The Terror: Infamy 2×06 – TaizoTEMPO DI LETTURA 3 min

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The-Terror-Infamy-2x06“Yuko…you’re exquisite.”

Nella precedente recensione si appuntava come questa seconda stagione del prodotto AMC sembrava aver raggiunto ormai da diversi episodi una fase di stallo a tratti nauseante, con una incapacità di trasmettere al proprio pubblico una vera e propria storia. The Terror: Infamy, infatti, nonostante un contesto storico che si poteva prestare (forse più dal punto di vista psicologico che altro) ad una narrazione horror, dava l’idea di non aver più nulla da raccontare. La storia sembrava essersi esaurita, mancavano spunti e soprattutto evoluzioni narrative degne di nota.
Questo sesto episodio, che rappresenta inoltre il fatidico giro di boa della stagione, sembra desideroso di ridestare interesse nello spettatore cercando di movimentare un po’ le acque della narrazione, facendo intersecare passato e presente dei personaggi. Il vero focus viene rivolto su Yuko, sulle disavventure che l’hanno perseguitata fin da prima che il suo bambino venisse al mondo e tutto ciò che collegano la sua figura a quella della misteriosa creatura apparsa sul finire dello scorso episodio successivamente l’incidente in jeep (e ripalesatasi a metà circa di questo sesto episodio).
La narrazione continua a procedere lenta e mentre Luz viene momentaneamente messa da parte, Chester riceve maggiore spazio di approfondimento specialmente nella seconda parte di puntata, dopo aver finalmente rimesso piede al campo di detenzione dove i suoi genitori lo attendevano. The Terror coccola nuovamente il proprio pubblico con un mix di misticismo e credo popolare, con yurei nuovamente personaggio più nominato e presente nei dialoghi (sia quanto effettivamente in scena, sia quando non appare minimamente). Nonostante però questi confortanti elementi della tradizione giapponese, che dovrebbero comporre il fantomatico lato horror di questa stagione, il prodotto sembra non riuscire a carburare e soprattutto fatica ad attrarre. A sostituire Tuunbaq in questa seconda stagione si è pensato ad un fantasma vendicativo e violento, ma forse proprio per questo misticismo che attrae, la serie continua a risultare a tratti impalpabile. Una paura non tangibile, senza una effettiva forma (se si esclude il corpo in necrosi che è apparso in questi ultimi due episodi) e che non trova validi compagni di viaggi per alimentare questa sensazione di terrore: Tuunbaq poteva contare sul contesto apocalittico dei ghiacciai e del freddo, ma anche del cannibalismo che lentamente era riuscito a farsi strada tra i vari superstiti della spedizione. Yurei, oltre al già citato contesto storico, sembra non avere appigli ai quali aggrapparsi per poter scardinare il senso di sicurezza dello spettatore. Un lato horror che coinvolge, sì, ma per un lasso di tempo circoscritto e non convincente.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La gestione del viaggio ultraterreno
  • La cronistoria con cui l’episodio si apre
  • La rivelazione riguardante Chester…
  • Oltre metà episodio si appoggia su dialoghi in giapponese che per quanto consoni al contesto della narrazione rendono la visione leggermente più pesante, forse accentuando un senso di sonnolenza dovuta ad una storia che fatica a calamitare l’attenzione
  • …ma vedere questi plot twist alla sesta puntata (su dieci) risulta forse troppo tardi

 

L’ennesima sufficienza per questa seconda stagione di The Terror che continua a non convincere fino in fondo. Come detto ampiamente, le premesse sembravano prospettare un prodotto di alta levatura, ma successivamente un ritardo eccessivo nell’analisi del comparto horror ed un isolamento (come detto, infatti, mancano le giuste spalle per portare lo spettatore a lasciarsi catturare dal racconto) dell’elemento da cui scaturisce l’elemento “terrore”, sembrano aver riportato su ben altri livelli il prodotto di casa AMC.
C’è da attendersi un maggiore focus su Yurei negli episodi conclusivi, ma rimane ormai ben poco da salvare a conti fatti.

 

Shatter Like a Pearl 2×05 0.36 milioni – 0.1 rating
Taizo 2×06 0.38 milioni – 0.1 rating

 

 

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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