Chaos. The constant enemy of life kept at bay by champions from across the multiverse…joining forces to fight on behalf of all creation. They found each other just in time, because now, the entire multiverse is about to come under attack. There is a malevolent force at work one driven by a singular goal. The destruction of all there is. I have planned, there are those who say I have schemed, but the time for preparation has passed.
The Crisis is now upon us all.”
L’attesa era tanta, quindi, le aspettative erano alte e, bisogna ammetterlo, sono state rispettate visto e considerato che questa prima parte di crossover (per la seconda bisognerà aspettare Gennaio) regala una quantità di materiale non indifferente sul quale poter riflettere e lavorare. Per poter mettere un po’ di ordine, trattandosi di una recensione che copre circa 120 minuti di eventi, la recensione sarà suddivisa in tre sezioni: la reunion dei campioni; la preparazione; il confronto.
Prima di iniziare però, è abbastanza doveroso contestualizzare il perché questa Crisis On Infinite Earths è così famosa e così importante, non solo a livello fumettistico. Negli anni ’80 le vendite della DC Comics erano molto inferiori a quelle della Marvel, c’erano molti errori a livello di scrittura (supereroi e villain che si incontravano per la seconda/terza volta pensando fosse la prima) creati dai tanti autori che si erano dimenticati pezzi qua e là nel corso degli anni. Insomma, c’era bisogno di una rivoluzione che permettesse il rilancio dell’Universo DC e facilitasse l’approccio ai nuovi lettori.
Solamente nel 1981, quando Marv Wolfman si rese conto di tutto questo e propose l’evento ai dirigenti DC, qualcosa cominciò a cambiare. Ma è nel 1985, quasi 35 anni fa, che, coadiuvato dalle matite di George Perez, Wolfman lanciò la rivoluzione chiamata Crisis On Infinite Earths. E, sebbene la situazione su The CW non necessiti di questo cambiamento radicale, la fine di Arrow e gli ascolti sempre più bassi richiedono un’azione radicale. Eccola.
LA REUNION E LE DIPARTITE
Il crossover si apre con Supergirl, con il ritorno sulla Terra di Clark, e con l’arrivo dei principali eroi conosciuti dallo spettatore e che hanno trovato spazio (chi più, chi meno) in tutte queste serie tv chiamate in causa: Arrow, Flash, Batwoman, Sara Lance (White Canary), Ray Palmer (Atom) e Mia, teletrasportati da una sempre più enigmatica Lyla. Come si evince dal titolo dato al paragrafo, l’attendismo è l’elemento fondamentale di questo primo capitolo del crossover. Una decisione giusta ed oculata visto e considerato l’alto numero di co-primari chiamati in causa e che, per forza di causa maggiore, devono essere correttamente introdotti all’interno della trama (ed in uno scenario non loro). Fatta esclusione quindi per i momenti di pura e semplice reunion, l’episodio risulta scarno, ma sarebbe stato eccessivo attendersi qualcosa di più essendo praticamente un prologo alla vera Crisi.
Anzi, qualcosa di estremo l’episodio lo regala proprio verso il finale. Un colpo di scena gestito veramente bene e che scombussola le carte del gioco: Oliver Queen, con una decisione degna del migliore degli eroi, si sacrifica per poter trarre in salvo il maggior numero di persone dall’ondata di antimateria in arrivo. Una morte da eroe ed un’uscita di scena (ovviamente momentanea, come è facile intuire) degna della narrativa epica.
“You became a hero, a husband, a father. And I’m flying through time happier than I’ve ever been. And none of that would’ve ever happened if I didn’t get on that boat with you. It was destiny.”
LA PREPARAZIONE
Ed è dalla morte di Oliver che il crossover riprende il proprio percorso narrativo. Il ricordo dell’eroe permane anche nelle prime riprese di Batwoman dove, con un arguto utilizzo di ironia, viene appuntata l’eccessiva presenza di libri, profezie e quant’altro. Una mole di background non indifferente che va ad intaccare una puntata altrimenti superiore, in quanto a concretezza, alla precedente. C’è l’arrivo delle Leggende (circa), ma circoscritto ad una brevissima sequenza ad inizio puntata. Il vero apice del revival si ha però verso metà episodio quando, in una Terra del multiverso, ci si ritrova niente di meno che a Smallville.
I ricordi di chi ad inizio millennio guardava a tempo perso le riproposizioni della famigerata serie tv con Superman iniziano a riaffiorare giusto in tempo per poter scorgere il viso famigliare di Tom Welling, intento a fare ciò che è sempre riuscito a fare meglio: tagliare la legna accanto al granaio di famiglia. Un cameo valido forse più per il sentimentalismo in gioco che per la vera e propria importanza di scena dal momento che (per ora) il buon Tom Welling sembra non essere stato chiamato attivamente in causa.
Ma non è l’unico cameo a cui la puntata, votata al ritrovamento dei sette campioni per sconfiggere l’Anti-Monitor (erroneamente liberato da Nash in conclusione dello scorso episodio di The Flash), si ferma: John Constantine, altro volto noto del panorama DC. Il suo compito? Recuperare Oliver Queen utilizzando un pozzo di Lazzaro e successivamente recuperare la sua anima per riportarlo a tutti gli effetti in vita. Un ruolo fondamentale ma che non riesce a trovare la sua giusta conclusione, almeno in questo episodio.
Un altro grande ritorno, un altro grande episodio. Tutto sembra poter funzionare, fatta eccezione per tutte le Terre del multiverso che minuto dopo minuto continuano ad essere eliminate dall’ondata di antimateria scatenata dall’Anti-Monitor.
IL CONFRONTO
Il titolo dato a questo paragrafo potrebbe essere fuorviante dal momento che, è da appuntare, il confronto con l’Anti-Monitor (la prima parte dello stesso, almeno) si avrà solo in conclusione di puntata. Anche questo episodio risulta ricolmo di cameo: detto di Constantine, nuovamente presente all’interno della puntata, vanno aggiunti gli inserimenti di Lucifer (comparsata veloce, ma utile) e Black Lightning (Jefferson fondamentale ai fini della trama). È un episodio carico di sviluppi di trama e di variazioni nel destino di ogni singolo personaggio.
Monitor riporta in vita i poteri di Cisco, facendo risorgere Vibe in tutto il suo splendore. Saranno proprio i poteri di Cisco a permettere ai Flash di Terra-1 e Terra-90 di distruggere definitivamente il macchinario distruttivo dell’Anti-Monitor. Sembrerebbe arrivato il momento del fatidico addio di Barry, ma invece con un atto di puro e semplice altruismo e coraggio, il Flash di Terra-90 decide di sacrificarsi. Sarà lui il Flash a “svanire durante la Crisi”, preservando Barry dalla morte. In tutto ciò, Constantine sta scortando John e Mia nel purgatorio (ovviamente si tratta di Lian Yu, non poteva essere diversamente trattandosi di Arrow) per ritrovare l’anima di Oliver e riportarla indietro, nella realtà. Una reunion bloccata nel momento della conclusione dall’arrivo dell’enigmatico personaggio di Jim Corrigan (Lo Spettro) che dice ad Oliver di essere a conoscenza del suo vero destino. Tutto molto enigmatico, chiaramente, ma tutto funzionale alla storia se si pensa che alla conclusione del crossover mancano ancora due episodi (Arrow e Legends Of Tomorrow) che andranno in onda a gennaio, quindi tanto vale preservare qualche colpo da novanta.
Ma, come detto, è il finale di puntata in cui il faccia a faccia tra Monitor ed Anti-Monitor arriva finalmente in scena. Uno scontro senza possibilità d’appello che l’Anti-Monitor vince su tutti i fronti: il Multiverso viene distrutto e (quasi) tutti vengono annientati dall’ondata di antimateria da lui creata. “Quasi”, sì, perché Nash (diventato Pariah) all’ultimo momento utile decide di salvaguardare tutti i campioni (unica arma per poter fermare l’Anti-Monitor) nascondendoli nel vanishing point. Ma è qui che arriva la genialità di un crossover che fino a questo momento non aveva lasciato deluso praticamente nessuno: Superman muore sotto gli occhi impotenti di tutti, venendo sostituito da Lex Luthor che aveva (in tempi non sospetti) modificato una profezia mettendo il suo nome al posto di quello del kryptoniano. Molto semplicistica come scelta, ma considerato il cliffhanger (una squadra al completo che si ritrova priva di un suo membro fondamentale) tutto è giustificabile.
E sarà proprio da qui, per sopperire alla mancanza di Superman, che la storia dovrà ripartire a Gennaio nell’episodio di Arrow. Molti i punti di trama sollevati, molte le dipartite, ma molti anche i ritorni in scena.
Vivere una crisi non è mai stato così interessante.
“So… what do we do now?”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
PARTE 1
PARTE 2
PARTE 3
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PARTE 1
PARTE 2
PARTE 3
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The Wrath Of Rama Khan 5×08 | 0.87 milioni – 0.2 rating |
Crisis On Infinite Earths: Part One 5×09 | 1.67 milioni – 0.7 rating |
A Mad Tea-Party 1×08 | 1.01 milioni – 0.3 rating |
Crisis On Infinite Earths: Part Two 1×09 | 1.71 milioni – 0.6 rating |
The Last Temptation of Barry Allen, Pt. 2 6×08 | 1.32 milioni – 0.5 rating |
Crisis On Infinite Earths: Part Three 6×09 | 1.73 milioni – 0.6 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.
Mai crossover l’ho trovato più deludente
Ciao Luca e perdona la tardiva risposta! Cosa esattamente non ti ha convinto in questa prima parte di crossover?