“Nobody gives a fuck about pigeons.”
Interessante la nuova vita di Piper, teneri i tentativi di Suzanne di riportare armonia tra le sue amiche, funzionale la trama interna delle guardie… ma Orange Is The New Black è giunto ormai al capolinea ed era importante che gli ultimi episodi raccontassero qualcosa in più.
Negli ultimi anni, con l’elezione di Trump, il mondo delle serie tv si è ritrovato pronto all’uso di una vasta opportunità di temi sociali ispirati alla realtà da cui prendere spunto; che sia mera descrizione di ciò che sta realmente accadendo nel mondo o, ancora più importante, elemento cardine di denuncia sociale, le serie tv sono diventate ancora di più un mezzo per far conoscere a tutti cosa si cela concretamente dietro quei gran discorsi dei politici, i quali dall’alto tentano di far sembrare tutto normale e “pulito”.
La realtà dei centri per l’immigrazione è ormai ampiamente in uso in America e tante sono state le denunce a tal proposito; sempre più i prodotti televisivi cercano di inserire nei loro contesti narrativi alcuni elementi di denuncia sociale. Poteva, dunque, Orange Is The New Black esimersi da questo compito? Considerato il tema proprio dalla serie di Jenji Kohan, forse non poteva esserci show migliore per dar voce a questa realtà.
Che la strada intrapresa avesse seguito la situazione dei centri per l’immigrazione era già chiaro sin dallo scorso season finale, quando la povera Blanca aveva visto frantumarsi tutti i suoi sogni di un’uscita anticipata per essere catapultata in questo nuovo incubo. Ancora meglio, quest’anno la storyline viene presentata in maniera più completa, perché la presenza di Maritza (di cui si erano perse le tracce nella scorsa stagione) aiuta a sviluppare la trama a 360° gradi, con le due donne che insieme possono mettere in mostra anche tutto il comparto emotivo che tale situazione suscita. Cosa di cui si è già avuto un assaggio in questo episodio, dove la storyline è stata presentata in maniera esemplare grazie all’alternarsi dell’iniziale speranza e fiducia nutrita da Maritza e l’ormai assestata impotenza fattasi largo in Blanca. Una Blanca completamente svuotata e distrutta anche da quanto occorso a Diablo, portato via in un’ennesima rappresentazione di ciò che realmente accade e che si mostra sullo schermo in tutta la sua assurdità. E, considerato che questo è solo l’inizio di questa stagione che sembra aver posto il suo obiettivo primario a livello di narrazione, c’è da immaginare che il viaggio nei prossimi episodi sarà ancora più crudo e ad effetto per una denuncia di forte impatto sociale.
Oltre questa storyline che inizia a stagliarsi all’orizzonte, con “And Brown Is The New Orange” vengono messi i primi paletti per indirizzare ufficialmente tutta la stagione in una certa direzione. Innanzitutto, gli autori sembrano essersi resi conto di ciò che non stava funzionando negli ultimi tempi: come si era sottolineato nella recensione della season premiere, infatti, le new entry continuavano ad essere mal sopportate all’interno della storia e adesso dopo Daddy ci si libera finalmente anche di Badison, personaggio inutile ed irritante come pochi che non ha apportato alcun riscontro interessante nelle stoyline. Tolte di mezzo queste due figure, la strada sembra finalmente tornare sui binari giusti grazie alla reunion tra alcuni dei veri protagonisti. Il team della cucina che si ricompone con Red e Gloria al timone, porta non solo un bel gruppo di veterani a ritrovarsi nelle stesse dinamiche, ma le vede localizzarsi anche nel centro dell’immigrazione che acquista in un colpo solo una presenza massiccia di character e di conseguenza lascia intendere come la trama in questo luogo prenderà presto il via ufficiale.
Per il resto, mentre appare interessante da seguire l’avventura della nuova direttrice del carcere, la cui scelta apre a molte più possibilità narrative, continua a mostrarsi altamente pedante la situazione di Alex; la “collaborazione” con McCollough adesso potrebbe far aprire due strade: cambiare le dinamiche e dare vita ad un duo molto più interessante da seguire, o piombare ancora di più nella ripetitività più totale. E per il bene del personaggio di Alex si spera che la sua svolta stagionale sia dietro l’angolo.
Niente più perdite di tempo, dunque, messi da parte i personaggi meno convincenti, il gruppo dei protagonisti inizia a stringersi intorno a temi molto più carichi di significato, tutto per dirigersi spediti verso una degna e meritata conclusione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Just Desserts 7×02 | ND milioni – ND rating |
And Brown Is The New Orange 7×03 | ND milioni – ND rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.