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The Eddy 1×06 – SimTEMPO DI LETTURA 6 min

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Sim’s grandmother: “I don’t care about Mecca. You and your brother are my Mecca.

 

Nel corso di questa prima stagione di The Eddy si sono avvicendate le più disparate realtà familiari. Da quella a dir poco disfunzionale di Elliot e Julie, al difficile rapporto tra Maya e sua madre, quella più disincantata tra Amira e il suo defunto marito (ma allo stesso tempo densa di segreti), fino a quella completamente assente per Jude (per questo in cerca continuamente di surrogati, dall’ex-amata alla stessa band). Il filo comune tra tutte sembra allora essere la forte incidenza dei legami parentali, nel bene e nel male, per la psicologia di ogni individuo, per la sua crescita personale, tanto professionale quanto (e soprattutto) emotiva.
Con il sesto episodio incentrato su Sim, The Eddy sembra allora quasi cambiare registro, presentando un rapporto tra un nipote e sua nonna insolitamente “puro” e integro, che sopravvive ai margini della Parigi multi-etnica inquadrata dalla serie di Jack Thorne e che, dal canto suo, è quindi costretto a lottare con un contesto ed una storia alle spalle tanto difficile. Ancora una volta al centro del conflitto del protagonista di turno ci sono delle preoccupazioni economiche, ma in una nuova veste, decisamente più altruistica che nei casi precedenti, ma non per questo meno problematica. Se infatti all’inizio a dominare la narrazione sono proprio le diversità culturali (e non solo, basti citare il “pacco misterioso” trascinato inconsapevolmente dal giovane) della comunità di Sim, specie dal punto di vista della “viziata” Julie, è chiaro che più l’episodio va avanti, più emergono quei sentimenti e valori universali che arrivano ad assottigliare ogni presunta differenza. Un percorso che trova il suo apice di massimo contatto tra i due mondi, significativamente, proprio quando si palesa sullo schermo la disparità sociale tra la scuola per “ricchi” di Julie e il furto (malamente) orchestrato ai suoi danni dalla stessa ragazza, Sim e suo fratello.
È naturalmente anche l’occasione per approfondire il personaggio del giovane ragazzo, mostrato fin qui molto introverso, razionale, freddo, eppure brillante, empatico, e addirittura aggressivo all’occorrenza, dovendosi far valere in un contesto tanto duro come il suo; quello che “Sim” adesso aggiunge al suo background, più di ogni altra cosa, sono quindi le fragilità e le debolezze che lo affliggono. In un suggestivo ed intrigante rovesciamento di ruoli, a giungergli in soccorso stavolta è proprio quella Julie che nel secondo episodio (a lei dedicato) lui stesso tirava fuori dai guai, per poi allontanare infastidito. Da allora il rapporto tra i due, diventato uno dei leitmotiv dello show, ha seguito questa dinamica (anche off-screen). Fino ad ora, quando entrambi arrivano a scoprirsi per chi sono davvero; fino a quel bacio che segue la romantica confessione che, sì, la canzone che Sim ha scritto riguarda proprio lei. È il momento per il ragazzo di liberarsi di quella fredda e dura facciata e di poter abbandonarsi ai propri istinti. Perché adesso gli viene permesso, perché il discorso commovente di sua nonna gli ha fatto capire quanto i legami (parentali e non) siano l’aspetto cruciale di ogni esistenza, che la Mecca può essere trovata nelle persone che si amano. Come lui l’ha trovata in Julie.

 

Julie: Because I try to help people. I do. And I don’t abandon them.
 

Essendo quindi i due giovani tanto correlati, “Sim” ha anche l’onere (e il merito) di registrare la notevole quanto appassionante evoluzione di Julie, lontana parente di quella d’inizio stagione, anche se all’apparenza non si direbbe (specie nella frequente insistenza di invadere la “privacy” del ragazzo). La Julie “cresciuta” viene allora fuori in quello scambio a cuore aperto e tanto sentito al padre, dopo essere stata appena espulsa dalla scuola. Proprio come per il partner, ora tocca a lei spogliarsi di quell’individualismo osteggiato a più riprese (e sotto accusa da parte dello stesso Elliot), confessando tutta la propria sindrome dell’abbandono, nonché il suo bisogno adesso di non ripetere le colpe dei suoi genitori, di dar valore e sostegno ai propri affetti.
Uno sviluppo, questo, capace di mettere in luce una delle qualità più profonde e sottili dello show. Ossia come sembra muoversi così lentamente in termini di pura trama, con un Elliot ancora bloccato tra le pressioni della polizia da una parte e la criminalità dall’altra senza che si intraveda una svolta (che arriva, finalmente, in chiusura d’episodio), mentre i suoi protagonisti invece cambiano ed evolvono quasi impercettibilmente, eppure in misure tanto importanti. Il citato confronto tra padre e figlia segue infatti quello dello scorso episodio a proposito di Maya. Allo stesso tempo, preannuncia il discorso rivelatore di Elliot alla band, in cui si decide una volta per tutte di metterla a conoscenza della sua complicata situazione legale.
Ed allora, proprio in scia di simili passi avanti, prende forma, stavolta sul serio, anche il senso di famiglia della stessa band, tanto decantato fin dall’inizio della serie, eppure minato continuamente nel corso della stagione. Lo è tanto per Elliot, che ad essa si dedica anima e corpo, per sua figlia, ospitata prima da Maya e poi da Amira, quanto per tutti gli altri artisti. E lo strumento di comunicazione privilegiato di questo variegato, eterogeneo e complicato nucleo famigliare è naturalmente la musica. Non è un caso d’altronde se le sequenze musicali sono sempre così lunghe, specie per uno show televisivo. Perché è con essa che i protagonisti parlano tra loro, che esprimono le proprie turbe, i propri sentimenti. Lo fa Sim, come detto, nei confronti del mondo che tanto gli ha tolto, ma anche regalato (sua nonna, Julie); è cantando insieme che i due suggellano il proprio legame; è suonando “male” col sostituto, pur bravo e affermato, che la band soffre l’assenza di Katarina; ed è suonando “bene” che invece sancisce la loro ritrovata armonia. Ma la musica può essere una salvezza, certo, ma anche una fuga temporanea. Elliot, come Sim, come ogni altro membro del gruppo, deve infatti vedersela con la cruda realtà che lo aspetta fuori dalla porta del suo locale, nella forma di un cadavere che presagisce solo sviluppi inquietanti.
 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Sim & Julie, dalle peripezie underground al furto nei “piani alti”, fino al bacio 
  • Voi siete la mia Mecca” 
  • L’evoluzione di Julie…
  • … e di Elliot, che finalmente rivela alla band la verità
  • Musica… e il resto scompare (perdonateci, non abbiamo resistito)
  • La svolta nella trama, nel cliffhanger finale 
  • Svolta finale a parte, una trama che avanza molto lentamente, anche intuendo che le attenzioni di Jack Thorne sono tutte sui protagonisti

 

In un’ammaliante sintesi tra disincantato romanticismo mainstream e sofisticata messa in scena autoriale, The Eddy sfodera uno dei suoi episodi migliori. In “Sim” si consumano cruciali quanto emozionanti punti di svolta per il percorso di diversi protagonisti, dando così un significativo (e doveroso) senso ad un approfondimento tanto meticoloso. L’affezione dello spettatore, adesso, può dirsi davvero completa.
 

Maya 1×05 ND milioni – ND rating
Sim 1×06 ND milioni – ND rating

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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