“Is not crazy as your talking to a donuts!”
Dopo quasi un mese di pausa, e con l’incertezza per quanto riguarda il proprio futuro, torna DC’s Legends Of Tomorrow e cerca malamente di riprendere i fili di quanto aveva lasciato in sospeso.
“Zari, Not Zari” ha infatti principalmente due specifiche funzioni: fungere da mero episodio di raccordo e, allo stesso tempo, cercare di risolvere i problemi che la serie si porta dietro dal post-Crisis.
Non a caso l’episodio si concentra sul paradosso principale lasciato in eredità proprio dal mega-crossover, ovvero la crisi d’identità riguardante il personaggio (o “i personaggi” a questo punto) di Zari (Tala Ashe). Questa viene però risolta, come al solito, in maniera alquanto posticcia e raffazzonata, tra spiegoni pseudo-scientifici e sedute spiritiche di stampo buddhista.
Sarebbe bello poter dire che si tratta di un problema inerente solo a questo episodio, ma purtroppo tali escamotage narrativi, come prendere una storyline complicata e risolverla in maniera abbastanza rapida con un elemento “magico”, fanno ormai parte dello “stile” della serie. Il problema è che qui viene amplificato maggiormente poiché non riguarda solo una singola storyline, bensì tutte le storylines presenti, da quella che potrebbe essere più interessante (l’arrivo di Atropos) alla più inutile (quella riguardante l’inedito duo Mick Rory-Ava Sharpe).
Quello che manca maggiormente, in questo “Zari, Not Zari”, sono poi i viaggi temporali, che normalmente dovrebbero essere il fulcro di tutta la serie. Qui la timeline invece, a parte l’intro negli anni 70, è tremendamente “attuale”. Il salto temporale più evidente è quello che segue la crescita della figlia di Rory (che, come già detto, è poi la storyline più inutile) e inizia dal 2004!
Per il resto quasi tutta la trama si svolge in un “banale” 2020 dove, per vivacizzare un po’ le cose, pare essere scoppiata una pandemia zombie senza che questa necessiti di spiegazione alcuna (che gli autori stiano cercando di predire il periodo post-Covid?).
La deriva fanta-apocalittica però non riesce a risollevare lo show, anzi lascia ancora più interdetto lo spettatore che si trova, a conti fatti, di fronte ad un episodio di raccordo che è per metà seduta psicanalitica e per metà The Walking Dead. Il tutto per introdurre, in maniera sempre molto spiccia e sbrigativa, quelle che, da questo momento in poi, saranno le villainess stagionali, cioè le due sorelle-Moire di Charlie/Clotho. Di queste, Atropos (Joanna Vandheram) lascia giusto il tempo di questo episodio per uscire subito di scena, dopo un ingresso abbastanza plateale che poteva farne un’ottima villain. La seconda, Lachesis, si rivela essere la Coin Maker infernale (Sarah Strange) con cui ha a che fare Astra Logue. E questo, al momento, è l’unico plot twist degno di nota visto nella puntata, per cui si presuppone che questo farà convergere tutte le storyline presenti in un’epica battaglia infernale.
Per il resto l’episodio non riesce a discostarsi da quella deriva discendente presa in queste ultime due stagioni. E appare ancora più povera, svuotata com’è di quasi tutti i suoi protagonisti principali (è ancora recente l’addio di Ray Palmer) a cui i rimanenti elementi delle Leggende sembrano voler a tutti i costi fare da ripiego non riuscendovi.
C’è da sperare che la morte di Berhad (Shayan Sobhian) e il conseguente rinsavimento di Zari riescano a risollevare almeno un po’ una trama che appare sempre più lacunosa e pigra e che, forse già da un pezzo, ha perso ormai di significato.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Romeo VS Juliet: Dawn Of Justice 5×07 | 0.67 milioni – 0.2 rating |
Zari, Not Zari 5×08 | 0.66 milioni – 0.2 rating |
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!