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Si può scrivere una recensione critica, completa ed arguta se non si ha pienamente chiaro il quadro degli eventi, oltre ad una scarsa memoria di diversi elementi della prima stagione? Evidentemente sì, se state leggendo queste forse confuse righe. Il recensore non si vuole arrogare il diritto di parlare per tutti gli spettatori, probabilmente appassionati incalliti dello show che avranno accolto la seconda stagione frementi di conoscere l’evoluzione di eventi che ricordavano fino al più insignificante dettaglio. Per questo sarà una considerazione pienamente personale quella riguardante la difficoltà estrema di ricordare nomi, collegare e collocare le diverse figure e soprattutto e creare collegamenti tra queste. Sicuramente non c’è da andarne fieri, tanto meno si dovrebbe apporre la propria firma ad una recensione.
Si può soltanto immaginare la confusione suscitata da un inizio di episodio in cui un personaggio, identificato sommariamente come “il fratello silenzioso di quello che subisce un po’ il potere di Felix Gallardo ma anche della sorella”, si reca in un parco per scaricare proiettili contro dei pesci appesi ad un albero.
Non ci vuole un nerd di Narcos: Mexico per rendersi conto che Felix è tutt’altro che il boss che tutto può, un antieroe tragico e romantico alla Pablo Escobar (la mediocrità di questo paragone continuo è sconvolgente). L’animo tormentato di Felix Gallardo fa i conti con le sue continue ingenuità ed errori tattici (l’omicidio di Camarena è il leitmotiv della stagione, nonché simbolo del declino incessante dell’impero criminale del protagonista). Gallardo è preso di mira, letteralmente e non, da molteplici angolazioni. Viene ingannato e manipolato da Guerra; Edenita e Isabella iniziano a fare seriamente la cresta con un escamotage tutto al femminile; un tizio gli spara a fine puntata.
Proprio quest’ultimo elemento aggiunge un quid che forse mancava nei precedenti episodi: un po’ di violenza a sorpresa. Il cliffhanger pone lo spettatore nella condizione di voler proseguire con la visione, cosa che raramente accade dopo l’abbondante minutaggio di ogni episodio. Ma non è soltanto l’attentato finale a smuovere un po’ le acque. L’inganno scoperto da parte degli Arellano Felix rompe gli indugi su tensioni che si portavano avanti da inizio stagione. Le esecuzioni degli operai del Chapo rappresentano un punto di non ritorno che richiederà sicuramente una risposta da parte degli uomini di Sinaloa. Lo stesso Chapo dovrà confrontarsi con le conseguenze di una scelta che è partita unicamente da lui. Inutile dire che la prospettiva di una guerra tra bande fa leccare i baffi allo spettatore che si distrae continuamente durante le lunghe sequenze dialogate in messicano stretto.
Le ripercussioni di questi eventi non riguarderanno solo il comparto criminale, ma anche quello poliziesco. Walt prende la decisione di non limitarsi ad una semplice retata ma di manipolare le proprie prede, non senza resistenze e perplessità da parte dei suoi collaboratori. Il fatto che ciò abbia provocato morti innocenti a sangue freddo è l’inevitabile prezzo di una scelta forte ed eticamente discutibile. Dalla fine della scorsa stagione si è capito come il ruolo della giustizia in questo capitolo della storia sarebbe stato molto più in linea nei metodi con il mondo della criminalità, giocando sporco quando necessario. Il gruppo che contro tutto e tutti sta dando la caccia a Felix Gallardo già in partenza non era particolarmente omogeneo. Inevitabile pensare a contrasti ed ulteriori scelte estreme.
Si può soltanto immaginare la confusione suscitata da un inizio di episodio in cui un personaggio, identificato sommariamente come “il fratello silenzioso di quello che subisce un po’ il potere di Felix Gallardo ma anche della sorella”, si reca in un parco per scaricare proiettili contro dei pesci appesi ad un albero.
Non ci vuole un nerd di Narcos: Mexico per rendersi conto che Felix è tutt’altro che il boss che tutto può, un antieroe tragico e romantico alla Pablo Escobar (la mediocrità di questo paragone continuo è sconvolgente). L’animo tormentato di Felix Gallardo fa i conti con le sue continue ingenuità ed errori tattici (l’omicidio di Camarena è il leitmotiv della stagione, nonché simbolo del declino incessante dell’impero criminale del protagonista). Gallardo è preso di mira, letteralmente e non, da molteplici angolazioni. Viene ingannato e manipolato da Guerra; Edenita e Isabella iniziano a fare seriamente la cresta con un escamotage tutto al femminile; un tizio gli spara a fine puntata.
Proprio quest’ultimo elemento aggiunge un quid che forse mancava nei precedenti episodi: un po’ di violenza a sorpresa. Il cliffhanger pone lo spettatore nella condizione di voler proseguire con la visione, cosa che raramente accade dopo l’abbondante minutaggio di ogni episodio. Ma non è soltanto l’attentato finale a smuovere un po’ le acque. L’inganno scoperto da parte degli Arellano Felix rompe gli indugi su tensioni che si portavano avanti da inizio stagione. Le esecuzioni degli operai del Chapo rappresentano un punto di non ritorno che richiederà sicuramente una risposta da parte degli uomini di Sinaloa. Lo stesso Chapo dovrà confrontarsi con le conseguenze di una scelta che è partita unicamente da lui. Inutile dire che la prospettiva di una guerra tra bande fa leccare i baffi allo spettatore che si distrae continuamente durante le lunghe sequenze dialogate in messicano stretto.
Le ripercussioni di questi eventi non riguarderanno solo il comparto criminale, ma anche quello poliziesco. Walt prende la decisione di non limitarsi ad una semplice retata ma di manipolare le proprie prede, non senza resistenze e perplessità da parte dei suoi collaboratori. Il fatto che ciò abbia provocato morti innocenti a sangue freddo è l’inevitabile prezzo di una scelta forte ed eticamente discutibile. Dalla fine della scorsa stagione si è capito come il ruolo della giustizia in questo capitolo della storia sarebbe stato molto più in linea nei metodi con il mondo della criminalità, giocando sporco quando necessario. Il gruppo che contro tutto e tutti sta dando la caccia a Felix Gallardo già in partenza non era particolarmente omogeneo. Inevitabile pensare a contrasti ed ulteriori scelte estreme.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episodio che senz’altro segna una svolta per l’intera stagione. Da un lato inevitabilmente nella seconda metà dovrà succedere qualcosa, dall’altro si può anche ipotizzare che ormai il ritmo è destinato a rimanere costante. Senz’altro occorre riconoscere positivamente gli scossoni degli ultimo minuti di “AFO”.
The Big Dig 2×04 | ND milioni – ND rating |
AFO 2×05 | ND milioni – NDrating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.