Is the imprisoned lightning, and her name
Mother of Exiles.“
Chi meglio di Dolores, nata dalla mano di Arnold, la prima del suo nome, regina degli Androidi, signora dei Tre Parchi a tema, la “Non-controllabile”, madre degli host, distruttrice di catene e sterminatrice di umani, meglio incarna lo spirito tutto americano di libertà e rinascita e, diciamolo, anche di conquista di un territorio con spargimenti di sangue? Dolores sembra intenzionata a voler distruggere la razza umana anche se resta poco chiaro perché abbia voluto riportare in vita lo stesso Bernard che vuole fermarla dal portar a termine questo obiettivo. Sicuramente questo è uno dei misteri che si sveleranno nelle prossime puntate, anche perché il quarto episodio ha già avuto la sua dose di importanti rivelazioni. Visto ciò che ha vissuto nelle vicende finali della seconda stagione (la debolezza di Teddy e la delusione per la sua incapacità di stare al suo gioco, il tradimento di Bernard che nella Forgia la uccide per impedirle di cancellare i dati sugli host) a posteriori la scelta di clonare sé stessa invece che portarsi dietro gli altri host sembra la più coerente.
Resta ancora da svelare a chi appartenga la quinta unità di controllo (o perla, come viene chiamata ora) che Dolores ha portato con sé da Westworld. Se fosse un’altra copia di sé stessa, il fatto di non aver svelato l’identità dell’host che la contiene o la conterrà (magari la perla non è ancora stata utilizzata) contemporaneamente alle altre è sintomatico della sua peculiarità e, verosimilmente, di un ruolo decisivo tanto nelle vicende quanto nello scatenare un ulteriore effetto sorpresa nello spettatore. Altra ipotesi potrebbe essere che la quinta perla mancante all’appello sia effettivamente quella di un altro host. Chi, tra gli host, potrebbe essersi ritagliato un ruolo così importante da meritare di essere riportato in vita e aiutare la conquistatrice nel suo piano? Potrebbe essere quella del suo fittizio padre in Westworld, Abernathy? L’unità di controllo di Abernathy conteneva la chiave di decriptazione della Forgia e, nel finale della seconda stagione, Dolores/Charlotte dopo aver ucciso Bernard nella Forgia, aveva preso con sé sia l’unità di controllo di quest’ultimo che quella di Abernathy. Come fa notare Serac a Maeve, non viene invece scelta l’altra paladina della giustizia degli host di Westworld, che aveva spezzato il ciclo narrativo di cui era prigioniera per prendere in mano la sua storyline alla ricerca della figlia. Sembra però che la maitresse, che sia nel parco a tema, o nel mondo reale degli umani, non riesca ad uscire dal ciclo, più astratto ma non per questo meno presente, che la vede combattere di nuovo per ricongiungersi alla figlia. Questo, unito alla lotta col capo della Yakuza con tanto di katane, avrà ricordato anche a voi una celebre pellicola di Mr. Quentin Tarantino. L’omaggio potrebbe essere persino intenzionale se si pensa alla potenza scenica della fotografia finale che vede Maeve riversa nel lago fatto di sangue e del noto liquido bianco da cui la sua specie viene creata. Bianca come il latte, rossa come il sangue e la mente va subito agli stessi colori dominanti lo scontro nel giardino della pagoda tra Beatrix Kiddo e O-Ren Ishii in Kill Bill: Volume 1. Ancora una volta è il comparto tecnico ad eccellere nello show. Scenografie, musiche e regia riescono sempre a veicolare nello spettatore una sensazione: che sia compassione, rabbia, angoscia o, persino, confusione, di fronte ad ogni episodio di Westworld non si può rimanere indifferenti. Questo episodio però ha lasciato un po’ meno spazio all’introspezione trasformandosi per la maggior parte in un episodio di una serie di spionaggio, con tanto di festa in maschera stile Eyes Wide Shut. Forse non la trovata più originale per uno show come Westworld che ha abituato lo spettatore ad una continua novità. E’ comunque efficace su due livelli: da un lato far vedere la bellezza inossidabile (si tratta pur sempre di un androide ndr) di Evan Rachel Wood; dall’altro nel concedere allo spettatore una pausa dalla visione concentratissima normalmente richiesta dalle puntate dello show. Provate a scorrere la home di Facebook mentre guardate una puntata di Westworld; a fine episodio sarete più confusi di Bernard dopo 70 reset della memoria. Per una volta è stato piacevole assistere a scazzottamenti duri e puri senza dover prestare attenzione a ogni singola parola per capire i reconditi messaggi e significati profondi che cela. C’è il rischio però, aumentato anche dal cambio di location della stagione, di snaturare troppo la serie rispetto agli albori. Al giro di boa della stagione (questa terza avrà solo 8 episodi) si può dire di essersi ambientati nel “nuovo” Westworld: i cowboy e i paesaggi polverosi dai caldi colori che si estendono verso un orizzonte infinito hanno lasciato il passo ai freddi colori della tecnologia che delinea il mondo di grattacieli che si innalzano verso il cielo nella metropoli. Ma questo non è un aspetto negativo, anzi, è la naturale evoluzione della storia che le prime due stagioni hanno impiantato. Forse manca la forza di alcuni personaggi calati in dinamiche ormai lontane da quelle originali. Ford sembra definitivamente scomparso e con lui gli affascinanti dialoghi con Bernard, Dolores passa più tempo ad uccidere esseri umani e a pianificare il suo elaborato piano per distruggerne la specie. Il risultato, come in questo episodio, è un aumento delle scene d’azione un po’ fini a sé stesse, a discapito di quelle più introspettive o riflessive. Semplicemente qualche volta mancano le scene che iniziavano con “Bring yourself back online” e “Freeze all motor functions” che, nell’appassionato pubblico di Westworld, non potranno essere rimpiazzati da un banale: “We do this the old fashioned way. I kill everyone.”.
Non c’è comunque da temere che la matassa si sbroglierà più facilmente rispetto alla passata stagione, perché per un Ford che manca c’è un William/Man In Black che torna in scena più confuso che mai su cosa sia reale e cosa non lo sia. Di certo la sua storyline in questa stagione non può iniziare e concludersi in uno stesso episodio con la chiusura in un ospedale psichiatrico. La sua estenuante ricerca della propria identità e affermazione del proprio libero arbitrio non si fermerà, tanto più che alla domanda “Am I me?” la sibillina e compiaciuta risposta di Dolores è:
“Welcome to the end of the game.”
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Absence Of Field 3×03 | 0.77 milioni – 0.2 rating |
The Mother Of Exiles 3×04 | 0.78 milioni – 0.2 rating |
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