The Eddy 1×02 – JulieTEMPO DI LETTURA 4 min

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Julie: “I mean, I was in everybody’s good books at the time. Everybody’s was so proud of me, for, like, being so brave because I’d had this problem… that I’d gotten over, you know?”
Sim: “Drugs?”
Julie: “Yeah. […] And everyone thought I was “so brave”, and then I went and just… yeah, fucked it all up, essentially.”

Dopo l’incredibile episodio pilota, The Eddy continua il suo focus sulle vicende famigliari di Elliot (André Holland) e del suo jazz club dopo l’improvviso colpo di scena finale della morte di Farid.
Regola vorrebbe che si ripartisse proprio da questo cliffhanger, proseguendo nella linea orizzontale delle indagini sulla morte del socio, fulcro principale di tutte le vicende. Invece, in questo caso, il duo Damien Chazelle e Jack Thorne preferisce prendersela comoda e sfornare un altro episodio da un’ora per soffermarsi su un’altra storyline particolare, quella che riguarda Julie (Amandla Stenberg), la figlia di Elliot.
Questa è un personaggio incredibilmente sfaccettato e interessante: nel corso dell’episodio viene approfondito il suo carattere, la sua ricerca costante di attenzioni (soprattutto da parte del padre) e il suo background, rivelando un passato di trascuratezza e dipendenza dalle droghe. Ma quel che traspare maggiormente è soprattutto il ritratto di un’adolescente curiosa e dalla spiccata vitalità, ma anche molto fragile e sensibile per cui ha la tendenza costante a ficcarsi sempre nei guai.
Il personaggio di Julie pare dunque essere ricalcato da tutta una galleria di personaggi femminili di un certo cinema autoriale francese, in particolare della Nouvelle Vague degli anni 50-60 a cui Chazelle sembra rifarsi costantemente, come dimostrano le continue scene “in fuga per la città” di Julie e Sim (Adil Dehbi), novelli “Jules et Jim” che non sfigurerebbero in una pellicola qualsiasi di Truffaut e Godard.
Proprio il rapporto di affetto con il cameriere/tuttofare del jazz club è il fulcro dell’intera vicenda, utile sia per far evolvere sempre di più la trama (e giustificare, in parte, l’ora spesa per la visione) sia per porre l’attenzione su alcune tematiche come la vita e la cultura delle popolazioni arabe nella capitale francese e la condizione delle banlieue. Il tutto però senza mai scendere troppo nel genere documentaristico, ma sempre mantenendosi fedele alla storia principale per cui tali scene fungono da appendice rimanendo però coerenti al mood della serie.
La vicenda di Julie (una sorta di “Il tempo delle mele 4.0“) funziona e risulta così ben scritta mantenendo un certo climax ascendente che esplode nei minuti finali con l’arresto del padre e la successiva scena, dal mood molto malinconico, del suono del clarinetto. La quale è un’ottima chiusa per l’episodio, e per la storyline verticale che presenta, e allo stesso tempo un buon cliffhanger finale che lascia comunque tutto ancora aperto per i prossimi episodi.
L’unico difetto è che tale storyline si prende un buon 80% dell’intero episodio lasciando ben poco spazio a tutti gli altri personaggi (in primis proprio al padre Elliot) e alla line orizzontale dell’indagine sulla morte di Farid, la quale viene lasciata in sospeso e presumibilmente verrà risolta solo nell’episodio finale.
Va detto comunque che, pur concentrandosi su un personaggio soltanto, l’episodio risulta comunque molto scorrevole. E nonostante alcune scene siano oggettivamente superflue, l’episodio è molto più “attivo” rispetto al pilot, non dovendo più fare da introduzione ai vari personaggi.
Se continua quindi su questi binari The Eddy si candida sicuramente ad essere una delle mini-serie rivelazione di questo 2020. Solo l’uso della fotografia particolare unita ai vari cambiamenti della musica (in linea con i cambiamenti emotivi dei personaggi) la rendono pressoché perfetta a livello tecnico-registico e degna della visione.
Chazelle conclude, con questo episodio, il suo lavoro “diretto” nella serie. Ma si spera che anche i prossimi episodi continuino in questo stile virtuosistico, magari concentrandosi sempre di più sulla trama orizzontale che comunque rimane il vero centro d’interesse della storia.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Personaggio di Julie
  • Citazioni cinematografiche e colonna sonora
  • Scena delle prove (aka manuale d’improvvisazione jazz) e sfogo di Elliot
  • Climax e scena finale malinconica
  • Regia e fotografia of course!
  • Trama orizzontale che rimane molto sullo sfondo
  • Solita lunghezza degli episodi solo in parte giustificata

 

Dopo il pilot di presentazione, l’episodio entra nel vivo delle vicende della famiglia Udo ma da un punto di vista diverso: quello di Julie, personaggio complesso e sfaccettato come pochi altri, degna erede delle figure femminili tipiche di un certo cinema autoriale.

 

Elliot 1×01 ND milioni – ND rating
Julie 1×02 ND milioni – ND rating

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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!

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