericolo di tralasciarne altre (così come capitato in altri episodi, per esempio).
Tutto riparte esattamente da dove lo si era lasciato: Sarge, completamente dissanguato dopo lo spropositato atto di odio mostrato da May, viene accompagnato in un’infermeria per l’occasione resa obitorio. All’interno del gruppo – così come nello spettatore che dopo sei stagioni ormai ha compreso le dinamiche emozionali dei personaggi dello show – cominciano a palesarsi dubbi sull’effettivo coinvolgimento di May (quella vera, per lo meno) nella presunta morte di Sarge.
A dar maggior adito a questa teoria, l’agente durante i brevi interrogatori inizia a professarsi innocente e soprattutto non in grado di ricordare cosa esattamente sia accaduto dopo la festa con cui si concludeva lo scorso episodio.
Consci di quanto avvenuto nella nave spaziale che trasportava, oltre ad Izel, anche Fitz e Simmons risulta abbastanza facile dedurre che qualcosa stia avvenendo all’interno del Faro, un qualcosa (o qualcuno) che si sta facendo strada per avvicinarsi a quello che rimane dei monoliti distrutti, ma la cui energia risulta imprigionata nel gravitonio. Ma è proprio attorno a questa “prigione temporale” che tutti i vari quesiti legati a Sarge riescono a trovare una spiegazione, anche grazie a Fitz prima ed Izel dopo che riportano per voce quello che si iniziava a presumere.
Chi è quindi Sarge? Sarge altro non è che Coulson, semplicemente. Fitz, infatti, appunta che: “Izel said the monoliths had the power to create. Now, we know that one monolith was ‘space’, another was ‘time’. What if the third one was ‘creation’?
It’s possible that the three energies combined to create another Coulson through space and time on some other planet years ago. And… And he was left there when our Coulson sealed the Gravitonium device”.
Poco dopo è la stessa Izel a chiarire il collegamento Coulson-Sarge, dandone una definitiva spiegazione: “Then how did I kill them? You can’t recall because it didn’t happen. The family isn’t yours. It’s a holdover an echo from the man whose body you inhabit. I’m only beginning to fully understand myself. I always wondered how you got this form and where it came from. But now, in this place, they recognize that face here. Don’t you see? The monoliths created your body sent it back through time and space, back home to our realm.
A planet where we have no form and yearn for it. This human body arrived. It had form. You took it over and lost yourself lost me. And in return, you got everything that comes with this unwilling vessel.”
Del diverbio che sta avvenendo all’interno del corpo di Sarge/Coulson viene dato qualche assaggio durante l’episodio, mascherandolo da flash durante la fase di ripresa (a quanto pare sia Sarge, sia Izel risultano essere immortali o non danneggiabili con armi convenzionali, stranamente). Risulta quindi pronosticabile, valutando anche il finale di puntata con i primi segnali dei poteri di Sarge (o dovremmo dire a questo punto Pachakutiq?), che nei prossimi episodi si andrà ad approfondire questa lotta interna in cui l’host (Coulson) e l’ospite inatteso (Sarge) inizieranno a fronteggiarsi per poter finalmente riprendere pieno controllo dei ricordi e del corpo in sé.
A soli tre episodi dalla conclusione, Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. sforna l’episodio migliore della serie andando a cogliere a piene mani da quella che a tutti gli effetti può essere ritenuta l’antologia dello show. Le attese tornano quindi ad essere molto alte, ma molto dipenderà dal prossimo episodio e da come verrà gestita sia la lotta contro Izel (a questo punto apparentemente inavvicinabile), sia quella interna tra Coulson/Sarge.
“Leap”, finalmente, decide di prendere per mano lo spettatore e di accompagnarlo in un episodio degno dei tempi migliori e soprattutto in grado di concedere le giuste (e motivate) risposte alle giuste domande. A facilitare il compito, sicuramente, il fatto che il gruppo degli agenti dello SHIELD sia riuscito a riunirsi nuovamente, dando modo agli sceneggiatori di potersi concentrare con maggiore attenzione su di una trama senza il pericolo di tralasciarne altre (così come capitato in altri episodi, per esempio).
Tutto riparte esattamente da dove lo si era lasciato: Sarge, completamente dissanguato dopo lo spropositato atto di odio mostrato da May, viene accompagnato in un’infermeria per l’occasione resa obitorio. All’interno del gruppo – così come nello spettatore che dopo sei stagioni ormai ha compreso le dinamiche emozionali dei personaggi dello show – cominciano a palesarsi dubbi sull’effettivo coinvolgimento di May (quella vera, per lo meno) nella presunta morte di Sarge.
A dar maggior adito a questa teoria, l’agente durante i brevi interrogatori inizia a professarsi innocente e soprattutto non in grado di ricordare cosa esattamente sia accaduto dopo la festa con cui si concludeva lo scorso episodio.
Consci di quanto avvenuto nella nave spaziale che trasportava, oltre ad Izel, anche Fitz e Simmons risulta abbastanza facile dedurre che qualcosa stia avvenendo all’interno del Faro, un qualcosa (o qualcuno) che si sta facendo strada per avvicinarsi a quello che rimane dei monoliti distrutti, ma la cui energia risulta imprigionata nel gravitonio. Ma è proprio attorno a questa “prigione temporale” che tutti i vari quesiti legati a Sarge riescono a trovare una spiegazione, anche grazie a Fitz prima ed Izel dopo che riportano per voce quello che si iniziava a presumere.
Chi è quindi Sarge? Sarge altro non è che Coulson, semplicemente. Fitz, infatti, appunta che: “Izel said the monoliths had the power to create. Now, we know that one monolith was ‘space’, another was ‘time’. What if the third one was ‘creation’?
It’s possible that the three energies combined to create another Coulson through space and time on some other planet years ago. And… And he was left there when our Coulson sealed the Gravitonium device”.
Poco dopo è la stessa Izel a chiarire il collegamento Coulson-Sarge, dandone una definitiva spiegazione: “Then how did I kill them? You can’t recall because it didn’t happen. The family isn’t yours. It’s a holdover an echo from the man whose body you inhabit. I’m only beginning to fully understand myself. I always wondered how you got this form and where it came from. But now, in this place, they recognize that face here. Don’t you see? The monoliths created your body sent it back through time and space, back home to our realm.
A planet where we have no form and yearn for it. This human body arrived. It had form. You took it over and lost yourself lost me. And in return, you got everything that comes with this unwilling vessel.”
Del diverbio che sta avvenendo all’interno del corpo di Sarge/Coulson viene dato qualche assaggio durante l’episodio, mascherandolo da flash durante la fase di ripresa (a quanto pare sia Sarge, sia Izel risultano essere immortali o non danneggiabili con armi convenzionali, stranamente). Risulta quindi pronosticabile, valutando anche il finale di puntata con i primi segnali dei poteri di Sarge (o dovremmo dire a questo punto Pachakutiq?), che nei prossimi episodi si andrà ad approfondire questa lotta interna in cui l’host (Coulson) e l’ospite inatteso (Sarge) inizieranno a fronteggiarsi per poter finalmente riprendere pieno controllo dei ricordi e del corpo in sé.
A soli tre episodi dalla conclusione, Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. sforna l’episodio migliore della serie andando a cogliere a piene mani da quella che a tutti gli effetti può essere ritenuta l’antologia dello show. Le attese tornano quindi ad essere molto alte, ma molto dipenderà dal prossimo episodio e da come verrà gestita sia la lotta contro Izel (a questo punto apparentemente inavvicinabile), sia quella interna tra Coulson/Sarge.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Siamo pronti per una conclusione di stagione in crescendo, visto e considerato anche che il settimo ciclo narrativo (che arriverò l’anno prossimo) rappresenterà la conclusione di questo show.
Collision Course (Part II) 6×09 | 2.30 milioni – 0.4 rating |
Leap 6×10 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.