“Could you use the magic to distract from a story? Particularly a story you want to be kept secret?”
Dopo un episodio dal retrogusto di prevedibilità e di non coerenza con la consueta struttura portata in scena, Inside No. 9 torna con il suo consueto e prestabilito schema. Un appuntamento settimanale che si rivela essere confezionato con i fiocchi, andando a regalare al pubblico forse uno dei migliori episodi tra quelli andati in scena fino ad ora. Pemberton e Shearsmith chiamano in causa il giovane Fionn Whitehead (Dunkirk e Black Mirror: Bandersnatch) sfruttandone il giovane volto conosciuto e la capacità recitativa già mostrata ampiamente per dar vita ad un vero e proprio trucco di magia.
La storia ruota attorno alla ricerca di notorietà di un giovane prestigiatore (Shearsmith) che, venuto a conoscenza di un trucco magico in grado di cambiare le regole del gioco, si dimostra pronto a tutto pur di ottenerne la paternità e, soprattutto, la possibilità di poterlo sfruttare a proprio piacimento.
Inside No. 9 porta nuovamente in scena il cinismo umano nudo e crudo che, a suo parere, risiede in ogni singolo essere vivente, a dispetto delle apparenze ed a seconda delle occasioni che si vengono a creare.
Ecco quindi che la colluttazione tra prestigiatore ed inventore (Pemberton), in primis apparsa come violenta, si rivela ben presto come mero strumento di scena per cercare di rendere il cinismo comico. Tragedia e comicità si mescolano, per l’ennesima volta, durante un episodio della serie e lo spettatore può solo che ringraziare. Il prestigiatore, una volta ottenuta la fama e la gloria a cui tanto anelava, riceve la visita del famigerato destino, pronto a richiedere con gli interessi quanto da lui ingiustamente preso anni addietro.
Il già citato Fionn Whitehead è il volto del destino, un giovane che finge di essere un giornalista (o lo sarà poi realmente?), nascondendo per buona parte della puntata (ma solo al prestigiatore dal momento che lo spettatore ormai si aspetta questo tipo di rivelazioni on-screen) il fatto di essere il nipote dell’inventore così brutalmente morto e al quale erano stati carpiti i segreti di magia proprio dal giovane prestigiatore.
I colpi di scena sono molteplici e veloci; alcuni rivelatori, altri semplice fumo negli occhi. Ma non c’è esagerazione, non c’è valicamento del limite: Inside No. 9 gioca con il proprio pubblico, lo tiene a bacchetta per trenta minuti e sul finale regala il (prevedibile) colpo di scena. Prevedibile, sì, ma talmente costruito con arguzia e zelo da non far nemmeno rimpiangere questo fattore di prevedibilità.
Il fattore magico gioca sicuramente un ruolo importante in questa ripresa (la sufficienza decisamente tirata del precedente episodio) della serie e permette allo show di tornare ai vecchi fasti: magia, colpi di scena a ripetizione, un dualismo ben rappresentato ed uno schema narrativo che lentamente si delinea sotto gli occhi dello spettatore che ne percepisce il reale funzionamento solo a partita conclusa.
Shearsmith, Pemberton, continuate pure perché tutto questo è un piacere per gli occhi.
“Sie konnen den Tod nicht betrugen.”
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Love’s Great Adventure 5×03 | ND milioni – ND rating |
Misdirection 5×04 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.