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“Emma Engels, il nome della paziente. Sono io. Benjamin Engels è il mio gemello. Era il mio gemello. Era malato, ed è morto a 10 anni. La Lorenz c’entra qualcosa. Gli aveva fatto qualcosa e mio padre lo sapeva. Aveva le prove. I miei morirono lì. Anch’io, secondo la Lorenz. Andai da mia nonna. Nuova vita, nuovo nome: Mia Akerlund. Ho perso i miei, mio fratello, la mia casa. E non so neanche perché.
So solo che le risposte sono nei miei file. Se la Lorenz scopre chi sono è stato tutto invano. Ho un contatto a Berlino. Un giornalista. Conosceva mio padre. Vuole aiutarmi, ma servono prove.”
So solo che le risposte sono nei miei file. Se la Lorenz scopre chi sono è stato tutto invano. Ho un contatto a Berlino. Un giornalista. Conosceva mio padre. Vuole aiutarmi, ma servono prove.”
Un elemento di cui non si è fatta menzione nelle precedenti recensioni e che invece merita di essere evidenziato è sicuramente il comparto musicale. La scelta delle soundtrack alimenta la percezione nello spettatore di avere sotto mano un teen drama fatto e finito, salvo poi venir contraddetto da alcune sequenze che mantengono alto il livello di thriller sci-fi (ovviamente sempre impostato con carattere giovanile).
Da sottolineare poi come proprio la soundtrack allontani Biohackers da serie come Dark (a cui spesso, in errore, è stato accostato prima e dopo il suo rilascio), avvicinandolo piuttosto a serie come 13 Reasons Why, in cui il lato teen è maggiormente preponderante rispetto alla serie di Baran bo Odar. In questo quarto episodio, “Certainty”, questo elemento musicale viene meno in quanto a presenza continuativa, ma il fattore teen viene comunque mantenuto alto da numerose sequenze romanticheggianti (o presunte tali). Ole e Chen-Lu, per esempio, ma anche Mia e Niklas, che lentamente si stanno avvicinando sempre più, sviluppo quest’ultimo oltremodo prevedibile.
Mia. Proprio relativamente alla giovane ragazza da poco approdata a Friburgo inizia a dissiparsi la nebbia rivelandone la vera identità (Emma Engels, il tutto torna logicamente alla sequenza del treno vista in “Arrival”), l’obbiettivo (smascherare la poca etica lavorativa della Lorenz) ed il movente (la Lorenz ha causato la morte del fratello e di entrambi i genitori di Mia/Emma). Si tratta di verità già venute a galla nei precedenti episodi, quindi i colpi di scena risultano gioco forza decisamente attenuati; tuttavia risultava necessario una sorta di “spiegone” per il pubblico, dando un effettivo punto di partenza narrativo così da metterlo finalmente a conoscenza di determinati segreti ormai usciti dall’ombra.
La trama inizia quindi a formarsi concretamente di fronte agli occhi dello spettatore: la sequenza del treno con il relativo attacco biologico ha senso nel momento in cui Mia/Emma e Niklas hanno effettivamente recuperato tutte le informazioni necessarie per esporre il lavoro della Lorenz (e parallelamente quello di Jasper). Il nodo fondamentale che rimane da sciogliere, oltre ovviamente al come si arriverà a quel momento, rimane il “cosa avviene dopo”: l’attacco si è dimostrato essere mortale ed il fatto che Mia/Emma sia sopravvissuta è da ricercare nel suo particolare corredo genetico che le garantisce una solidità inusuale nei confronti di batteri e virus (così quantomeno è stata presentata durante le precedenti puntate).
Resta da capire quindi come effettivamente la ragazza si risveglierà dall’attacco e come deciderà di muoversi per concludere degnamente il suo piano.
Nota negativa della puntata è sicuramente il dialogo tra Mia ed il dottor Schumann a Basilea riguardo il progetto Homo Deus (di cui la ragazza ha fatto parte insieme al fratello gemello): il dialogo si traduce ben presto in monologo con Mia che, letteralmente, imbocca ogni singola informazione al dottor Schumann (che di fatto non rivela alcunché). Ovviamente lo status mentale debilitato del dottore avrà giocato il suo ruolo, tuttavia un momento rivelatore di così forte importanza portato in scena con poco meno di due minuti di girato risulta abbastanza fastidioso. Soprattutto perché, giusto ripeterlo, di fatto il dottor Schumann non ha detto assolutamente nulla salvo qualche frase a mezza bocca (un po’ come Contino Bricchio detto Amando ne Il Divano Scomodo). Poteva e doveva essere gestita in maniera differente una sequenza di questo tipo, soprattutto considerata l’importanza in scena.
Il finale sconvolge i piani e permette finalmente alla serie di far cadere definitivamente quel finto alone di mistero che ancora tentava di tenere in piedi: Mia si rivela alla Lorenz, cercando di trarre vantaggio dalla sua posizione (lei sa della professoressa e la professoressa ancora non sa tutto di lei). Inutile sottolineare come dal mantenimento di questo equilibrio precario dipenda l’effettiva buona riuscita degli episodi conclusivi di questa serie.
Da sottolineare poi come proprio la soundtrack allontani Biohackers da serie come Dark (a cui spesso, in errore, è stato accostato prima e dopo il suo rilascio), avvicinandolo piuttosto a serie come 13 Reasons Why, in cui il lato teen è maggiormente preponderante rispetto alla serie di Baran bo Odar. In questo quarto episodio, “Certainty”, questo elemento musicale viene meno in quanto a presenza continuativa, ma il fattore teen viene comunque mantenuto alto da numerose sequenze romanticheggianti (o presunte tali). Ole e Chen-Lu, per esempio, ma anche Mia e Niklas, che lentamente si stanno avvicinando sempre più, sviluppo quest’ultimo oltremodo prevedibile.
Mia. Proprio relativamente alla giovane ragazza da poco approdata a Friburgo inizia a dissiparsi la nebbia rivelandone la vera identità (Emma Engels, il tutto torna logicamente alla sequenza del treno vista in “Arrival”), l’obbiettivo (smascherare la poca etica lavorativa della Lorenz) ed il movente (la Lorenz ha causato la morte del fratello e di entrambi i genitori di Mia/Emma). Si tratta di verità già venute a galla nei precedenti episodi, quindi i colpi di scena risultano gioco forza decisamente attenuati; tuttavia risultava necessario una sorta di “spiegone” per il pubblico, dando un effettivo punto di partenza narrativo così da metterlo finalmente a conoscenza di determinati segreti ormai usciti dall’ombra.
La trama inizia quindi a formarsi concretamente di fronte agli occhi dello spettatore: la sequenza del treno con il relativo attacco biologico ha senso nel momento in cui Mia/Emma e Niklas hanno effettivamente recuperato tutte le informazioni necessarie per esporre il lavoro della Lorenz (e parallelamente quello di Jasper). Il nodo fondamentale che rimane da sciogliere, oltre ovviamente al come si arriverà a quel momento, rimane il “cosa avviene dopo”: l’attacco si è dimostrato essere mortale ed il fatto che Mia/Emma sia sopravvissuta è da ricercare nel suo particolare corredo genetico che le garantisce una solidità inusuale nei confronti di batteri e virus (così quantomeno è stata presentata durante le precedenti puntate).
Resta da capire quindi come effettivamente la ragazza si risveglierà dall’attacco e come deciderà di muoversi per concludere degnamente il suo piano.
Nota negativa della puntata è sicuramente il dialogo tra Mia ed il dottor Schumann a Basilea riguardo il progetto Homo Deus (di cui la ragazza ha fatto parte insieme al fratello gemello): il dialogo si traduce ben presto in monologo con Mia che, letteralmente, imbocca ogni singola informazione al dottor Schumann (che di fatto non rivela alcunché). Ovviamente lo status mentale debilitato del dottore avrà giocato il suo ruolo, tuttavia un momento rivelatore di così forte importanza portato in scena con poco meno di due minuti di girato risulta abbastanza fastidioso. Soprattutto perché, giusto ripeterlo, di fatto il dottor Schumann non ha detto assolutamente nulla salvo qualche frase a mezza bocca (un po’ come Contino Bricchio detto Amando ne Il Divano Scomodo). Poteva e doveva essere gestita in maniera differente una sequenza di questo tipo, soprattutto considerata l’importanza in scena.
Il finale sconvolge i piani e permette finalmente alla serie di far cadere definitivamente quel finto alone di mistero che ancora tentava di tenere in piedi: Mia si rivela alla Lorenz, cercando di trarre vantaggio dalla sua posizione (lei sa della professoressa e la professoressa ancora non sa tutto di lei). Inutile sottolineare come dal mantenimento di questo equilibrio precario dipenda l’effettiva buona riuscita degli episodi conclusivi di questa serie.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Alto ritmo, rivelazioni e carte scoperte: Biohackers si prepara agli ultimi due episodi rivelando definitivamente i propri segreti.
Suspicion 1×03 | ND milioni – ND rating |
Certainty 1×04 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.